Intervista-conversazione con Mario Scelzo, autore del libro “Chiesa in uscita, seguendo Papa Francesco”

La conversazione-intervista di questo mese, è dedicata ad un altro “amico-followergiornalista pubblicista, lavora in RAI come assistente di redazione, impegnato nel sociale e scrittore di libri.
Nel corso di questi mesi ho intervistato tantissimi amiche e amici che hanno scritto o collaborato alla stesura di libri: Rudy Bandiera, Alice Rotelli, Mariateresa Belardo, Kenta Suzuki, Nicoletta Lucheroni, Mariangela Pani, Antonella Carulli e Dora Esposito. Spero di non aver dimenticato nessuno.
Questo vuol dire che manca solo il mio. A parte le battute infelici, sono lieto di ospitare in questa rubrica Mario Scelzo.

Mario Scelzo è presente sui seguenti social: Linkedin, Facebook e X con l’account @marioscelzo1

Leggo dalla sua bio – sui social – che Mario Scelzo ha 42 anni, come detto lavora presso la RAI, ha collaborato con l’Associazione San Francesco Patrono d’Italia. E’ membro della Comunità di Sant’Egidio dall’età di 14 anni e all’interno di Sant’Egidio si occupa prevalentemente di accoglienza ai senza fissa dimora. Ha compiuto varie missioni internazionali, sia in Africa (Mozambico e Malawi), sia nei campi profughi sull’isola greca di Lesbo. Mario è un appassionato lettore, tifoso della Roma, discreto tennista su terra rossa, segue, da sempre, le vicende ecclesiali e le tematiche politiche e sociali..

Prima di iniziare la nostra conversazione, voglio rimarcare un fatto: da laico mi troverò, appena possibile, per la seconda volta, a recensire un libro sulla Chiesa, sulla religione. Il primo è stato quello dell’amico (Monsignore ma non vuole essere chiamato così) Don Dino Pirri “Lo strano caso del buon samaritano”. Forse, qualcuno, lassù mi vuol dire qualcosa.

D. Mario, ho letto con attenzione la tua biografia e voglio rivolgerti alcune domande, così, anche per farti conoscere meglio. Intanto la tua appartenenza alla Comunità di Sant’Egidio di cui Andrea Riccardi è il fondatore. Ce ne vuoi parlare?

R. Volentieri. Ho conosciuto la Comunità di Sant’Egidio da ragazzo, avevo 14 anni, e pur venendo da una famiglia cattolica e quindi da una frequenza degli ambienti parrocchiali, ho fin da subito percepito dentro Sant’Egidio un calore ed una passione diversa. Il mio primo incontro è stato con i bambini della Scuola della Pace, io ed altri giovani liceali facevamo attività di supporto scolastico ma anche e soprattutto di socializzazione con bambini provenienti da famiglie difficili, contesti sociali non semplici, e pian piano al “servizio agli ultimi” si è accompagnato un allargamento della mente e del cuore. Grazie a Sant’Egidio, sono cresciuto in un ambiente ricco di stimoli, sono stato abituato ad interessarmi alle situazioni del mondo, a conoscere le realtà dei paesi in guerra, a sentirmi parte di battaglie culturali come quella per l’abolizione della Pena di Morte nel mondo.

D. Parliamo ora delle tue missioni all’estero. Un’esperienza che ti ha temprato, immagino, visto quello che succede alle popolazioni nei luoghi in cui hai operato

R. Crescendo appunto, Sant’Egidio mi ha portato a conoscere l’Africa. Ho svolto varie missioni in Mozambico ed in Malawi. Sant’Egidio, “amica” del Mozambico dal 1984 con i primi aiuti alimentari, nel 1992 ha contribuito al raggiungimento della Pace nel paese (in guerra civile dal 1975) grazie agli accordi di pace firmati appunto a Roma presso la sede della Comunità, il 4 ottobre, festa di San Francesco. Io conosco il Mozambico dal 2002, e negli anni l’ho visto cambiare. Paese povero, ma con una economia rampante, chi oggi arriva a Maputo, la capitale, vede una città giovane, rampante, dinamica. Il problema è che come spesso accade la ricchezza che arriva nel paese non viene redistribuita in modo corretto. Recentemente sono stati scoperti enormi giacimenti di gas, sono iniziate le prime esportazioni con l’Italia, ma i ricchi giacimenti hanno creato una situazione di guerriglia nel Nord del Paese.

Il lavoro della Comunità nel paese è prevalentemente rivolto all’educazione ed alla scolarizzazione, inoltre Sant’Egidio è promotrice del Programma Dream, per la cura e la prevenzione dell’Aids in Africa.

D. Parliamo ora di profughi. Tanto per iniziare una mia curiosità. Cosa prova una persona come te, dedita al sociale quando sente le frasi: aiutiamoli a casa loro, non sono come noi, vogliono la sostituzione etnica…

R. Beh…aiutiamoli davvero! Tante volte questa frase è la scusa per nascondere i problemi sotto il tappeto e per non occuparsene affatto. Sostituzione etnica… ribalto la domanda, quale è l’etnia degli Stati Uniti d’America, probabilmente il paese più all’avanguardia del mondo? Siamo sicuri che la difesa della presunta purezza etnica sia così importante e necessaria?

D. Scrivi che sei stato nell’isola di Lesbo, in Grecia, in quel campo profughi di cui abbiamo visto immagini tragiche. Cosa hai provato?

R. Disagio e tristezza, perché quel campo è il biglietto da visita che offre l’Europa a chi arriva sul suo territorio. Vedere bambini, come i miei nipoti, dietro le sbarre, fa male. Va detto poi che quasi tutti i “reclusi”, hanno i requisiti necessari per ottenere il visto umanitario, c’è una volontà diabolica di allungare i tempi e di rendere dura la vita delle persone. Nel libro parlo della realtà dei Corridoi Umanitari, un modello di immigrazione sicura, accogliente, possibile, portato avanti da Sant’Egidio in collaborazione con altre realtà cristiane.

D. Prima di passare a parlare del tuo libro, alcune domande più leggere. Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

R. Camilleri, Manzini, Jo Nesbo, Jorge Amado.

D. Guarda caso sono anche i miei preferiti. Ultima domanda frivola. Sei tifoso della Roma e questo te lo posso far passare perché nei miei 21anni romani i giallorossi li ho visti giocare più volte. Non sei un “mouringnano” visti i tuoi post. Anche a me è antipatico. Però la Roma quest’anno – dopo una falsa partenza – sta risalendo in classifica

R. Vediamo… il Campionato è ancora lungo, secondo me Mourinho punta sulla Europa League, comunque il problema è che abbiamo molti giocatori in non buone condizioni fisiche.

D. Ed ora veniamo al libro “Chiesa in uscita, seguendo Papa Francesco“. Intanto perché questo titolo

R. Perché il libro prova a portare alla luce la realtà di parrocchie ed associazioni che hanno preso sul serio l’invito del Papa a vivere una Chiesa in Uscita.

D. Scrivi che hai girato parrocchie per capire dove va la Chiesa. Una Chiesa dei poveri, degli ultimi e non delle Curie

R. Allora, i luoghi che io ho visitato raccontano di un Vangelo vissuto. Ho incontrato pastori che conoscono l’odore delle proprie pecore, per citare Papa Francesco. A partire dai poveri, dal servizio agli ultimi, possono rifiorire le comunità cristiane. Attenzione, io però ho operato una scelta, ho visitato realtà che avevo selezionato. Purtroppo non tutta la Chiesa è così, e lo sappiamo.

D. A proposito di questo, cosa pensi quando vedi politici farsi fotografare con rosari e poi non accogliere i poveri?

R. Penso che sviliscano la parola del Vangelo, penso che non siano dei veri cristiani.

D. Nel libro parli di Padre Pino Puglisi. Ho avuto l’onore di conoscerlo, mi fece una grande impressione. Cosa racconti nel libro

R.beh….leggetelo! Comunque più che di lui, parlo della attualità, dell’opera del Centro Padre Nostro, nata grazie a Don Pino ma oggi portata avanti dai suoi successori. Dico solo che grazie a lui oggi Brancaccio è un quartiere migliore di trenta anni fa.

D. Il tuo viaggio nelle periferie sei passato per Scampia, quartiere difficile di una Napoli bellissima. Ma Scampia vista da te è uguale a quella che si vede nei film sulla camorra?

R. Non lo dico io, lo afferma il parroco che intervisto, il racconto spesso non corrisponde alla realtà. Scampia non sarà New York, ma oggi ad esempio c’è la sede distaccata della Facoltà di Medicina della Federico II, insomma è un quartiere che, anche grazie al lavoro della Chiesa, sta pian piano uscendo dal clima tetro e pessimista.

D. Il futuro e la speranza. Come si può essere fiduciosi in un mondo dove in ogni angolo scoppiano conflitti, dove la guerra e la morte la fanno da sovrana

R. Ribalto la domanda, come si poteva essere ottimisti nel dopoguerra, nel ’68 durante la guerra in Vietnam, come si poteva sperare prima della Caduta del Muro? Ci sono le sorprese della storia, ci sono eventi, persone, non so penso a Martin Luther King, a Giovanni Paolo II, in grado coi loro comportamenti di cambiare il corso delle cose…

Mario Scelzo con Papa Francesco

D. Infine una domanda su questo papato. Premetto che Papa Francesco mi è molto simpatico e ammiro moltissimo alcune sue prese di posizioni. Leggo sui social – e non solo – che sta montando una forte critica sul suo operato da una parte della Chiesa – sempre di destra – che accusa addirittura Francesco di essere l’Anti Cristo. Tu cosa ne pensi e perché essere a fianco degli ultimi è così inviso al potere conservatore?

R. Domanda complessa. Credo esista una parte della Chiesa troppo attenta alla tradizione ed ai cosiddetti valori non negoziabili. Una Chiesa delle regole e non della Misericordia. Penso che anche Gesù incontrò l’ostilità dei farisei e dei dottori della legge. Per come intendo io il Vangelo, la compassione, l’amore, la misericordia “superano” le regole, che mi importa se una persona è separata, è omosessuale, se poi crede e mette in pratica le parole del Vangelo? Va anche detto che gli attacchi al Papa fanno rumore, e che esiste un network di media, specialmente nord americani, molto capaci di amplificare gli attacchi al Santo Padre. Ho scritto il mio libro anche per dare voce ad una maggioranza silenziosa che invece si riconosce nel lavoro e nelle parole del Papa.

D. Infine l’ultima domanda marzulliana, sempre quella, per coloro che intervisto: fatti una domanda e datti una risposta.

R. Questo libro ti ha lasciato qualcosa? Sì, ho conosciuto tante persone di buon cuore, ho visto coi miei occhi che è possibile sperare in un mondo migliore, ho contemplato la grandezza di santi come Don Pino Puglisi, e dei tanti santi della porta accanto che silenziosamente compiono il bene.

Questa bellissima e interessantissima conversazione-intervista con Mario Scelzo, finisce qui. Abbiamo toccato temi profondi e difficili, temi che sono sotto i nostri occhi tutti i giorni ma che, spesso, facciamo finta di non vederli o ci voltiamo dall’altra parte.
Il libro di Mario Scelzo “Chiesa in uscita, seguendo Papa Francesco” lo recensirò appena possibile.
Intanto per chi volesse acquistarlo, questo il link per acquisto on line etabeta-ps.com/scheda-libro/mario-scelzo/chiesa-in-uscita-seguendo-papa-francesco-979-12-5585-227-8-3407.html…
Se invece desiderate averlo in formato kindle, siete pregati di rivolgervi direttamente all’autore tramite un messaggio privato in uno dei suoi social.


Questa che avete appena letto è la diciottesima conversazione-intervista che pubblico sul mio blog.
Le precedenti sono:
1) Conversazione con Roberto Mantovani (@RobertoRedSox): un taxista bolognese differente pubblicata il 11 agosto 2022
2) Intervista-conversazione con Anna Salvaje (@annasalvaje): la donna misteriosa del 15 settembre 2022
3) Intervista a Rudy Bandiera (@rudybandiera): creator, influencer, professore, comunicatore del 21 settembre 2022
4) Conversazione-intervista con Dora Esposito (@doraebasta): “una bionda” da raccontare ed ascoltare attentamente del 10 ottobre 2022
5) Conversazione-intervista con Micaela Buschi: un’adorabile avvocato con tantissimi pregi e qualche difettuccio (che la rendono ancora più simpatica). “Imperdibile” come dicono i suoi fans del 21 ottobre 2022
6) Conversazione – intervista a Monica Lazzari, la Salentina dell’acca (H) finale. La Fornostar di ricette salentine e non solo del 17 novembre 2022
7) Conversazione-intervista con Maria Servidio, da Bari, con simpatia, umorismo e gioia di vivere del 28/11/2022
8) Conversazione-intervista con Antonella Carulli, da Gravina in Puglia al nord Italia con furore, per me la n.1 del 12 dicembre 2022
9) Conversazione-intervista con Annina Botta, una trentenne dalla penna facile ma dolce dolce (almeno così appare) del 11 gennaio 2023
10) Conversazione-intervista con Susi Comizzi, da Pesaro: in fondo volevo essere solo una hippy 🌺🌺🌺🌺🌺 del 23 gennaio 2023
11) Conversazione-intervista con Mariangela Pani, giornalista professionista, felicemente pensionata. del 11/04/2023
12) Conversazione-intervista con Nicoletta Lucheroni, torinese, granata, autrice di “E’ un medicinale” del 5 giugno 2023
13) Conversazione-intervista con Anna Vinci, catanese di Catania del 21 luglio 2023
14) Intervista a Kenta Suzuki, ambasciatore della cultura giapponese in Italia del 21 agosto 2023
15) Conversazione-intervista con Mariateresa Belardo, #lapennallarrabbiata del 15 settembre 2023
16) Conversazione-intervista con la dottoressa Alice Rotelli, dottoressa 2.0 del 23 ottobre 2023
17) Intervista a Maurizio Montigiani, Associazione dipendenti – azionisti del Monte dei Paschi di Siena del 27 novembre 2023

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)