Intervista a Rudy Bandiera (@rudybandiera): creator, influencer, professore, comunicatore

foto fornita da Rudy: ph Andrea Verzola | www.andreaverzola.com

Questa è la terza intervista a personaggi dei social che reputo interessante e con qualche marcia in più rispetto agli altri.
Nel mese di agosto ho pubblicato l’intervista – che chiamo poi conversazione – con il taxista più figo di Bologna – Roberto Mantovani – taxi Bologna 5 – che potete trovare a questo link Conversazione con Roberto Mantovani (@RobertoRedSox): un taxista bolognese differente che ha avuto un grande successo di visualizzazioni. La scorsa settimana – invece – ho conversato con Anna Salvaje che trovate a questo link Intervista-conversazione con Anna Salvaje (@annasalvaje): la donna misteriosa che ha ottenuto il record di visualizzazioni uniche.
Oggi tocca a Rudy Bandiera.



Ho sempre pensato che i social potessero assomigliare ad una grande famiglia – casomai allargata – comprendente un’umanità varia facilmente rintracciabile e identificabile nella realtà.
Poi sono arrivati i leoni da tastiera, i webeti e da allora i social sono diventati strumenti di odio, di calunnia, di prevaricazione.
Ma le belle amicizie – quelle vere – sono rimaste inalterate nel tempo.
E proprio perché ho sempre pensato ai social come una grande famiglia, Rudy Bandiera l’ho visto crescere – nel senso lavorativo e professionale – proprio fin dall’inizio.
Mi ha sempre incuriosito questo personaggio, un po’ pacione e un po’ intellettuale, sempre educato, sempre interessato a tutte le novità tecnologiche e comunicative.
Insomma, un grande fanciullo nel corpo di un adulto.
Poi la parlata: indiscutibilmente ferrarese che può sfuggire a chi non conosce questa meravigliosa città – ma non a me che sono bolognese di confine – ed ho frequentato le scuole superiori a Ferrara.
Sono stato colpito dalle capacità di Rudy quando l’ho chiamato – anni fa – ad un corso di comunicazione e sull’uso dei social nel sindacato in cui ero segretario generale. Ancora se ne parla di quell’esperienza.
Adesso Rudy scrive libri, va in televisione, frequenta le radio più importanti, insegna all’Università, bazzica negli ambienti di primo livello.

Il castello di Ferrara – foto tratta dal web

Nonostante ciò è rimasto – pur crescendo con l’età – quell’eterno fanciullo con gli occhi e la mente aperti alle novità del vivere quotidiano.
E allora come non poterlo intervistare. Il compenso? Una colazione ipercalorica quando il tempo tenderà più al freddo nel bar di fronte al meraviglioso Castello degli Estensi a Ferrara.

D. Cominciamo questa conversazione. In molti tuoi post non nascondi le tue umili origini da operaio. Adesso raccontaci bene. Quando hai capito che il mondo della comunicazione e dei social era il tuo mondo?

R. Quando sono nato! Per la verità ho sempre avuto delle velleità comunicative: leggevo moltissimo, scribacchiavo e capivo di essere efficace a comunicare ma non avevo un canale per poter raggiungere un pubblico. Quando sono arrivati i blog, ancora prima dei social, ho capito che avevo qualcosa di valore da dare.

D. Beh, dal blog ad oggi di strada ne hai fatta. Parlavo prima dell’esperienza fatta con il mio ex sindacato, parlaci in po’ di cosa racconti in questi eventi

Rudy Bandiera

R. Io amo dire che cerco di lasciare le persone più confuse di quanto non fossero quando ci siamo trovati a inizio giornata. Non perché non racconti nulla di utile ma semplicemente per il fatto che approfondisco molte cosa che credono di sapere.
Il grande problema del mondo digitale è che tutti, ma proprio tutti, pensiamo di saperla lunga. Tipo la teoria del “lo fa mio cugino”. Ecco, quella roba li.

D. La teoria del cugino, davvero forte. Quello che mi ha sempre colpito di te è come fai partecipe il pubblico ai tuoi eventi. È studiato o ti viene spontaneo?

R. Per la verità mi viene spontaneo, credo sia quello che possiamo definire un talento anche se in seguito l’ho perfezionato.
Per molto tempo l’ho usato solo in situazioni di pubblico “controllato”, che so colleghi, parenti e amici ma capivo che poteva essere qualcosa di più. Non dico di sentirmi l’eletto, per carità! Solo di avere un talento che sono riuscito a fare diventare un lavoro e, aggiungo, sul quale si deve studiare tanto. Sì, perché essere talentuosi è l’inizio del percorso: dopo si deve studiare.

D. Condivido questa tua affermazione: con il talento si nasce, poi bisogna studiare per potersi migliorare. È un mantra che vale per qualsiasi professione e mestiere. Adesso veniamo all’attualità! Professore universitario. Capperi, parlacene un po’

R. In realtà ho un master fisso, a Venezia in IUSVE, che faccio tutti gli anni, e poi tengo lezioni a master in giro per l’Italia (l’ultimo è stato in IULM a Milano) ma non ho più il corso di laurea come qualche anno fa.
In ogni caso è un’esperienza BELLISSIMA! Il contatto con i ragazzi è magnifico ma non credo sia la mia strada. Preferisco il palco all’aula.

photocredits: Andrea Verzola | www.andreaverzola.com

D. Ti definisci più creator o creatore? Nel senso cosa crei?

R. Si si, non come Dio eh 😀
Viene definito creator chi usa i social in maniera creativa e che genera contenuto per le piattaforme: se uno fa un video tutti i giorni per TikTok posiamo definirlo creator, ecco.

D.
Da Rudy creator a Rudy scrittore. Sulla tua bio affermi che hai scritto 5 libri. Incuriosisci i miei lettori, quali sono e di cosa parlano

R. In realtà sono molto diversi tra loro. Uno parla di tecnologie del presente e del futuro, uno di “atteggiamenti” per vivere una vita online sana e gli ultimi, tutti, di umanesimo digitale votato al business che volgarmente possiamo definire pubbliche relazioni digitali. Il mondo dei social, degli influencer? Ecco, quelle cose li.

D. Quello che mi piace di te è che non ti nascondi mai le tue passioni. Ti piacciono da matti i video giochi, ma non ti sembra di tornare un po’ fanciullo e non hai paura dei soliti leoni da tastiera pronti sempre a criticare qualsiasi cosa?

R. Bellissimo tema Massimo! Non ho per nulla paura di qualche imbecille che possa insultarmi, assolutamente no. Quello che mi spaventa nel mostrare alcune mie passioni, come i videogiochi appunto, è il rischio di gettare anni di posizionamento di brand – il mio – alle ortiche perché le persone non capiscono di cosa parlo.
Poi, detto tra me e te, concordo con George Bernard Shaw: l’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.

photocredits: Andrea Verzola | www.andreaverzola.com

D. È vero, mai smettere di giocare e di pensare. L’altro giorno, facendo jogging e ascoltando RTL 102,5 ho sentito una voce che conosco bene: la tua. Raccontaci di questa esperienza e collaborazione?

R. Siamo amici, diciamo così. Ho iniziato per caso discutendo con Fulvio Giuliani, ex capo redattore di RTL 102.5 su Twitter: discutemmo di una loro puntata, ma in modo pacato e maturo. Da lì siamo diventati amici, ci sentiamo piuttosto spesso (e spesso parliamo di videogiochi di cui Fulvio è grande appassionato, senza farne mistero) e con gli altri ragazzi della redazione siamo rimasti legati da una sorta di collaborazione random: quando hanno voglia mi chiamano e io ci sono.

D. Tranquillo stiamo arrivando alla fine. Parliamo di Ferrara, la tua città e un po’ anche la mia visto che mi sono diplomato geometra proprio fra gli estensi…

R. La amo da morire. Lo so che sembra una cosa banale e scontata ma in realtà avrei molte più opportunità e possibilità lavorative spostandomi e, non avendo figli, potrei farlo domani mattina, ma non voglio. Ferrara ha la caratteristica di essere una città perfettamente a misura d’uomo. Cosa non comune come potrebbe sembrare.

D. Ultima domanda. I tuoi video. Perfezione tecnica, grande intelligenza, brevità, sono queste le caratteristiche principali. Sei poi passato dai video normali, a quelli con i sottotitoli a quelli di oggi con le faccette buffe. Non ti adegui mai …

R. Vuoi la verità: sono un uomo terribilmente tendente alla noia! Penso e ricerco e studio un sacco per inventare nuovi format ma appena li metto in piedi mi stancano e voglio cambiare. So che a livello comunicativo questo è sbagliato ma non riesco a fare altrimenti. Non sono uno che evolve, come potrebbe sembrare, da fuori ma sono uno che cambia, semplicemente per il giusto di cambiare.

Grazie Rudy per questa splendida intervista che ci ha portato nel mondo dei social, della comunicazione, del brand.
Rudy Bandiera lo potete trovare su Facebook come Rudy Bandiera (5.000 amici); su istagram rudybandiera (19.300 follower); su youtube 6.840 iscritti; su twitter @rudybandiera (43168 follower) e su linkedin sempre come Rudy Bandiera

Volete un esempio di come si possono costruire video intelligenti e molto comunicativi? Ecco due esempi:

Una lezione sulle e-sim video tratto da youtube pagina di Rudy Bandiera

oppure:

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)