Conversazione-intervista con Annina Botta, una trentenne dalla penna facile ma dolce dolce (almeno così appare)

Annina Botta – foto tratta da Facebook

Dopo il lungo viaggio attraverso la Puglia accompagnato da Maria, Monica e Antonella (non a caso è una regione lunghissima e chi la percorre in auto se ne rende conto), torno nel profondo Nord e precisamente nel Veneto.

Oggi incontro e converso con una giovane ragazza con la quale sono “amico” su facebook da tempo.

Se fino ad oggi avevo conversato con persone con una vita vissuta sulle spalle (che giro di parole per dire dai quarant’anni in su, senza rivelare le loro età), con Annina affronto uno spicchio di vita breve ma intensa vissuta da una ragazza veneta o “polenterrona”, come si definisce.

Ho sempre frequentato e lavorato con i giovani e quindi non mi trovo in imbarazzo, anche se converso con chi – come nel caso di Annina – potrebbe essere mia figlia. Quindi userò grande tatto, molto delicatezza però mi piace capire come i giovani vedono il mondo, quali prospettive hanno, con quali ideali crescono e come si rapportano con il futuro.

Annina ha poi un grande dono. Scrive benissimo e scrive cose interessanti legati alla propria vita, al proprio modo di essere. Annina si definisce un’ansiosa generalizzata. Poi ci spiegherà cosa vuol dire. A mio modo di vedere le cose è, come moltissimi giovani, preoccupata per i compiti futuri e per le responsabilità che dovranno assumersi con l’andare del tempo.

Sono troppo retorico in questa presentazione? Forse. Ma lo scopo di queste conversazioni è proprio quello di approfondire i temi.

Come scrivevo all’inizio Annina è presente su Facebook con oltre 4.500 amici e 9.500 follower e su Instagram con oltre 2.200 follower.
Ama definirsi più bella in foto che dal vivo, sarà la solita mania di sminuirsi?
Bando alle ciance, andiamo a conoscere meglio Annina…

D. Ciao Annina. Cominciamo questa conversazione partendo dalla geolocalizzazione. Sei veneta, vicentina, di Thiene se non sbaglio. Parlami del luogo dove vivi…

R. In realtà sono Campana!
… Bingo. Prima domanda, primo errore …
Abito in Veneto fin da piccina (nonostante una parentesi di alcuni anni in provincia di Salerno da adolescente). Ti dirò, ovviamente adoro le mie origini meridionali ma altrettanto adoro il Veneto. Infatti scherzosamente mi definisco “polenterrona”. Specialmente la zona dell’Altovicentino la considero proprio casa mia. Geograficamente è posizionata molto bene, è tranquilla ma culturalmente vivace, dalla vivibilità gradevole, il cibo è fenomenale (come ovunque nello stivale). Inoltre vorrei davvero sfatare il mito dei polentoni freddi. Per carità ce ne sono ma come ovunque. Qui ho trovato tantissimo calore umano, grandi amici e persone davvero dal cuore non caldo, ma cocente!

Annina Botta – foto tratta da Facebook

D. Sul tuo profilo facebook non nascondi – come molti/e (nota il maschile prima del femminile) la tua età. Sei giovanissima e lo puoi fare tranquillamente. Ci racconti qualcosa della tua vita, da dove provieni, che esperienze hai avuto con la vita

R. La mia vita è una vita come tante. Dolori, gioie, fallimenti, lutti, errori (tanti!). Come dicevo prima sono di origini Campane, i miei genitori sono divorziati e mia madre venne a lavorare in provincia di Vicenza come insegnante a seguito della separazione. La loro separazione l’ho vissuta serenamente, soprattutto grazie a loro che non si sono fatti la guerra.

D. Parliamo ora della scuola che hai frequentato: ragioneria. Ricordi, torneresti a frequentare questa scuola oppure cambieresti indirizzo. E la scuola cosa ti ha lasciato di positivo e negativo?

R. Mi sono diplomata quasi vent’anni fa! Devo davvero riesumare i ricordi. Mmm, scelsi quell’indirizzo più per comodità che per attitudine. Mi ero appena ritrasferita giù, al Paese di mio padre, ero una preadolescente che lì non aveva amici, molto molto timida (lo so, sembra incredibile ma lo ero moltissimo) e scelsi di iscrivermi nell’istituto più vicino geograficamente e soprattutto frequentato da mio cugino. Almeno sapevo di conoscere lui, avevo un appoggio. Se non ci fossero state queste dinamiche probabilmente avrei scelto un altro percorso di studi. La scuola personalmente non l’ho mai vissuta male. Ho sempre cercato di avere la massima resa con la minima spesa.

D. Cominciamo adesso a capire meglio chi è Annina. Su facebook, ormai da oltre un anno hai un “post fissato” che non lascia nessun dubbio su quello che pensi. Ecco vorrei partire proprio da qui, per affrontare alcuni temi che mi interessano e capire come la pensano i ggggiovani come te. Cominciamo con l’omofobia

R. Cosa ne penso? Sai che sono abbastanza “ruspante” quindi parlerò senza filtri. Credo che sia da stronzi. Certo, così è semplicistico. Ci sono tante disamine sociologiche, psicologiche, culturali, religiose da fare. Ma, al netto di ogni approfondimento e analisi, credo che sia comunque inaccettabile. Ogni forma di discriminazione attuta per motivi di sesso, orientamento sessuale, pratiche sessuali eccetera è inammissibile. La sfera intima di una persona non è un metro di misura per il valore umano di quella persona. La sfera intima è solo un frammento nella moltitudine di sfaccettature che costituiscono un essere umano nella sua umanità. Per quanto mi riguarda l’unico paletto imprescindibile è la consensualità, dopodichè ognuno può e deve fare ciò che vuole, ciò che sente e ciò che le sue naturali propensioni lo portano a seguire.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

D. affrontiamo ora un’altra “malattia” della nostra epoca: il razzismo. Tu abiti nel Veneto dove nel passato sono state forte le contrapposizioni, oggi mi sembra cambiato l’orientamento dei veneti. Il tuo parere?

R. Ogni tanto sento qualche spacconata razzista ma, devo essere sincera, accade davvero molto raramente. Da piccina, quindi trent’anni fa, mi è successo di essere canzonata un paio di volte come la “terrona” in senso dispregiativo ma sono state occasioni rarissime e tra l’altro risolte tempestivamente e molto intelligentemente dai genitori. Ormai anche il razzismo è restato appannaggio di una sottonicchia di affezionati nostalgici dell’ex Lega Nord degli albori. Personalmente non conosco nessuno di questi figuri, non ci ho avuto a che fare direttamente nella vita. Tra le mie conoscenze, fortunatamente, ci sono persone estremamente umane e intelligenti. Il razzismo più che altro lo leggo sui social. Proveniente da ogni altitudine. Leggo cose terrificanti. Molti su internet credono di poter dare libero sfogo alle proprie cloache interne solo per quel cosiddetto “diritto di opinione” che scambiano col diritto di offesa, ingiuria e vomito sulle altrui sensibilità.

D. Un altro argomento che mi interessa. I femminicidi, le violenze contro le donne e non solo quelle sessuali, sono ormai un dramma per la nostra società. Tu come la vedi?

R. Su questo tema ho, probabilmente, una visione leggermente controversa.

… interessante, stavolta l’ho azzeccata la domanda
R.
Cercherò di essere il più chiara possibile per la delicatezza e complessità dell’argomento. La violenza sulle donne è una realtà. Non potrei mai negarlo, io per prima da ragazza ho avuto un compagno patologicamente geloso che in più occasioni mi ha usato violenza psicologica e soprattutto fisica. Quindi so perfettamente cosa significa, l’ho provata sulla mia pelle. Il terrore, la paura per la propria vita, il senso di colpa. Perché le vittime si colpevolizzano. Insomma il discorso è complesso e come tutto richiederebbe analisi molto più approfondite. Quindi la problematica della violenza sulle donne è reale e su questo non discuto. Sono solo molto dubbiosa su questa retorica del patriarcato. Insomma, il patriarcato ha penalizzato anche gli uomini. Lavori usuranti, leva militare ecc. Si potrebbero portare mille esempi. Il modello patriarcale ha distrutto tutti, indiscriminatamente. Sarà che a me non piace parlare di uomini, donne, bianchi, neri, etero, omosessuali. A me piace parlare di esseri umani, persone, individui. Che possono essere belle, brutte, buone, stronze. Questo non viene definito da niente di ciò che ho elencato poc’anzi. Non credo che biologicamente ci sia un gene che rende gli uomini violenti e stupratori in quanto fisicamente maschi. Il problema va trovato nel tessuto sociale, nell’educazione etica e culturale. Negli esempi e input.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

… giustissimo, concordo, ma cosa non condivido del “comun sentire”?
R. Francamente ci sono tante cose che non condivido quando si parla di violenza sulle donne (che è un problema reale, voglio ribadirlo perché c’è sempre chi finge di non capire). Insomma, per molte donne il femminismo è diventato la scusa per disprezzare gli uomini, per esprimere la propria misandria. Insomma mi sembra assurdo combattere l’odio con l’odio. La violenza fisica è orribile, fa male, strappa la vita, annichilisce, lascia ferite insanabili. Ma non trovo corretta questa narrazione che vuole tutti gli uomini come mostri o potenziali tali. Come se fossero tutti agnelli travestiti da lupo. Anche le donne sanno ferire e rovinare la vita a un uomo. Solitamente usando altri mezzi che esulano dall’aggressività fisica ma comunque orribili. Insomma, si dovrebbe davvero parlarne seriamente e senza filtri e perbenismi. Ammettendo anche gli aspetti più scomodi. Solo così si potrebbe davvero venirne a capo. Anche perché, tornando ai famosi commenti sui social, sono le donne le prime a commentare “se l’è cercata” sotto alle notizie di stupro. Sono le donne le prime a dare della “troia” alle altre donne. Mi sembra che si debba indagare seriamente sulle cause di questa degenerazione.

… e sulle femministe, cosa ne pensi?
R. Non voglio nemmeno esprimermi sulle presunte femministe che portano avanti la lotta con espediente veramente demenziali come la libertà ai peli. Ognuno può depilarsi o meno, ma renderla una battaglia di lotta al maschio brutto e cattivo mi pare proprio stupido. Insomma un conto è stata la lotta culturale passata anche attraverso l’abbigliamento negli anni sessanta ma qui si sta raggiungendo l’assurdo.

D. Sono andato a rivedere i contatti che abbiamo avuto nel passato e ho trovato un post ove ti ringraziavo perché avevi parlato della sessualità femminile con grazia e grande franchezza. Ogni tanto mi chiedo quanto è arretrato questo paese.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

Molto arretrato. Ma come vedi è una cane che si morde la coda. Cambiano le domande ma le risposte sono simili e le motivazioni anche, così come per l’omofobia il problema è sempre che si associano valore umano dell’individuo e sessualità. Come se fare sesso in un certo modo, con certe persone, con più o meno partner, abbia una qualche attinenza con la struttura umana ed etica della persona con cui ci si interfaccia. Mi ripugna proprio il concetto in sé che la sessualità possa essere usata come metro di giudizio dello spessore e valore di chiunque. Da donna posso dire che siamo ancora indietro. Ed è paradossale pensare che le donne sono le prime a essere ferocissime nei confronti delle altre.

D. Da quello che leggo sei single, come mia figlia. Non diventerò mai nonno ma non mi pongo questi problemi. La mia ingegnera – quando affrontiamo questo argomento, raramente perché s’incazza come una bestia – mi dice che trova solo uomini imbecilli e quindi meglio non cercarli. E tu come la pensi?

Domanda di riserva? No, dai, scherzo. In amore ho fatto una sequela infinita di scelte del cazzo. Ho avuto anche un po’ di sfortuna a incontrare certi personaggi ma tranne in alcuni casi estremi devo assumermi le mie responsabilità. Ho trovato qualche coglione ma ho io per prima me li sono scelti coglioni ben consapevole che lo fossero. Sono una romantica, in realtà mi piacerebbe trovare un grande amore. Chissà, ci spero ma ultimamente sono abbastanza sfiduciata a riguardo.

D. Un dubbio – questo è una cosa fra me e te e le tue migliaia di fans – come è finita la questione con il farmacista?

Non ha avuto seguito. È stato una delle svariate cotte che prendo quotidianamente.

D. A proposito di farmacista. Come hai vissuto il periodo del covid, le relative polemiche, le restrizioni e il ritorno alla vita normale?

R. All’inizio è stato un incubo. Ero davvero terrorizzata. Sono ipocondriaca e me lo sono vissuta veramente male. Piangevo la maggior parte del tempo, dire che ero paralizzata dalla paura non è esagerato. Poi piano piano ho cercato di razionalizzare. Nella gestione del Covid credo che si possano dire tante cose. Non è stata perfetta. Tralasciando i primi periodi in cui effettivamente non sapevamo nulla, eravamo il primo Paese occidentale ad essere colpito e non avevamo informazioni o esempi da seguire poi mi è sembrata una gestione un po’umorale. Anche la comunicazione è stata tremenda. Medici che si facevano la lotta mediatica e si smentivano fra loro, comunicazioni schizofreniche su vaccini e norme. Basti ricordare il casino con Astrazeneca. E io sono totalmente e assolutamente pro vax e mi affido sempre alla scienza che è l’unica cosa in cui credo. Ma hanno fatto degli errori comunicativi e decisionali che sembravano proprio strizzare l’occhio alla nascita di teorie complottiste- Purtroppo la realtà credo che sia peggiore. Nessuna intenzione di sostenere i complottisti, solo ed esclusivamente palese incompetenza comunicativa e non solo.

D. Annina e la musica, Annina e i libri, cosa ascolti, cosa leggi?

R. Domandona ostica! Sarò super sintetica mettendo solo ciò che preferisco maggiormente sennò più che un’intervista sembrerà un saggio breve. Musica: rock, punk, cantautorato italiano, j-pop, j-punk metal. Libri: leggo davvero di tutto! Ultimamente mi piace Philip Roth ma veramente sarebbe impossibile fare un elenco di autori o letture. Ho amato Thomas Hardy, come ho adorato Svevo o Bulgakov o Dostoevskij. Ma è impossibile, davvero. Ce ne sono troppi autori e libri che ho amato e amo. Mi sembra di fargli un torto e menzionarli tutti non è fattibile. Ah però una cosa ci tengo a dirla, nonostante i miei 35 anni leggo spesso Topolino! Credo che mi piacerà per sempre (anche se il mio personaggio preferito è Paperoga). Poi nel campo dell’intrattenimento voglio citare anche gli anime. Sono molto appassionata di animazione giapponese.

D. Passiamo ora a cose più leggere, perché altrimenti ci facciamo il sangue amaro. Una curiosità, come se fosse la prima. Ami gli animali?

R. Certo! Il mio sogno è di avere una casa sufficientemente grande per poter avere cani, gatti e un maialino domestico. Sono buffissimi e molto carini.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

D. Sei nata il giorno dopo Ferragosto. Sui social non ti nascondi e non farò fatica a trovare tue foto da allegare a questa conversazione. Ma non ho mai trovato una tua foto al mare. Non ti piace?

R. In realtà ho sempre evitato.

… ecco, seconda gaffe …
R. Come si può notare sono abbastanza prosperosa. Non nascondo il seno ma mi scoccia che anche se mi vesto normalmente con una canotta mi arrivino commenti o messaggi privati al limite del porno. E io diventi solo la portatrice sana di “tettume”. Se mettessi una foto in costume penso che mi darebbero il tormento. Già mi riempiono di “dick pic” (nda credo non ci sia bisogno di traduzione) non richieste perché “guarda che tette sicuramente hai voglia di c….”.Che francamente non ho capito la correlazione. Cioè se avessi le tette piccole non ne avrei voglia? Non ho ancora ben capito il nesso. Ma sono stanca di avere tutti questi batacchi in chat, di gente che neanche legge cosa scrivo e gli basta una foto in canotta per decretare che sono una porca. Probabilmente lo sperano. Ad ogni modo vorrei evitare di incoraggiarli perché ormai sono diventata, mio malgrado, una professionista di foto di batacchi e la mia aspirazione non è di diventare una sorta di Maia Maionchi e aprire un contest del “pene factor” (nda anche in questo caso reputo non necessaria la traduzione).

D. Sto ridendo come un matto. Qualcosa di più leggero, anzi  etereo. Annina e il fumo. Fumi sigarette elettroniche. Hai poi trovato l’aroma giusto?

R. Al momento fragola e panna ma non mi piace molto. Troppo dolciastro. Penso che il prossimo sarò qualcosa di più fresco.

D. Annina e il divertimento. Balli, sballi (da buona veneta) oppure sei integerrima?

R. L’alcol non lo reggo! Bevo se capita e subito parto per il mio magico mondo di unicorni e glitter. Non sono una bevitrice accanita. Per quanto riguarda altre sostanze non ne ho mai fatto uso. Esclusa una volta in cui ho provato una canna. Ma fondamentalmente sono terrorizzata dalle sostanze di qualsiasi tipo. Anche se sarei d’accordo con la liberalizzazione.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

D. Per le ultime domande torniamo al tuo mondo, quello dei giovani. Come vedi il tuo futuro?

R. Al momento sto attraversando una fase della mia vita particolarmente complessa. Non riesco a immaginare il futuro. Cerco di concentrarmi sul riappropriarmi del mio presente.

D. E cosa ne pensi della crisi climatica?

R. La crisi climatica c’è da anni. Più si aspetta a fare qualcosa di concreto e peggio sarà. Credo che si debba considerare seriamente il nucleare a scopo energetico (che ha un’impiantistica differente dal nucleare per uso bellico). Si dovrebbe fare informazione- e formazione-scientifica di tutt’altro livello.

D. Vorrei sapere anche sapere cosa pensate della guerra in Ucraina e di quello che succede in Iran. Mi interessa molto.

R. Cosa si può pensare? La guerra non dovrebbe esistere in una società civile ed evoluta. Ma ci sono giochi di potere che coinvolgono sempre e solo innocenti e poveri cristi. Che si parli di motivi politici, religiosi, sociali c’è sempre qualcos’altro alla base. E’ il potere, il denaro. Certo, ci sono persone indottrinate che realmente credono a un determinato ideale o dettame ma sono l’ultima ruota del carro. Perché sono state indottrinate? chi l’ha deciso? chi l’ha predisposto? chi ha scelto il credo che li avrebbe plagiati? Ma anche questo è un discorso complesso come tutti gli altri.

D. Infine. La politica. Cosa ne pensi, voti, ho letto quali sono i tuoi orientamenti politici. Come la vedi?

R. Ho sempre votato e ci tengo molto alla partecipazione politica. Detto questo diciamo che sono molto sconfortata. Ad oggi non mi sento rappresentata da nessuno.

D. Siamo alla fine. Quando ti ho contattato mi hai scritto che sei un’ansiosa generalizzata. Ho riso come un matto quando l’ho letto. Spiegami, dai …

R. No no io davvero sono ansiosa! Ma non nel senso di ansia per il futuro o come quelle persone che usano il termine ansia per tutto solo perché credono che vada di moda e non hanno idea di cosa sia. Io ho un disturbo d’ansia generalizzata conclamato. Sono 15 anni che ci ho a che fare. L’ansia è una bestia davvero brutta. Come la depressione o i disturbi alimentari se ne parla poco e male. C’è tanto stigma e poca informazione corretta. Infatti ogni tanto ne parlo io coi post, perché è giusto affrontare la tematica in modo più consapevole e corretto.

Annina Botta – foto tratta da Facebook

D. Ultime due domande. Quelle che faccio alla fine delle conversazioni. La prima sul mondo dei social. Come vedi questo mondo? E hai mai avuto problemi con haters o molestatori?

R. Haters in senso stretto no. Più che altro pervertiti, volgarotti o corteggiatori troppo insistenti o incapaci di accettare un rifiuto garbato. I social, come internet, come moltissime altre sono e potrebbero essere strumenti davvero eccezionali. L’uso che se ne fa purtroppo li sta riempiendo di fango. Serve buon senso e senso della misura, in tutto.

D. Purtroppo siamo giunti alla fine di questa conversazione. Il mio telefono è ancora a gettoni e li ho finiti. Solo il tempo per chiudere con l’ultima domanda, come al solito, imitando Marzullo: fatti una domanda e datti una risposta

R. Il problema è proprio che ho troppe domande e neanche una risposta!

D. Ma come le star, i vip, i cantanti pop, arriva il momento del bis. Annina, davanti a tutti mi inginocchio e ti chiedo … non di sposarmi, perché l’ho già fatto una volta, ma ti chiedo… vuoi scrivere qualche post per il mio blog?

R. ………… (coro muto dell’Aida)

Il bello di queste conversazioni-interviste è la spontaneità. E anche in questa occasione la spontaneità ha trionfato. Annina Botta, si è prestata a rispondere alle mie domande con grande semplicità e chiarezza.

 Nei primi contatti che ho avuto con lei – forse è timida davvero – nell’accettare questa mia richiesta, aveva premesso che sarebbe stata lunga e logorroica nelle risposte. Invece è scaturita una conversazione spiritosa, incredibilmente vera e che ha toccato argomenti importanti senza falsi pudori o reticenze.
Rimane l’incognita dell’ultima domanda.
Rivedremo Annina sul mio blog? Lo spero ardentemente.
Nel frattempo – se avete voglia di leggere qualcosa di interessante – visitate la sua pagina Facebook.

Bene. Anche in questo caso non chiedetemi il numero di telefono di Annina (ormai è diventato una costante di queste conversazioni-interviste. Debbo constatare che nessuno mi ha chiesto il numero di telefono di Roberto Mantovani – il taxista differente di Bologna e d Rudy Bandiera il comunicatore) perché tutto è avvenuto on line tramite messenger.


Questa che avete appena letto è l’ottava conversazione-intervista che pubblico sul mio blog. Le precedenti sono:
1) Conversazione con Roberto Mantovani (@RobertoRedSox): un taxista bolognese differente pubblicata il 11 agosto 2022
2) Intervista-conversazione con Anna Salvaje (@annasalvaje): la donna misteriosa del 15 settembre 2022
3) Intervista a Rudy Bandiera (@rudybandiera): creator, influencer, professore, comunicatore del 21 settembre 2022
4) Conversazione-intervista con Dora Esposito (@doraebasta): “una bionda” da raccontare ed ascoltare attentamente del 10 ottobre 2022

5) Conversazione-intervista con Micaela Buschi: un’adorabile avvocato con tantissimi pregi e qualche difettuccio (che la rendono ancora più simpatica). “Imperdibile” come dicono i suoi fans del 21 ottobre 2022

6) Conversazione – intervista a Monica Lazzari, la Salentina dell’acca (H) finale. La Fornostar di ricette salentine e non solo del 17 novembre 2022
7) Conversazione-intervista con Maria Servidio, da Bari, con simpatia, umorismo e gioia di vivere del 28/11/2022
8) Conversazione-intervista con Antonella Carulli, da Gravina in Puglia al nord Italia con furore, per me la n.1 del 12 dicembre 2022


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)