Dove eravamo rimasti (54): liti furibondi dopo lo sciopero di giovedì; accordo in BNL; qualcosa si muove per la Presidenza di ABI?; l’assemblea del MPS


Aggiornamenti degli articoli pubblicati nel corso della settimana, del mese, degli anni


Liti furibondi dopo lo sciopero di giovedì

Avevo parlato dello sciopero generale indetto da CGIL e UIL nel post Un governo cieco e sordo: condoni ed eliminazione tasse per i ricchi, solo false lacrime per le morti sul lavoro dell’11 aprile.
Non pensavo, però, che questo sciopero provocasse tante polemiche.
Andiamo con ordine.
Già i giornali della destra avevano nei giorni scorsi criticato questa iniziativa di CGIL e UIL – notare l’assenza della CISL, di cui parleremo dopo – quando era solo di 4 ore per tutta Italia e prima della strage di Suviana.
Ieri – dall’alto della sua saggezza – è entrata a piedi uniti nel dibattito “nientepopodimeno” la Vice presidente del Senato Lucia Ronzulli – Forza Italia, nota per la vicinanza a Berlusconi – che ha accusato i sindacati – in particolare Landini , mentre per “Bombardieri, persona che a differenza di Landini stimo” ha dolci parole – di “aumentare le ore di sciopero per raccogliere qualche tessera in più in vista dei congressi sindacali. Questo è sciacallaggio. Il segretario della Cgil usa la tragedia di Suviana per fomentare i lavoratori, quasi rappresentasse tutte le sigle.”

Parole fuori luogo, dettate da qualche rancore recondito.
D’altra parte che questo governo sia contro gli scioperi lo si è notato bellamente con la vicenda che ha visto protagonista Salvini. La manifestazione di Bologna (nella foto) è stata la punta dell’iceberg delle iniziative di CGIL e UIL.
Ma la diatriba di ieri è andata oltre a questa dichiarazione. C’è stato uno scontro violento fra Landini (CGIL) e Sbarra (CISL) sulla non partecipazione di quest’ultimo allo sciopero di ieri. Mi ero già occupato di questa situazione tragica del sindacato confederale italiano nel post Morti sul lavoro: ennesima spaccatura fra CGIL – UIL che proclamano uno sciopero generale e CISL che apprezza l’operato del Governo del 16 marzo.
Ormai c’è un solco netto fra CGIL e UIL da una parte e CISL dall’altra.
Fino a quando potrà durare?


Accordo sindacale in BNL

Dopo tanti articoli negativi sulla BNL: cause perse BNL – BNP Paribas: un’altra sconfitta in Tribunale, costretta a riassumere 80 lavoratori. Le reazioni sindacali , disagi per i clienti Dove eravamo rimasti (52): ancora guai in BNL; Unipol, ok di Consob per l’OPA; Mps verso un futuro da public company?; gli stipendi dei ceo delle banche; Generali, il 35% dei dipendenti punta sulle azioni, finalmente una buona notizia.

Bnl Bnp Paribas sarà la prima banca ad applicare le nuove regole della staffetta generazionale previste dall’ultimo contratto collettivo nazionale dei bancari. Con l’accordo sindacale, raggiunto con Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, la banca ha infatti condiviso una riorganizzazione che, secondo il calcolo sindacale, porterà a 908 uscite (quasi il 10% dei circa 10mila addetti) e 776 assunzioni: questo significa che circa l’85% delle persone che escono verranno sostituite, con particolare attenzione alla rete commerciale dove il rapporto sarà uno a uno. Un elemento distintivo di questo accordo, molto apprezzato da tutti i sindacati, perché mediamente negli accordi di settore si fa un’assunzione ogni due uscite“, così scrive Cristina Casadei (nella foto) sul Sole 24 Ore. Ma l’accordo fa da apripista anche nella sperimentazione della nuova staffetta generazionale (non appena ci saranno i decreti interministeriale), con riduzione oraria per chi esce – ma diminuzione meno che proporzionale della busta paga – e nuove assunzioni. Prevista anche una contribuzione complementare aggiuntiva al fondo pensione per le ore non lavorate per evitare qualunque effetto negativo sulla previdenza.
Bene! Ogni tanto una buona notizia, anche dal fronte BNL.


Qualcosa si muove per la Presidenza di ABI?

Ho scritto più volte che a luglio i banchieri italiani dovranno eleggere il nuovo Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana. Presidenza, tenuta saldamente dopo “l’affaire” Mussari da Antonio Patuelli. Ho scritto più volte – l’ultima volta il 26 febbraio È in pericolo la Presidenza di Patuelli all’ABI? Si formerà un’alleanza fra Intesa Sanpaolo e Unicredit? Le notizie dal “fronte” e ho ripreso il tema il 3 marzo Dove eravamo rimasti (49): conclusa la trattativa per il contratto in Unipol e in BancoBPM; sul rinnovo presidente ABI si esprime anche De Mattia; le pretendenti per Pop.Sant’Angelo e il 7 aprile Dove eravamo rimasti (53): Messina (IntesaSanpaolo) vuole davvero prendere l’ABI?; trovato il compratore della Popolare Sant’Angelo?; nessuna risposta da COTABO per Roberto Mantovani. In pratica Carlo Messina – ceo indiscusso di Intesa Sanpaolo – chiede una sistemazione dei rapporti in ABI fra grandi banche e piccole Banche, arrivando a candidare un suo “uomo“, in questo caso Francesco Profumo.
Ora, nel dibattito giornalistico su questa vicenda, si è inserito il “solito ben informato” Rosario Dimito il quale afferma che “due giorni fa si sarebbe riunito il comitato di presidenza per discutere anche di questioni sindacali: la presidente del Casl, Ilaria Dalla Riva, avrebbe detto che c’è da scrivere il nuovo contratto. Patuelli ha fatto il punto sui tempi della procedura ai fini delle candidature che dovranno essere fatte in maggio: solo un paio di volte negli ultimi anni, a marzo si sarebbe delineata la conferma di Patuelli. L’esecutivo di mercoledì 29 maggio dovrebbe fare la proposta da formalizzare nel consiglio del giorno dopo“.
Insomma tutto è ancora in bilico – e come ho scritto più volte – Antonio Patuelli ha tante carte da giocare, ancora!


L’assemblea degli azionisti del MPS

Avevo scritto di questa importante – ma contestata – assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena nel post MPS: mentre Giorgetti apre a futuri assetti, l’assemblea dell’11 aprile si svolgerà senza i piccoli azionisti del 10 aprile.
Ieri li azionisti di Mps hanno detto -come l'”uomo delmonte” sì al bilancio 2023 dando, nel contempo, il via libera allo stacco di una cedola che non si vedeva da 13 anni dalle parti di Siena. Ma a dire sì a tutto ciò è soprattutto il Mef, socio di peso del Montepaschi con il 26% del capitale.
Nulla di nuovo sotto il sole? Sì nessuna novità, anche se si è verificato un fatto abbastanza ilare.

Come scrive Luca Davi (nella foto) sul Sole 24 Ore: “con una mossa al limite del paradossale, dà il disco verde – come da previsioni – alla proposta del Cda di non pagare la tassa sugli extraprofitti introdotta dal Governo stesso con il Decreto Asset. Scelta, questa, in linea con quanto concesso dalla legge, che permette di destinare a riserve non distribuibili 309 milioni di euro circa, ovvero lo 0,26% delle esposizioni al rischio della banca. Ma in palese contraddizione con quanto invece l’Esecutivo stesso auspicava, almeno inizialmente, quando aveva introdotto il balzello sui profitti degli istituti, tanto da aver messo in conto un gettito di alcuni miliardi di euro. Gettito al quale oggi nessuna banca, e tanto meno quella pubblica, ha voluto (legittimamente) contribuire. Difficile d’altra parte che il Tesoro dicesse nodi fronte all’ipotesi di portare a casa un dividendo di 82 milioni sui 314 totali, risultato di una cedola di 0,25 euro per ogni azione“.
Peccato che questa assemblea sia stata per pochi e con non abbia consentito la partecipazione dei piccoli azionisti.
Adesso l’attesa è per la prima trimestrale del 2024.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

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