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Il Ronaldo dei banchieri – Andrea Orcel, ceo di Unicredit – ha colpito ancora.
A lui andranno circa 10 milioni di retribuzione.
Facendo un rapido conto sono 27.397 euro al giorno (di più di un normale lavoratore medio in un anno) e 1.141 euro al minuto (ovverosia cento euro in meno della pensione mensile di mia moglie dopo 45 anni di lavoro). Naturalmente a queste cifre vanno tolte, almeno così dovrebbe essere, le tasse.
Ma al di là delle facili e qualunquistiche battute, la domanda che viene spontanea è questa: sono soldi meritati?
Certamente da quando è arrivato alla guida della Banca di piazza Gae Aulenti – dopo l’infausta gestione di Jean Pierre Mustier – l’istituto ha conseguiti successi e risultati economici importantissimi, fino a diventare una delle migliori banche italiane e perfino europee.
Resta sempre il problema morale dell’elevatissima retribuzione e della differenza tra stipendi dei dipendenti dell’Azienda e quelli dei top managers.
E’ vero che non siamo più nell’era “olivettiana” dove i managers prendevano al massimo 10 volte lo stipendio medio dei dipendenti, però…
Oddio, se confrontiamo questo stipendio – sempre restando nel settore del calcio – con allenatori che prendono dai 5 ai 7 milioni all’anno – e qui spesso esentasse – e non raggiungono gli obiettivi prefissati dalle loro società, la differenza salariale ci potrebbe stare.
Rimane sempre, comunque, un aspetto morale che – per quelli come me – è difficilmente superabile.
Ma veniamo all’azionariato diffuso. Scrive Luca Davi sul Sole 24 Ore: E in questo quadro, come comunicato dal presidente del Comitato Remunerazione Jeffrey Alan Hedberg, alza il velo sull’idea di lanciare un nuovo piano di azionariato diffuso per i propri dipendenti. Il piano, chiamato U-Share ed è riservato ai dipendenti non in posizioni manageriali, prevede l’investimento volontario nelle azioni di UniCredit a cui la banca contribuirà con uno sconto sul valore azionario del 20% al momento dell’acquisto e un premio di un altro 20% nel caso in cui l’investimento venga mantenuto per 36 mesi Il progetto, che verrà lanciato nei primi mesi del 2025, prevede un esborso complessivo stimato attorno a 50 milioni di euro. Ed è chiaro che così facendo il gruppo punta a coinvolgere maggiormente il personale dipendente nell’incremento di valore del titolo atteso dalla banca, dando un ulteriore messaggio di sostegno all’azione.”
Attendo con ansia le valutazioni sindacali sia sul piano di remunerazione di Andrea Orcel che sull’azionariato diffuso.
Ma la storia non finisce qui. E sempre Luca Davi lo spiega benissimo nel proseguo dell’articolo: Tornando al tema dei compensi, UniCredit – così come tutto il settore – si è dovuta adeguare ad una nuova metodologia imposta da Bce che modifica il calcolo del valore delle azioni attribuite ai top manager nel calcolo della retribuzione variabile. Secondo Eba, il prezzo di conversione delle azioni non potrà più essere aggiustato per i dividendi come avveniva in precedenza. La modifica del calcolo del prezzo di conversione delle azioni porta però a una compressione del “fair value” finanziario dei piani di remunerazione euna conseguente riduzione del compenso “reale”. Un effetto giudicato «scorretto» dal board della banca, che ha giudicato «inappropriato» applicare tagliare la remunerazione dei circa 800 top manager, incluso il ceo Andrea OrceL Da qua la decisione di intervenire. E per mantenere invariato il”valore reale” dei livelli retributivi il Cda ha deciso di compensare 1/3 della perdita di valore del fissa e il resto (2/3) del variabile pagandolo esclusivamente in azioni che supporteranno il raggiungimento dei requisiti di possesso azionario assegnato ai manager della azienda. Infine, dalla relazione emerge nel dettaglio il compenso riconosciuto a Orcel: per il 2023 è di 9,95 milioni euro, di cui 3,25 per la parte fissa, 6,5 variabile e 207mila di fringe benefit.
Che dire di più?
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Danilo Demetrio Zema (da Facebook)
Sono emolumenti stratosferici ed ingiustificabili.
Ma, se l’organo di governo li ha stabiliti in cotal assurda misura vi è poco da fare.
Anzi, nulla! Il CDA è sovrano.
Caro Danilo,
sono d’accordo con te sia sulla quantità – e oserei dire la qualità degli emolumenti, per esempio 207.000 di fringe benefit – ma anche dal fatto che lo ha deciso il cda e quindi è tutto legittimo.
Credo, però, che una riflessione più generale su questi aspetti, su questi emolumenti dovrebbe essere fatta. Purtroppo viviamo in un mondo variegato e forse avariato.