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Ennesima sconfitta in Tribunale da parte di BNL BNP Paribas – guidata da Elena Goitini (nella foto).
Della diatriba fra azienda e sindacati ne ho parlato più volte dal 7 ottobre 2021BNL e Credit Agricole: due modi diversi di rapportarsi con il sindacato; 29 novembre 2021 BNL e UnipolSai: due vertenze, due storie diverse; 14 dicembre 2021 Non c’è pace in BNL … una battaglia sindacale da non sottovalutare!!!; 21 dicembre 2021 Il conflitto in BNL: esternalizzazioni pericolose e sbagliate; 27 dicembre 2021 Oggi sciopero in BNL: grande adesione!; 25 gennaio 2022 Sciopero riuscito alla BNL. Adesso che farà la banca? e tanti altri fino all’ultimo del 11 luglio 2023 Dove eravamo rimasti (34): vinta dal sindacato la causa in BNL sull’ esternalizzazione dell’IT; non c’è pace nelle banche di San Marino; la prossima settimana inizia la trattativa per il rinnovo CCNL delle banche.
Rammento a chi se lo fosse dimenticato, le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della banca contro queste esternalizzazioni (vedi foto)
Quindi una nuova vittoria dei lavoratori ex Bnl nei confronti della banca. Infatti il Tribunale di Roma, sezione Lavoro, ha infatti accolto il ricorso di 80 dipendenti contro la cessione (datata 1° giugno 2022) di sette rami d’azienda – o almeno ritenuti tali da Bnl – del settore back office e destinati ad Ast, una srl del gruppo Accenture.
Ricordo – come nel post che ho scritto l’11 luglio 2023 il giudice del lavoro aveva accolto il ricorso dei lavoratori dell’It di Bnl ceduti a Capgemini.
Ha sorpreso, però, la presa d’atto da parte della banca e la decisione di provvedere “con effetto immediato, a ripristinare il rapporto di lavoro con i colleghi interessati dalla sentenza e ad avviare un percorso di informazione e confronto con le organizzazioni sindacali, così come previsto dal contratto nazionale, per procedere alla definizione di soluzioni che permettano il mantenimento della continuità operativa presso Accenture”.
Come riportato da Start Mag del 24 gennaio con un articolo a firma Emanuela Rossi (nella foto), le motivivazioni del giudice sono le seguenti: “Dallo studio della documentazione, secondo il giudice, è emerso che i servizi ceduti nell’ambito del trasferimento dei rami d’azienda richiedevano, anche dopo la cessione, una “continua interazione” con i dipendenti della società, una “imprescindibile integrazione organizzativa” e una “stretta interdipendenza funzionale” dei rami trasferiti con la struttura rimasta in Bnl. Perciò, si legge nella sentenza, il trasferimento di azienda si è “concretizzato nello scorporo di alcune lavorazioni e di alcuni reparti che, anche in seguito alla cessione, risultano privi di autonomia e la cui attività è rimasta strettamente connessa e dipendente all’organizzazione produttiva di Bnl”. Qualche esempio? I reparti ceduti, scrive il magistrato, “non sono in grado di fornire alcuna attività senza una necessaria e continua interlocuzione con i reparti Bnl non ceduti”. Inoltre “operano tuttora seguendo le linee gestionali via via individuate dal reparto Governance Bnl” che “non è stato oggetto di cessione e che non è mai stato sostituito nella nuova realtà societaria di Accenture da un analogo reparto”. I rami ceduti, poi, non risultano autonomi anche per quanto riguarda la formazione delle risorse visto che i lavoratori passati ad Accenture sono stati invitati da Bnl a svolgere dei corsi tenuti dalla banca anche dopo che la cessione era stata perfezionata. Lo stesso si può dire sul fronte economico visto che le attività svolte in Accenture “non producono alcun ricavo indipendente” e sono solo di “ausilio ai reparti della Bnl non ceduti”. Per tutti questi motivi secondo il Tribunale di Roma le cessioni dei rami d’azienda sono inefficaci e il giudice condanna Bnl a “ripristinare il rapporto di lavoro dei ricorrenti alle proprie dipendenze nel posto in precedenza occupato a far data dal 1° giugno 2022, con ogni conseguenza giuridica ed economica”. Infine Bnl ed Accenture in solido dovranno pagare 8.000 euro più Iva per le spese di lite a favore dei ricorrenti.”
Naturalmente le reazione sindacali sono state immediate e non prive di grande soddisfazione non solo per aver vinto la causa ma per la battaglia – che come abbiamo visto all’inizio di questo articolo – è iniziata nel 2021 non firmando ed anzi opponendosi ad accordi aziendali.
Ma la questione non finisce qui. Tommaso Vigliotti (nella foto) – Unisin – afferma convinto che: “aspettiamo con fiducia le ulteriori pronunce nei prossimi mesi”.
Naturalmente non sono mancate le prese di posizione degli altri sindacati Fabi, First, Fisac e Uilca.
Ultima nota. Quanto scritto nel contratto del 2019 sulle esternalizzazioni e sulle cessioni di ramo d’azienda è ancora valido e risponde degnamente alle forzature volute dalle aziende per risparmiare e ridurre i costi.
Peccato che – come ho scritto nel post del 12 dicembre 2023 Cosa c’è e cosa manca nell’ottimo rinnovo del Contratto di lavoro dei bancari questa parte non sia stata migliorata.
Sarà per la prossima volta.
Attendo fiducioso le prossime sentenze.
- Le statistiche del blog con gli articoli più letti nel mese di novembre sono visibili nel post I dati statistici del mese di novembre 2023: battuti tutti i record. Miglior mese di sempre. Grazie, grazie, grazie
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E intanto in Unipol:
https://www.fisac-cgil.it/136669/gruppo-unipol-rinnovo-cia-questo-gruppo-continua-ad-ignorare-i-bisogni-delle-proprie-persone
https://www.fisac-cgil.it/136659/gruppo-unipol-rinnovo-cia-la-trattativa-sta-per-partire
Chissà se mai un sindacato riapparirà? Mistero misterioso, anzi: misteriosissimo!
Carissimo,
effettivamente da settembre – data della presentazione delle richieste per il contratto aziendale – ad oggi – inizio disponibilità aziendale a trattare sono passati quasi 5 mesi. Forse Cimbri e i suoi dell’Ufficio del Personale erano impegnati in altre faccende.
Davvero sono tanti i 5 mesi passati nell’oblio. Pensa che il contratto nazionale dei bancari è stato fatto in tre mesi.
Purtroppo il Gruppo Unipol segue una sua strada. Strada che non mi piace, ma se nessuno dice nulla e non si ribella, si vede che va bene così!
Non posso che darti ragione.