Cosa potrebbe succedere in IntesaSanpaolo e nel sistema bancario italiano dopo la non firma dei sindacati sulla riorganizzazione del lavoro e degli orari?

articolo aggiornato alle ore 18.20 del 05/01/2023 in base a segnalazioni pervenute (1) firma Fisac e (2) non iscrizione ANIA delle assicurazioni gestite da isp

Settimana di 4 giorni

Sono innumerevoli gli articoli in cui ho trattato questo argomento. Tutti i post che parlano di questo argomento li troverete alla fine dell’articolo.
Nell’articolo del 30 dicembre avevo scritto che nei primi giorni dell’anno e prima delle assemblee programmate dalle Organizzazioni sindacali di IntesaSanpaolo, avrei cercato di analizzare la situazione che si è creata dopo la non firma dell’accordo sulla riorganizzazione del lavoro da parte del sindacato e le conseguenze di questo atto unilaterale della Banca.

Per fare un’analisi completa devo, però, partire da lontano e da due considerazioni che possono apparire contradditorie.
La prima è che in IntesaSanpaolo le relazioni sindacali hanno rivestito una grande importanza, sono state di un livello eccellente anche se – per esempio – hanno portato la non firma della Fisac/Cgil sui “contratti ibridi(1) accordo che fu poi firmato anche da Fisac/Cgil.
Non è poi un caso che molte delle innovazioni contrattuali ed economiche siano iniziate proprio da ISP – non a caso la prima banca del Paese – e poi applicate dal CCNL o da altre banche e il proprio amministratore delegato – Carlo Messina – invitato a piè sospinto a tutte le assisi più importanti del sindacato, proprio per spiegare il modello delle relazioni sindacali della banca milanese.

Carlo Messina – ceo Intesa Sanpaolo – foto tratta dal web

La seconda considerazione è che recentemente – proprio per la sensibilità dimostrata da Messina verso le lavoratrici e i lavoratori del suo Gruppo – la concessione – unilaterale e quindi non concordata con le Organizzazioni sindacali – di 500 euro per fare fronte al caro bollette e all’inflazione.
Ho scritto di questa situazione nel post del 31 luglio 2022 Nel silenzio sindacale, Messina (ceo IntesaSanpaolo) eroga 500 euro ai dipendenti come misura contro l’inflazione.
Dopo le proteste sindacali – sempre ISP – arrivò ad un accordo con le organizzazioni interne per l’erogazione di altre 500 euro.

Qualcosa si è rotto in quella macchina perfetta delle relazioni sindacali?

Diciamo che qualcosa è successo e forse qualche ferita l’ha lasciata.
Non è un caso che la trattiva sulla riorganizzazione del lavoro e dell’orario – partita ad ottobre – in gran segreto – sia finita sui giornali e da quel momento tutto è diventato più difficile, fino ad arrivare alla non firma dell’accordo.

Adesso la domanda delle cento pistole è: cosa accadrà ora?
Il Sindacato ha annunciato che consulterà le lavoratrici e i lavoratori in assemblee che verranno convocate dopo il 15 gennaio. L’azienda – dal canto suo – sta già predisponendo la riorganizzazione, facendo circolare i nomi delle 200 filiali in cui sarà sperimentato il 4 x 9 e contattando le lavoratrici e i lavoratori per l’adesione allo smart working.
Nell’ultimo articolo ipotizzavo che – dopo la clamorosa rottura – i cosiddetti “pontieri” lavorassero per una ricucitura dello strappo. Me lo auguro, davvero.
Ma sarei sciocco se non ipotizzassi altri scenari.

Carlo Bonomi – presidente Confindustria – foto tratta dal web

Scenari che mi preoccupano, che mi richiamano ad analogie con il passato in altri settori merceologici.
Il richiamo alla Fiat di Marchionne mi è venuto subito in mente. Se a ciò leghiamo anche l’intervento del Presidente della Confindustria – Bonomi – che sta rilanciando l’ipotesi di un contratto nazionale leggero e una forte contrattazione integrativa aziendale nella quale poter distribuire i salari in base all’andamento aziendale, il quadro diventa sempre più complicato.
Ho già detto prima che IntesaSanpaolo tira dritto con la sua riorganizzazione.
Sarà tentata la banca di Messina a continuare la strada dell’isolamento dal sindacato tradizionale per adeguarsi a nuove forme di contrattazioni? (2) Già in passato IntesaSanpaolo tolse l’adesione ad ANIA per il comparto assicurativo del Gruppo. Dopo alcuni anni ISP rientrò in ANIA, senza però, dare la delega per le trattative sindacali.
C’è la tentazione in ISP di andare su questa strada, già seguita dalla Fiat di Marchionne con l’uscita da Confindustria, la creazione di un modello contrattuale basata su un contratto aziendale e la rottura con parte del movimento sindacale (FIOM), mentre gli altri (FIM, UILM e sindacato autonomo) firmarono gli accordi?
Non lo so e non posso saperlo.
Mi limito ad osservare i movimenti della prima banca italiana.

Abi – foto tratta dal web

Certo – non è un segreto – che ABI stia stretta a Banca IntesaSanpaolo; Messina è talmente forte politicamente ed economicamente che non ha bisogno degli appoggi dell’Associazione.
Inoltre ha una squadra di consulenti – su tutte le materie, comprese quelle del lavoro – di prim’ordine. Il futuro – non tanto prossimo – ci dirà quali scelte strategiche il gruppo seguirà.
Le altre domande che mi pongo sono:
Che faranno le altre banche?
Che riflessi avrà questa situazione sul rinnovo del prossimo Contratto Nazionale di Lavoro?

E anche queste risposte non sono facili.
Certamente ISP ha messo in campo una riorganizzazione del lavoro e nuovi orari che si attagliano moltissimo al proprio modello organizzativo.
Le altre banche saranno interessate?
Certamente si, se vedranno che questa riorganizzazione comporterà dei risparmi in termini di costi strutturali economici e sulla gestione del personale. Abbiamo già visto con i famosi 500 euro cosa si è scatenato nelle altre banche, arrivando – successivamente – ad accordi sindacali anche forzati.
Banca IntesaSanpaolo farà da apripista anche stavolta?

L’altro tema sono i riflessi che questa vicenda comporterà sul rinnovo del CCNL.
E’ vero che nei giorni scorsi le Segreteria Nazionali hanno firmato il prolungamento della valenza contrattuale fino a febbraio 2023 – vedi articolo del 28 dicembre 2022 Le ultime novità (quelle che si possono dire e quelle che non si dicono) – prima della fine dell’anno – nelle banche e nel sindacato bancario – anche se da qualche sigla sindacale, arriva l’invito ad accelerare il lavoro delle commissioni per la preparazione della piattaforma, segno – forse – di qualche ritardo e intoppo.

Ilaria Dalla Riva – manager Unicredit e Presidente Casl – foto tratta dal web

Certo che per il nuovo Presidente del CASL (Comitato per le trattative in ABI) – Ilaria Della Riva – il percorso inizia in salita, proprio perchè non sono note le reazioni delle segreterie nazionali – a parte le dichiarazioni postume e rituali dopo l’interruzione delle trattative in ISP.

Sarà un anno di grandi sorprese per il settore del credito?

Sarà un anno di grandi cambiamenti?
Le premesse ci sono tutte.
Mi auguro che queste sorprese e novità non ricadano interamente sulle lavoratrici e sui lavoratori delle banche italiane.

Ho l’impressione che su questi argomenti scriverò molti post.


Articoli dedicati alla riorganizzazione orario di Intesa Sanpaolo

11 ottobre 2022 A Banca Intesa Sanpaolo si discute della settimana lavorativa su quattro giorni: ci sarà l’accordo con il sindacato?; 12 ottobre Ancora sulla riduzione delle giornate settimanali lavorative in Intesa Sanpaolo: la lettera di Umberto Baldo; del 18 ottobre Riduzione orario di lavoro a parità di stipendio: se n’è parlato al Congresso UIL. E’ fattibile?; del 27 ottobre Dalla trimestrale Unicredit all’aumento di capitale di MPS: gioie e dolori del sistema bancario italiano. E’ sceso il silenzio sulla trattativa in Intesa Sanpaolo; del 23 novembre Dobbiamo accettare la logica del “si salvi chi può”? Il caso Intesa Sanpaolo e Dove eravamo rimasti (6): rottura delle trattative in IntesaSanpaolo sull’orario di lavoro; Ilaria Della Riva responsabile CASL ABI; banche italiane superano i test del 16 dicembre 2022, La trattativa in Intesa Sanpaolo: cosa farà l’Azienda, il no del sindacato e alcune mie valutazioni sulla rottura delle trattative del 21 dicembre e Dove eravamo rimasti (8): novità sul “non” accordo in IntesaSanpaolo; MPS e BancoBPM ci risiamo con le fusioni; il POS; la ricetta Meloni sul Covid e ancora sul Visentini-Qatargate del 30 dicembre 2022.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)