Dobbiamo accettare la logica del “si salvi chi può”? Il caso Intesa Sanpaolo

Una lettera di Umberto Baldo al blog

Carlo Messina – ceo Intesa Sanpaolo – foto tratta dal web

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Caro Massimo

“Così tra questa immensità s’annega il pensier mio, ed il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Questo il verso con cui si chiude l’ “Infinito” di Giacomo Leopardi, e credo che, data la nostra età, senza più le incombenze lavorative della gioventù, capiti anche a te di “naufragare” nei pensieri.

A parte ogni lirismo, che comunque nella vita ci sta, eccome se ci sta, la mia mente è stata stimolata dalla notizia secondo cui il Gruppo Intesa San Paolo in due mesi ha approvato due erogazioni una tantum per i propri dipendenti.

La prima unilateralmente, in denaro,  di 500 euro a dipendente , per un valore complessivo di 50 milioni , erogata a settembre, ed una seconda, in fringe benefit, sempre di 500 euro con accordo sindacale, per un valore complessivo di 37 milioni di euro.

Facendo i conti della serva, in due mesi il Gruppo guidato da Carlo Messina ha messo nelle tasche dei propri lavoratori 87 milioni, finalizzati a dare un supporto concreto alle persone per affrontare l’impennata dei prezzi.

Credo si tratti di una iniziativa lodevole, che dimostra il riconoscimento della Banca alla centralità del personale per i successi aziendali.

Analogamente, di recente avevo letto che Unicredit pagherà a dicembre 2.500 euro al proprio personale tedesco per compensare la perdita di potere di acquisto dovuta all’inflazione. 

Anche in questo caso la motivazione di questa scelta aziendale la si ricava da una nota della direzione guidata dall’amministratore delegato, Michael Diederich, in cui si dice: “Vogliamo anche inviare un segnale di apprezzamento, e dirvi grazie per il vostro impegno costante”.

Ti starai certamente chiedendo: ma perché queste notizie hanno attirato la tua attenzione?
Per un motivo molto semplice, amico mio.

Che risponde a sua volta ad un’altra domanda: perché queste erogazioni una tantum non sono appannaggio dell’intero sistema bancario, ma sono limitate solo a qualche Istituto?

Forse Carlo Messina e Andrea Orcel (solo per la componente tedesca attenzione!) sono dei novelli “Mecenati”, dei novelli Lorenzo il Magnifico, che come signori rinascimentali amano gratificare chi li circonda?

Sarebbe una bella immagine, lo so, ma sappiamo che il Rinascimento è finito da un pezzo!

La verità sta come spesso accade nei freddi numeri, vale a dire nel fatto che queste Banche hanno i margini economici per poter erogare soldi una tantum ai propri dipendenti, mentre altre ne hanno meno, e altre ancora proprio nessuno.

Il pensiero corre inevitabilmente a quella che è stata la mia Banca, Monte dei Paschi di Siena.  

L’ad MPS Lovaglio – foto tratta dal web

Ve lo immaginate Lovaglio in questa fase presentare in Cda, e di fatto alla Commissione europea e alla Bce una liberalità per i dipendenti?

O Cristiano Carrus fare la stessa cosa alla Popolare di Bari?

Ma qui il problema inevitabilmente si allarga a livello di sistema.

Può essere che le cose da quando sono andato in quiescenza siano magari cambiate, ma io ricordo che uno dei mantra del Sindacato dei bancari era “uguale trattamento per tutti i lavoratori delle Banche”.

E questo sottintendeva un altro “totem”, quello della centralità del CCNL, come unica fonte regolatrice dei rapporti economici banca-dipendenti.

A proposito di Intesa San Paolo leggo che l’ultima erogazione sopra citata è stata frutto di una trattativa sindacale.

Bene, nulla da eccepire, se non che mi viene spontanea la domanda: perché ai colleghi di Intesa San Paolo sì, mentre a quelli delle altre Banche no?

Non è che la cosa mi turbi più di tanto, perché sai che io sono sempre stato uno strenuo sostenitore del modello contrattuale tedesco basato sulla contrattazione di secondo livello.

Ma poiché quando lo sostenevo nelle sedi opportune venivo rimbrottato di essere in qualche modo favorevole a creare differenze retributive fra  i bancari a seconda dell’Azienda in cui operano, mi chiedo; ma non è quello che sta succedendo nella realtà attuale, fra l’altro con il beneplacito del Sindacato?

Non è che l’inflazione morda gli stipendi in modo diverso a seconda che si lavori in Intesa piuttosto che in Bper o in Mps!

Di conseguenza nelle politiche retributive attuali credo debba essere introdotto un nuovo fattore: il fato, o la fortuna che dir si voglia.

Nel senso che se hai la ventura di lavorare in  Intesa a dicembre ti arrivano dei soldi, mentre se operi in altre Banche no. 

Ma si potrebbe continuare, perché le differenze retributive fra Banca e Banca esistono e sono consolidate ormai da tempo, pur sotto l’ombrello unitario del CCNL, e basti dire, per fare un solo esempio, che in Mps sono anni e anni che i colleghi non vedono un Vap. 

Quindi mi domando: o in questa fase il Sindacato è in grado di chiedere a tutte le Banche erogazioni una tantum come quelle concordate con Intesa, oppure diciamolo chiaro che esistono Banche di serie A, con i conti a posto e dove c’è un po’ di grasso che cola, e Banche di serie B dove si può avere solo quanto previsto da CCNL.

Nulla di trascendentale sia chiaro. Solo una presa d’atto della realtà!

E forse a questo punto è arrivato il momento di cambiare marcia; nel senso di riconoscere che il ruolo del CCNL debba essere sempre più quello di una cornice normativa, che fissa  dei minimi contrattuali, lasciando al “secondo livello” la vera contrattazione dei livelli retributivi, che varierà inevitabilmente a seconda della produttività aziendale, e dei bilanci. 

Mi rendo conto che si tratta di un “cambio culturale”, che forse toglie un po’ di potere alle Segreterie Nazionali del Sindacato, ma il mondo cambia, si evolve, e stare fermi su vecchie impostazioni non porta da nessuna parte.

E’ già così, perché negarlo?

Un’ultima considerazione.

Pur essendo un liberale per cultura, mi chiedo se in questo momento particolarmente difficile per tutto il mondo del lavoro sia “etico” che chi ha la “fortuna” di lavorare in settori  “ricchi” come quello bancario riesca ad ottenere bonus od elargizioni che in altri comparti economici possono sembrare addirittura “chimere”.

Non ho sentito le grandi Centrali Sindacali di Cgil Cisl Uil esprimersi su questo punto.

Ne deduco che la logica che si sta imponendo è quella del “si salvi chi può”.

Grazie per l’attenzione.

Un abbraccio.

Umberto Baldo 


Caro Umberto,

l’altro giorno ascoltavo alla radio – sai sono ancora appassionato a questo media – un comico che diceva: ringrazio Dio di avermi fatto nascere bianco, in Europa, in Italia, a Milano. E ora aggiungerei oltre a quanto detto: grazie Dio che mi hai fatto lavorare in Intesa Sanpaolo.

A parte le battute vorrei fare alcune considerazioni su quello che hai scritto, ponendoti anche delle domande:

  1. Perchè Carlo Messina, pare, abbia scelto la strada – come scrivi tu – del mecenate del Rinascimento? Lo ha fatto per ingraziarsi il personale o è consone allo stile aziendale?
  2. A noi “vecchi arnesi del mestiere sindacale” ci avevano sempre insegnato che bisogna diffidare del “padrone buono“. E’ vero, i tempi sono cambiati, ma guardo caso la prima elargizione avviene alla fine del mese di luglio. Il 31 luglio scrivo un articolo dal titolo Nel silenzio sindacale, Messina (ceo IntesaSanpaolo) eroga 500 euro ai dipendenti come misura contro l’inflazione e finalmente alcuni giorni dopo il sindacato lo comunica alle lavoratrici e ai lavoratori E’ arrivata la risposta del sindacato all’erogazione dei 500 euro. Pongo – però – alcuni quesiti e alcuni giorni dopo ne parliamo io e te commentando la tua lettera Le Aziende distribuiscono soldi ai dipendenti e il sindacato come reagisce? e oggi la seconda. Perchè?
  3. Non dobbiamo dimenticare che in Intesa Sanpaolo è in corso una trattativa molto difficile e complicata sull’orario e le flessibilità (smart working, orario di lavoro su 4 giorni). Ne abbiamo parlato l’11 ottobre A Banca Intesa Sanpaolo si discute della settimana lavorativa su quattro giorni: ci sarà l’accordo con il sindacato? e il 12 ottobre Ancora sulla riduzione delle giornate settimanali lavorative in Intesa Sanpaolo: la lettera di Umberto Baldo, quindi – i più maligni – potrebbero affermare che questa elargizione sarà scambiata con concessioni sull’orario di lavoro. Ma noi sappiamo che non sarà così, o almeno ce lo auguriamo, vero Umberto?
  4. Non c’è dubbio che ormai a Intesa Sanpaolo il CCNL vada stretto. In questa Azienda le relazioni sindacali sono così avanzate che superano di gran lunga quelle esistenti negli altri gruppi bancari. Il merito di queste buone, se non eccellenti relazioni sindacali, va diviso equamente tra azienda e sindacato. Nella lettera ti chiedi se il sindacato saprà cogliere questo cambiamento, pur rimanendo il CCNL centrale e cornice contrattuale. Mi auguro di si, perchè i tempi stanno cambiando, come cercherò di spiegare successivamente.
  5. Accennavi nella lettera la disparità di trattamento fra banche. Hai ragione. Non voglio nemmeno parlare del MPS perchè è evidente l’impossibilità di questa banca di elargire bonus extra prima di un suo risanamento, come del resto Popolare Bari . Ma la domanda che ti pongo è questa: perchè Unicredit, BancoBPM, BPER, Credit Agricole che hanno presentato bilanci “dal grasso che cola” non hanno fatto analoghe operazioni? E il sindacato in queste aziende è muto o si è fatto avanti?
  6. Sempre sulla disparità tra banche. Alcuni giorni qualche “giovane e forse inesperto sindacalista” fece la proposta di chiedere ad ABI, per tutte le lavoratrici e lavoratori del sistema, un aumento di 500 euro, sulla stregua dell’iniziativa di Intesa Sanpaolo della fine del mese di luglio.
    Fu massacrato pubblicamente da un pezzo apparso su START MAG e nonostante ciò alcuni giorni fa lo ha ripetuto in qualche intervista.
    Ora a parte i fatto che il contratto nazionale è a fine corsa; che l’ultima trance degli aumenti sarà erogata nel mese di dicembre 2022; mentre la piattaforma sarà presentata nella primavere del 2023, ormai è evidente che una richiesta economica extra contrattuale che rientri nel paradigma “aumenti salariali per tutti” non è percorribile. Ecco perchè – ritornando al punto 4 – credo che il sindacato debba fare delle profonde riflessioni sugli assetti contrattuali.
  7. Stamattina leggendo i comunicati sindacali su questo argomento riflettevo: ai nostri tempi – Umberto – molto probabilmente avremmo ricevuto – in caso di analoghe elargizioni – critiche dai sindacati dei settori meno fortunati del nostro. Oggi l’inflazione morde tutti e tutti i redditi. Non sono così stupido da pensare che la lavoratrice e il lavoratore di Intesa Sanpaolo dovrebbero rinunciare a questi aumenti – probabilmente anche meritati per il risultati che hanno fatto ottenere alla propria azienda – ma un pensiero a chi sta peggio, forse, andrebbe rivolto. Insomma quella che all’inizio chiamavo la “fortuna di essere bianco, europeo, italiano e dipendente di Intesa Sanpaolo“.
  8. Infine richiami CGIL CISL UIL. Ma davvero pensi che le Confederazioni – che non trovano il tempo se non 24 ore dopo di commentare la Legge Finanziaria, dividendosi ancora una volta tra di loro – abbiano il tempo e l’interesse di entrare nell’argomento? Hai notato prese di posizione di CGIL CISL UIL su quelle aziende che hanno erogato premi aziendali per far fronte all’inflazione, simili a quelli di Intesa Sanpaolo? Assolutamente no!

Caro Umberto, ognuno per se o si salvi chi può. A te l’ardua sentenza.

Un abbraccio Massimo


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Dobbiamo accettare la logica del “si salvi chi può”? Il caso Intesa Sanpaolo”

  1. Gianni Caruso (da Facebook)
    Complimenti per l’articolo, ma preme sottolineare che UniCredit lo ha fatto in Germania e in Austria con una importante elargizione, e a breve in Italia, anche se ancora l’importo nn è noto. Ci sarà in quanto è già stato ufficializzato, ma si attende un incontro con le sigle sindacali

  2. Grazie Gianni della precisazione. sarebbe un fatto molto importante perchè non lascerebbe solo Intesa Sanpaolo e Messina, gli unici che intendono premiare i propri dipendenti. Vedremo quando succederà e come succederà. E – come al solito – lo commenteremo assieme ad Umberto.

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