Se per restare in sella, bisogna attaccare il sottoscritto …

Lettera aperta al direttore responsabile di StartMag Michele Arnese

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Caro Direttore,

per la seconda volta in un anno sono “costretto” a scriverti per un comportamento che non ritengo deontologico della rivista che dirigi e a cui sono abbonato.

La prima lettera te la inviai il 31 marzo https://massimomasi.altervista.org/lettera-aperta-al-direttore-responsabile-di-startmag-in-risposta-allarticolo-sul-prossimo-congresso-uilca/ nella quale rispondevo alle illazioni comparse nell’articolo di Gianluca Zappi che faceva riferimento alla mia persona e al mio operato come Segretario Generale Uilca, senza, però, avere il coraggio di citare il mio nome.
Naturalmente non ebbi risposta da te, né tanto meno dall’autore dell’articolo.
Speravo che dopo tutto questo tempo il mio nome fosse scomparso dai radar dell’informazione.
Invece, venerdì pomeriggio, ho ricevuto un messaggio da un mio amico che mi comunicava che: “Start Mag ti cita, ma cosa hai combinato ancora?”. Non ho dato peso alla cosa perché non avevo ancora ricevuto la vostra newsletter.
Con grande meraviglia quando alle 17,02 mi è arrivata – tramite mail – e ho letto il pezzo firmato “Start Magazine Redazione” stavolta – a differenza di marzo scorso quando mi ero inc…to arrabbiato fortemente – ho fatto una grossissima risata.
Riporto il pezzo “incriminato”: “Tuttavia, si registrano forti fibrillazioni interne alla Uilca perché l’attuale coordinatrice in Intesa Sanpaolo, Simona Ortolani, e uno dei segretari nazionali, Giuseppe Bilanzuoli, sono in disaccordo sulla rottura delle trattative con l’azienda. La presa di distanza di Bilanzuoli, palesata al tavolo sindacale attraverso la sua fidatissima Ortolani, non sarebbe motivata da questioni di merito affrontate nel corso della trattativa. Raccontano fonti qualificate, infatti, che Bilanzuoli avrebbe messo nel mirino la poltrona del segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan. Peccato però che quest’ultimo, dopo il rinnovo del suo mandato incassato lo scorso settembre, sia definitivamente entrato nelle grazie del leader confederale, Pierpaolo Bombardieri. Il quale ha apprezzato, in particolare, il cambio di passo dell’organizzazione e la presa di distanza rispetto alla precedente gestione, quella di Massimo Masi.”

Credo che una “buona e corretta” deontologia professionale – senza voler insegnare niente a nessuno – avrebbe, quanto meno, dovuto riportare la fonte o la persona dalla quale avete attinto queste informazioni che avete trasformato in considerazioni e “verità assolute” e – ma questo sarebbe stato il massimo della correttezza – chiedere un parere al sottoscritto di quanto riportato.

Nulla di tutto ciò è accaduto.

Allora, caro Direttore Arnese, con questa mia lettera-aperta, voglio fare alcune considerazioni e darti alcune informazioni che – spero – ti saranno utili per il futuro:

  1. Non credevo che dopo 2 anni e 9 giorni dalla mia uscita dal sindacato – era esattamente il 10 dicembre 2020 – di mia spontanea volontà e non costretto da nessuno ma tirato per la giacchetta per farmi rimanere, fossi ancora in grado di condizionare la politica della Uilca. Caspita, non pensavo di avere queste capacità e potenzialità. Che sul mio nome si giocasse la permanenza in sella di un segretario generale, mi fa sentire troppo importante, a distanza di tanto tempo;
  2. Non conosco le nuove dinamiche in casa Uilca, dal giorno in cui me ne sono andato non mi sono più occupato di vicende interne inerenti nel mio ex sindacato. Non ho partecipato a nessun congresso – seppur invitato – come ho scritto nel post RINGRAZIO PER GLI INVITI: MA NON PARTECIPERO’ A NESSUN CONGRESSO UILCA del 12 maggio 2022 ove spiegavo le motivazioni della mia non partecipazione, dovute essenzialmente, ad una distanza abissale dalle scelte politiche e organizzative del sindacato UILCA e UIL e – guarda caso – chiudevo il post proprio citando la risposta che ti avevo inviato a marzo
  3. Poiché l’articolo di venerdì mi sembra “molto ispirato” da terzi, ad alcuni che l’hanno letto e l’hanno commentato con me, è sembrato un voler mettere “un protettorato” di parte di qualcuno nei confronti dell’attuale segretario generale Uilca Fulvio Furlan. Anche su Furlan – che non spetta a me difenderlo, anzi tutt’altro – voi di Start Mag dovete però fare pace con voi stessi: lo avete crocifisso nella vertenza Unicredit, lo avete incensato a marzo contro di me, lo avete castigato un mese fa quando propose – da giovin e inesperto sindacalista come ho scritto in un mio pezzo – sull’opportunità di chiedere un aumento generalizzato a tutte le banche per combattere l’inflazione e il caro-bollette e venerdì scorso – ancora lodi – sempre tirandomi in ballo.
  4. Voglio informarti che sia Bilanzuoli che Furlan sono stati indicati dal sottoscritto – quando ero segretario generale Uilca – ad entrare nella MIA segreteria. Bilanzuoli è capace e amato – mi dicono che il suo intervento al recentissimo Congresso Nazionale sia stato il più applaudito – dai quadri sindacali e in futuro può benissimo aspirare alla carica apicale del sindacato. Quindi nessuna meraviglia se Bilanzuoli aspirasse. Non credo – conoscendone le capacità e l’intelligenza – che questo sia il momento, proprio perché a ridosso di un Congresso appena svolto. Anche se nella UIL, dopo la fase congressuale sono cominciati tanti commissariamenti, proprio all’indomani dei Congressi nazionali di categoria e regionali.
  5. La stessa considerazione la faccio su Simona Ortolani. Non so cosa è successo durante la trattativa, mi piacerebbe sapere a cosa ti riferisci, visto che hai ripreso il concetto “di diatribe interne” anche nell’articolo di sabato, sempre sulla trattativa sull’orario di lavoro in Intesa Sanpaolo. Ma sono sicuro che – se vorranno o lo riterranno opportuno – ti risponderanno gli interni. Posso assicurarti che Simona – guarda caso anche lei era una candidata, nel 2014, ad entrare in segreteria nazionale, anzi era la prima scelta, poi non se ne fece nulla per motivi strettamente personali – è sempre stata in linea con le direttive Uilca e UIL;
  6. Veniamo al pezzo ove vengo citato. Come vedi lo tengo per ultima. Il fatto, caro Direttore, non è che Furlan è apprezzato perché ha preso le distanze dalla mia precedente gestione, la realtà è che sono io che ho preso le distanze dalla gestione politica e organizzativa della Uilca e della UIL. L’ho fatto in grande silenzio, non scrivendo memoriali, non scrivendo libri, non sputando sul sindacato, come hanno fatto molti, anche se credo che certi personaggi avrebbero meritato di ricevere analoghi trattamenti.  Ma alla mia età ho imparato – non a perdonare – ma a vivere sereno e aspettando o sperando che tutti si aggiusti e che tutti i torti fatti vengano alla luce da soli.

Caro Direttore Arnese,

sono talmente lontano da quel mio ex mondo che ho chiuso ogni tipo di rapporto associativo – ma non politico – e mi posso permettere di guardare e valutare le cose con grande tranquillità, di discutere e scrivere del valore e dell’importanza del sindacato confederale e del sindacalismo attivo.

Caro Direttore,

ti prego, dimenticami. Oppure se vuoi qualche informazione chiamami visto che il mio numero ce l’hai. Nonostante ciò, proprio perché non porto rancore, continuerò a leggere quotidianamente la tua rivista.

Cordialmente

Massimo Masi


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

12 Risposte a “Se per restare in sella, bisogna attaccare il sottoscritto …”

  1. Danilo Demetrio Zema (da facebook)
    Ma, cosa devono spingerti contro!
    Pensassero ai lavoratori come hai fatto e continui…
    I tuoi articoli non mirano a delegittimare nessuno. Anzi, sovente sono inviti a ponderare criticità. Sono io che ti ringrazio.

  2. Caro Danilo,
    ti ringrazio. Effettivamente capisco poco anch’io. Probabilmente, nel passato, ho dato fastidio. Anzi di ciò ne sono certo. Non sono mai stato zitto, pur cercando – soprattutto con gli altri sindacati – di fare opera di mediazione. Certo che siamo messi male nel nostro Paese: articoli di questo genere dimostrano che c’è sempre qualcuno nell’ombra che maneggia o cerca di maneggiare e qualcuno con la penna facile, a scrivere.
    Cosa ci vuoi fare? Grazie della stima che è ricambiata.
    Massimo

  3. Cara Valeria,
    Il problema è legittimare, a giorni alterni, l’attuale segretario generale e lanciare un ombrellone di protezione che è valido solo “se fai quello che dico io”, altrimenti “applico il metodo Boffo”. E allora viene sbandierato il pericoloso e cattivo Massimo Masi. Se poi noti, nell’articolo il richiamo a me non c’entra proprio nulla, è stato messo solo per far capire che questi comandano.

  4. Roberta Campagnoli (da Facebook)
    Questo direttore di giornale è solo un arnese di poco conto

  5. Caro Roberta,
    pardon cara Crudelia De Mon, il problema non è l’arnese, ma gli arnesi che si usano e i modi in cui si costruiscono gli articoli. Esempio: il tipo A vuole mandare un messaggio al tipo B, poichè non vuole farlo direttamente chiama il tipo C, che guarda caso scrive su un giornale, gli lancia qualche notizia e il gioco è fatto.
    Messaggio inviato, messaggio arrivato. Chiaro, no??!!

  6. Luciano Teresi (da Facebook)
    C’è poco da stupirsi , è il solito sistema di delegittimazione , soprattutto quando si prova a disturbare il manovratore.

  7. Caro Luciano, che piacere sentirti.
    Eh sì, e tu conosci bene i sistemi, i mezzi, di questo processo di delegittimazione. Sei un ex come me del mestiere e in questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Niente di nuovo sotto il sole. Pecunia non olet, caro Luciano

  8. Bilbo Bettina (da Facebook)
    Caro Massimo, questi non conoscono nè te nè quello che hai fatto da segretario generale Uilca. Questo non è giornalismo, è gossip e pure di scadente qualità.

  9. Carissima Mariangela,
    grazie del tuo commento. Anzi non so come ringraziarti . Il tuo commento vale più di tante parole e non puoi immaginare il piacere che mi ha fatto, soprattutto, da parte di chi mi conosce professionalmente e personalmente.
    Condivido – non potendo giudicare quello che è stato il mio percorso professionale – la tua analisi sul giornalismo gossiparo. E’ la moda. Ma con questa moda i giornali, forse, venderanno sempre meno e il ruolo del giornalista scemerà sempre di più.
    Non voglio spoilerare nulla, ma forse i mei lettori avranno presto una sorpresa da te … io ci spero. Un grande abbraccio

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