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Ci sono novità nel mondo bancario italiano – prima dei botti di fine d’anno – che andiamo ad analizzare.
Cominciano con il Monte dei Paschi di Siena.
Dopo l’aumento di capitale di 2,5 miliardi – obiettivo raggiunto nei mesi scorsi – e dopo il “grande” esodo del personale della banca più antica del mondo – oltre 4.000 uscite volontarie – finalmente qualche buona notizia per Lovaglio e co.
E’ di ieri la notizia che in considerazione del buon esito dell’ultimo aumento di capitale, la Bce ha rimosso il divieto di distribuzione di dividendi, sostituendolo con “l’obbligo per la Banca di ottenere la preventiva autorizzazione da parte dell’Autorità di vigilanza“.
Repubblica – questa mattina – ci ricorda nell’articolo firmato da Sara Bennewitz che “L’ultima cedola di Rocca Salimbeni era stata pagata quasi dodici anni fa con gli utili dell’esercizio 2010 (e stacco nel maggio del 2011). Allora fu distribuito un dividendo di 2,45 centesimi per azione che oggi equivarrebbe a un rendimento dell’1,25%.
Quindi tutto bene?
Bisogna ammettere che la “cura” Lovaglio sta funzionando anche se prima di tornare alla redistribuzione di utili agli azionista, dovrà passar del tempo, a meno di un risultato eclatante nei prossimi mesi.
Adesso la prossima sfida per Lovaglio sarà l’uscita dello Stato da azionista di maggioranza.
Ma di questo me ne occuperò, certamente, il prossimo anno.
Intanto, credo e spero, Lovaglio passerà una buona fine d’anno e non era assolutamente prevedibile solo alcuni mesi fa.
E un buon fine anno lo passeranno anche il Presidente del BancoBPM Massimo Tononi e l’amministratore delegato Giuseppe Castagna, visti i grandi risultati ottenuti dalla banca di Piazza Meda nel corso di quest’anno. Addirittura Castagna si spinge nell’affermare che i risultati ottenuti pongono la banca un anno avanti rispetto al Piano Industriale (stand alone) approvato.
Claudia Cervini – questa mattina su MF – pone l’accento su alcuni passi della lettera inviata da Presidente e Amministratore Delegato ai dipendenti.
Afferma Tononi sulle prospettive della Banca : “C’è ancora spazio di miglioramento nonostante le raccomandazioni degli analisti finanziari che seguono il mercato europeo ci posizionano come la banca più apprezzata non solo in Italia, ma in Europa“. Mentre dal canto suo Castagna afferma che BancoBPM: “è la terza banca del Paese. Sappiamo di essere un supporto per le comunità in cui operiamo e sappiamo di avere un ruolo fondamentale nel sistema economico italiano. Un ruolo da terza banca del Paese, in crescita. Questo ci induce ad avere grande serenità per noi, le nostre famiglie, il nostro lavoro e per i giovani che stiamo assumendo. In questi tre anni ne abbiamo assunti quasi 800: non succedeva da tanto tempo ed è un altro motivo di grande orgoglio. Stiamo lavorando molto bene nel campo digitale ed Esg“.
Sistemata la questione della bancassurance con l’accordo con il Credit Agricole per il ramo danni, ora la sfida per i prossimi mesi della banca è la nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione. Tononi rimarrà presidente? I francesi, forte del loro 9,20% vorranno posti nel cda e le associazioni e i fondi presenti nell’azionariato, che faranno?
Gennaio arriverà presto.
C’è un dato comune che accomuna MPS e BancoBPM. I giornalisti – quelli che io chiamo “fusionisti a tutti i costi” – non vedono l’ora che queste due banche divengano prede da parte di qualche altro istituto di credito.
Sono state consumate tonnellate di inchiostro e di carta su questo argomento. Ogni giorno qualcuno si inventa storie.
Prima o poi qualche giornalista l’azzeccherà!
Per il momento, MPS in via di risanamento, BancoBPM in grade spolvero, continuano la loro esistenza al servizio dei loro milioni di clienti.
Passiamo ora sul campo sindacale.
Dopo la “querelle” sindacale con IntesaSanpaolo che non ha portato alla firma dell’accordo su riorganizzazione del lavoro – vedi articolo del 21 dicembre La trattativa in Intesa Sanpaolo: cosa farà l’Azienda, il no del sindacato e alcune mie valutazioni sulla rottura delle trattative – e l’accordo raggiunto in BancoBPM su un’elargizione straordinaria di 500 euro – vedi articolo del 23 dicembre Dove eravamo rimasti (7): anche in BancoBpm premio aziendale; il caos in BPER; i voti delle RSU nelle Funzioni Centrali; Unipolmove e Telepass – non posso non parlare dell’accordo raggiunto in sede MPS tra Sindacato e Azienda.
In questo caso non si tratta di aumenti salariali – purtroppo la condizione della banca non lo permette ancora – ma – come cita un comunicato unitario delle sigle della banca senese – che afferma e spiega che quello firmato venerdì 23 dicembre è “un Accordo programmatico sulle relazioni industriali aziendali, che nel confermare tutti gli impegni assunti con l’Accordo del 4 agosto 2022 in materia di ricambio generazionale e ripresa dei temi della contrattazione di II livello, prevede anche il coinvolgimento delle RSA periferiche per la valutazione tempo per tempo dell’applicazione sui singoli territori del nuovo modello e delle ricadute sulle risorse interessate. L’accordo attiva anche un percorso negoziale programmato nei tempi su sviluppo professionale, organizzazione del lavoro e formazione. Il definitivo rilancio di Banca MPS, non può che essere contraddistinto da basi solide condivise e caratterizzate dalle effettive priorità nei tempi appropriati. Le difficoltà che le Lavoratrici e i Lavoratori si trovano ad affrontare in questo periodo (organici ridotti, portafogli clienti aumentati, mobilità professionale e territoriale diretta ed indiretta) richiedono una gestione responsabile che consenta una crescita sostenibile e rispettosa della dignità e serenità lavorativa dei colleghi.”
Mentre in sede nazionale – ABI e Sindacati – hanno ieri sottoscritto due importanti accordi.
Il primo è il prolungamento della valenza del CCNL che scadrà il 31/12/2022 e che verrà prolungato fino al 28/2/2023 in attesa che le Organizzazioni presentino la piattaforma per il rinnovo del CCNL. Piattaforma che deve essere ancora ultimata e che dovrà – prima di essere presentata ad ABI – al vaglio delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori.
L’altro accordo di proroga è quello del FOC (Fondo per l’Occupazione). fondo creato alcuni anni fa e che ha consentito l’assunzione di migliaia di giovani nelle banche italiane.
Quello che invece non viene detto nel comunicato ufficiale è che in contemporanea con questi accordi – nell’incontro di ieri – si è discusso del rinnovo dell’accordo sulle “Libertà Sindacali“, cioè l’accordo che stabilisce il numero dei permessi sindacali ai sindacalisti delle 5 sigle.
Da quello che mi risulta è stato stabilito che le parti continueranno ad incontrarsi anche nel mese di gennaio di e febbraio per arrivare ad un accordo entro il 28 febbraio. E’ evidente che la difficoltà del rinnovo dell’accordo nasce dal sempre minore numero degli addetti (meno addetti, meno ore di permessi) e dalla difficoltà di costituire RSA nelle filiali – problema che sollevo da due anni su questo blog – visto la continua chiusura di filiali e il ridimensionamento degli organici.
Sempre riservatamente, sembra – ma anche questa non è una novità – che si siano normalissime differenze di vedute tra le Organizzazioni sindacali, soprattutto, fra quelle grandi e le altre.
Ma conoscendo gli attori della vicenda credo che – alla fine del solito tira e molla tipico delle trattative sindacali – si arriverà ad una definizione.
Il mio rammarico è uno solo: anche stavolta non verranno costituite le RSU come in quasi tutti i settori merceologici italiani e le lavoratrici e i lavoratori non potranno votare per designare i loro delegati.
Peccato un’occasione persa per i sindacati confederali e autonomi.
Al prossimo anno!!!
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Danilo Demetrio Zema (da Facebook)
Vedremo se veramente vorranno riqualificare le risorse rimaste. Poiché, le Filiali sono alla ” canna del gas”… Letteralmente!
Caro Danilo,
concordo perfettamente. Infatti adesso Lovaglio deve giocare su due campi: quello del rilancio organizzativo, tecnico, imprenditoriale della banca con la valorizzazione delle professionalità interne e quella di tornare padrone “in casa sua”. Battaglie non facili, ma possibili.