A Banca Intesa Sanpaolo si discute della settimana lavorativa su quattro giorni: ci sarà l’accordo con il sindacato?

Settimana a 4 giorni – immagine tratta dal web

La notizia bomba, lo scoop, è arrivata ieri in tarda mattinata, quando su repubblica.it è comparso un articolo a firma dell’amica carissima Carlotta Scozzari in cui si dava notizia – nel silenzio più assordante -che in Intesa Sanpaolo era iniziata una trattativa fra azienda e sindacato interno per portare la settimana lavorativa da 5 a 4 giorni.

Carlotta Scozzari – giornalista gruppo Gedi

Notizia bomba nel settore del credito che – invece come ci racconta Carlotta anche nel suo articolo di oggi sul giornale cartaceo – è consolidato – anche se in via sperimentale – in molti Paesi europei ed extra europei.
Dopo aver letto l’articolo – ieri – ho cercato nella pagine web dei sindacati nazionali e aziendali di Intesa Sanpaolo notizie su questa trattativa. Non ho trovato nulla. Mi sono chiesto se quanto pubblicato da Carlotta fosse una notizia vera o una falsa notizia. Attivando le mie poche fonti che mi sono rimaste – due anni di lontananza sono un secolo nel mondo aziendale-sindacale – ho appurato che effettivamente si stava trattando sulla settimana a 4 giorni e smart working.

Lascia, comunque, stupefatti – che fino all’uscita dell’articolo di Scozzari – nessuno aveva dato notizia di questa trattativa e posso capire lo sgomento e la sorpresa delle lavoratrici e lavoratori della banca milanese alla lettura degli articoli di ieri e oggi.

Si, perchè oggi quasi tutti i giornali hanno ripreso la notizia.
Vediamo – in grande sintesi – perchè il problema è ancora sul tavolo delle trattative, di cosa si sta discutendo a Milano:
1) Orario di lavoro. Come ben precisato dall’articolo di Cristina Casadei sul Sole 24 re di oggi, e che riporto:

Cristina Casadei – Il Sole 24 Ore – foto tratta dal web

Il negoziato di Ca’ de Sass, infatti, rimanda direttamente al contratto collettivo nazionale dei bancari Abi e all’articolo 104 che riguarda l’orario settimanale e la sua articolazione. Vi si legge che l’orario di lavoro dei bancari deve essere di 37,5 ore settimanali. Fatte salve alcune previsioni contenute nei 6 commi successivi. Il comma numero 4 spiega, infatti, che l’orario settimanale è fissato in 36 ore nei casi di articolazione su 4 giorni (quindi 4 giorni per 9 ore) o su 6 giorni (quindi 6 giorni per 6 ore). Ma anche nei casi di articolazione dal lunedì pomeriggio al sabato mattina. O comprendenti la domenica. O in turni di cui all’articolo 105 del contratto.” Tutto esatto. Quindi in linea di massima questa applicazione dell’orario su 4 giorni era stato già previsto nel CCNL e quindi già applicabile. Quello che differenzia questa trattativa è che questo orario verrebbe allargato a tutti le lavoratrici e i lavoratori degli uffici interni e non – come è avvenuto sporadicamente fino ad oggi – solo a determinati uffici o lavorazioni. Tanto per citare un accordo mi sovviene quello per gli operatori di borsa o similari.
2) A chi verrebbe applicato? Lo scrivevo sopra. Sembra che la proposta aziendale si limiti solo agli uffici interni. Il Sindacato chiede – per evidenti ragioni – che questa opportunità sia concessa anche a chi presta servizio presso le filiali.
3) Come si applicherebbe? Lavoratrice o il lavoratore interessato lavorerebbe un’ora in più al giorno e, pertanto, l’orario di lavoro si ridurrebbe dalle 37,50 attuali a 36 ore. Il vero problema è quello della volontarietà della scelta e dell’utilizzo del giorno in cui non andare al lavoro. In tutti i contratti esiste la dicitura “compatibilmente con le esigenze aziendali“. E’ evidente che se tutti i lavoratori scegliessero il venerdì per stare a casa l’ufficio rimarrebbe praticamente deserto. Il Comune di Milano ha deciso di chiudere il venerdì, ma la banca non può chiudere un ufficio anche interno per tutto un giorno. Quindi – poichè nella proposta aziendale non è indicato il giorno preciso in cui recuperare le ore lavorate giornalmente in più – questo diventa ambito di trattativa sindacale. Inoltre. Il capo servizio o il capo ufficio avrà potere di vita o di morte sull’uso della giornata o si troverà un sistema per concordare quale giornata stare a casa.
4) La difficoltà di applicazione nelle filiali. E’ evidente che negli uffici interni questa norma – superate le eccezioni sopra descritte – sarebbe di facile soluzione. Diverso è per le filiali. Intanto quelle piccole troverebbero ostacoli organizzativi insormontabili, mentre nelle sedi, succursali, filiali grande si potrebbe applicare questo nuovo orario. Il vero problema, però, qual è? E’ che – e qui non vi nascondo che qualcuno ci avrà già pensato – che allungando l’orario di lavoro di un’ora – conseguentemente – si dovrebbe allungare l’orario di sportello. E qui entrano in campo i limiti stabiliti dalle norme del contratto nazionale di lavoro.
5) I risparmi per Intesa Sanpaolo. Non credo che il risparmio per Intesa sia quello della luce – in quanto come abbiamo detto – gli uffici rimarrebbero sempre aperti – con meno personale – ma funzionanti. A parità di stipendio l’unica voce che si modificherà sarà quella dell’indennità di mensa. Quindi alla lavoratrice o al lavoratore interessato spetterà 4 giorni invece degli attuali 5. Ma anche su questa materia mi sembra che sia oggetto di trattativa. Il vantaggio per Intesa Sanpaolo è quello dell’uso della flessibilità: tenere gli uffici aperti un’ora in più, senza pagare straordinari.
6) Intesa Sanpaolo apripista? Certamente sì! E’ vero – lo ripeto – che questa norma è contenuta nel CCNL ma – guarda caso – tutte le novità contrattuali vengono in mente nella banca milanese sotto la guida del

Alfio Filosomi – Intesa Sanpaolo – foto tratta dal web

Persone della dottoressa Angeletti e di – qui per lunga frequentazione e amicizia ometto il titolo – Alfio Filosomi e Patrizia Ordasso. Se Intesa Sanpaolo raggiungerà l’accordo con le Organizzazioni sindacali, sarà normale e pacifico che anche altre banche lo applicheranno o cercheranno di applicarlo.
7) rinnovo CCNL. Da ex sindacalista capisco che nelle Segreterie Nazionali ci sia qualche titubanza su questo argomento in quanto le commissioni per la preparazione delle proposte per il rinnovo del Contratto sono al lavoro. Il pericolo – per il sindacato – è che passi troppo in avanti di Intesa Sanpaolo o di altre banche ove la presenza sindacale è meno forte, possano condizionare le trattative sul capitolo orario di lavoro e orario di sportello – materie sempre ostiche e sempre al centro delle trattative in ogni rinnovo.
8) informativa alle lavoratrici e ai lavoratori. Nel momento in cui scrivo questo articolo, solo sul sito della Fabi nazionale appare la registrazione di un intervista di Sileoni a Radio Capital e sul sito della Fisac/Cgil nazionale è stata postata una nota -assieme alla copia dell’articolo di Carlotta Scozzari – di una informativa interna del sindacato aziendale Fisac. Sugli altri siti non c’è nulla. La cosa mi meraviglia. Ai miei tempi ci sarebbe stata una rivolta dei sindacalisti di base e degli iscritti se le informazioni provenissero dalla stampa e non dai comunicati sindacali. Altri tempi, molto probabilmente. Bene ha fatto chi si è esposto. Ricordo che questa è la seconda volta che accade. Il precedente a questo link Nel silenzio sindacale, Messina (ceo IntesaSanpaolo) eroga 500 euro ai dipendenti come misura contro l’inflazione

Ho cercato in queste poche righe di riassumere la trattativa- almeno per quello che sono a conoscenza – ad Intesa Sanpaolo. Ho l’impressione che nei prossimi giorni tornerò su questo argomento.



Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)