Un licenziamento assurdo

di Giovanni Gazzo(*)

Immagine tratta dal web
Giovanni Gazzo

Di logico c’è poco o niente nella vicenda post congressuale della UILTuCS Lombardia che, da ultimo, ha prodotto l’assurdo licenziamento di Michele Tamburrelli, il Segretario Generale regolarmente eletto all’unanimità a conclusione del X congresso Regionale di fine giugno 2022.
Un congresso il cui titolo era, “Umanizzare il Lavoro”.
Di umano, nel suo licenziamento, non c’è nulla.
Nel giro di poche settimane, come lui stesso ha scritto nella comunicazione al Consiglio regionale, (vedi post http://www.pensierieriflessioni.it/2023/04/08/una-vita-nella-uiltucs-una-storia-spezzata-ma-non-facciamoci-scoraggiare/) è “passato da essere il Segretario Generale di questa organizzazione a non poter più essere considerato neppure un iscritto alla UILTuCS: una espulsione di fatto.
Siamo di fronte a un vero e proprio “licenziamento politico” derivante da una prepotenza orchestrata in modo da farla apparire come “rispetto delle regole”.
Questo è il motivo per cui anche chi scrive è stato preso di mira con inusuale cattiveria e cinismo, a fronte di una reiterata disponibilità al dialogo e al confronto, come avviene in qualsiasi organizzazione democratica, nel pieno rispetto dei ruoli.
Il dissenso è dissenso, imparare a praticarlo e rispettarlo è un elemento base della democrazia.
È impossibile svolgere bene il lavoro sindacale, sviluppare le strutture e fornire servizi alle persone che ne hanno bisogno, senza reale autonomia delle strutture regionali e territoriali e, al loro interno, delle singole figure.
Autonomia non è sinonimo di anarchia, quanto piuttosto di responsabilità diffusa, condivisa e coinvolgente.
Questo è il mio punto di vista.
Non voglio entrare nei particolari sconcertanti che hanno prodotto le brutte decisioni che colpiscono pesantemente Il Presidente e il Segretario Generale legittimamente eletti, considerati decaduti a tavolino.
Ho preso l’impegno con me stesso di mantenere un profilo di correttezza, rispetto, educazione e libertà di pensiero associata a responsabilità, senza nulla togliere alla chiarezza del punto di vista espresso.
Dico solo che in questa vicenda ci sono persone che sanno esattamente come stanno le cose, il cui silenzio è gravemente complice.
Saranno i giudici a valutare e decidere.
Affidarsi alla giustizia è sempre l’extrema ratio, ma la magistratura esiste proprio per risolvere i problemi che non trovano risposta condivisa nelle sedi proprie.
Se il giudice confermerà che la UILTuCS nazionale ha operato correttamente, ne prenderemo atto.
Niente polveroni.


Niente rabbia né rancore nei confronti di chicchessia.
Solo Pensieri e Riflessioni dal profondo della lunga esperienza che mi ha regalato una immedesimazione sentimentale e razionale per il Sindacato dei lavoratori, che ormai ho interiorizzato e mi accompagnerà per sempre.
Sindacato che, come ho detto e ripeterò spesso, per me non è una sigla, una bandiera o un colore scollegati dallo scopo, ma uno strumento collettivo strutturato e regolato in funzione del suo perseguimento.
Per la migliore tutela possibile delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, delle persone che perdono il lavoro o non lo trovano, delle donne e dei giovani vergognosamente sfruttati e discriminati, come attesta la recente sentenza del Tribunale di Milano che condanna un istituto di vigilanza a risarcire “una” lavoratrice alla quale l’istituto riconosce la misera e incostituzionale retribuzione di 3,96 euro l’ora.
Il Sindacato è contenuto, azione, lotte e rivendicazioni, partecipazione responsabile e consapevole, non è un contenitore dove può starci dentro tutto e il contrario di tutto.
Se definiamo “pirata” i contratti e gli accordi che producono dumping sociale, cioè concorrenza al ribasso a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, la sostanza non cambia se le firme e i comportamenti che producono questo abbruttimento del mercato del lavoro, sono anche confederali, come nel caso della precitata sentenza.
È giusto cantare vittoria quando un giudice ci dà ragione, chiunque sia la persona o l’organizzazione che abbia promosso la vertenza/causa, a riprova del prezioso lavoro svolto dagli uffici vertenze.
Ma sono sentenze che ci interrogano.
Che segnalano l’indebolimento progressivo del sistema relazionale di cui facciamo parte, con responsabilità nostre, non certo pari a quelle della politica – che in Parlamento fa le leggi e nelle Istituzioni le amministra, come avviene con e negli appalti -, ma evidenti.
Occorre chiedersi come e perché siamo arrivati a tanto.
Non per girarsi indietro ma per proiettarsi in avanti con le idee chiare e la necessaria determinazione.
Basta sfruttamento, lavoro precario e sottopagato.
Ben venga la mobilitazione decisa da CGIL CISL UIL Per una nuova stagione del Lavoro e dei diritti con tre Manifestazioni interregionali a Napoli, Bologna e Milano, precedute da assemblee nei luoghi di lavoro (con la speranza che si facciano veramente).
È positivo constatare l’intesa unitaria attorno a punti essenziali come il fisco, la scuola e la sanità, la precarietà, la salute e la sicurezza, il codice degli appalti, gli investimenti, l’autonomia differenziata.
Il Primo Maggio a Potenza è dedicato ai 75 anni della Costituzione.
La quale, o la si fa rivivere e riscoprendola si rigenera il Sindacato, tramite programmi di Formazione sindacale strategica, incentrati sullo sviluppo sostenibile, come orizzonte storico che richiede un diverso orientamento dello sviluppo economico; oppure la rappresentanza dei lavoratori continuerà a frammentarsi, perderà di peso e di efficacia, e ciascuna organizzazione penserà a sé stessa in competizione con le altre.
Spero vivamente che CGIL CISL UIL possano continuare ad essere “il” Sindacato italiano in grado di riassumere storia e destino della rappresentanza generale dei lavoratori, non come sommatoria di sigle che trovano la quadra solo al ribasso e di volta in volta, ma come punto di riferimento per lo sviluppo della democrazia sostanziale che, nel lavoro dignitoso e nella coesione sociale, trovano la sua sintesi più alta.
Ne ha bisogno il nostro Paese, che insegue le sue emergenze senza mai venirne a capo e oggi si trova di fronte al paradosso di avere soldi a disposizione e non saperli spendere o spenderli Malerba solo una parte, accentuando il divario tra Nord e Sud e gli squilibri strutturali esistenti, in palese contrasto con lo scopo del Next Generation Eu.
Quello degli “asili nido e scuole dell’infanzia” è solo un esempio.
Insomma, la grande occasione rappresentata del Recovery Fund, cioè la speranza di svoltare in funzione di una transizione generatrice di riequilibrio economico e risanamento sociale e ambientale, a partite dalle situazioni più svantaggiate, sta rivelando non solo le fragilità strutturali dell’Italia, ma anche la non volontà del governo di affrontarle nel modo giusto.
Propaganda e volontà di apparire meglio dei governi che lo hanno preceduto.
Un problema che si aggiunge e ne crea altri, che rende più difficile sollevare le sorti del Paese come dimostrano i ritardi nella attuazione del PNRR che si cerca di scaricare sui governi precedenti.


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(*) Presidente della UILTuCS Lombardia, carica confermata dall’ultimo Congresso. La UilTuCS Lombardia è stata recentemente commissariata dalla Segreteria Nazionale ed ha provveduto alla sua decadenza dalla carica. Gazzo ha ricoperto importanti incarichi sindacali nelle varie strutture. Ha scritto diversi libri sulle tematiche del lavoro, della contrattazione e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)