La Germania, e l’Italia come l’ ”Aretino Pietro”

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Una lettera di Umberto Baldo e mia risposta


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Umberto Baldo

Caro Massimo

Non so se esistano corsi accelerati di “diplomazia” ad uso dai “Capi di Governo novelli”, ma visto come sono andate le cose a Bruxelles relativamente alla partita della transazione dai motori termici a quelli elettrici fissata per il 2035, forse sarebbe il caso di istituirli. 

Certo uno darebbe per scontato che se un leader arriva a Palazzo Chigi sia un po’ scafato, un pò smaliziato, un po’ rotto, come si usa dire, alle furbizie ed ai trabocchetti che dei rapporti fra Stati costituiscono da sempre l’intima essenza.

Come pure non è obbligatorio avere le capacità di un Metternich o di un Talleyrand,  ma poiché in Italia di tecnici che se ne intendono ne abbiamo, almeno sarebbe opportuno farsi consigliare, per evitare di fare la figura degli ultimi arrivati, dai gonzi di turno. 

Ma riassumiamo i fatti in breve.

Come accennato, dal 2035 in Europa si potranno vendere solo i veicoli elettrici, che per definizione non hanno più bisogno dei carburanti classici, gasolio o benzina.

Al di là dei dubbi sull’opportunità di questa scelta “tranchant”, alcuni Paesi, fra cui spiccavano Germania e Italia, ad accordo chiuso, avevano manifestato la richiesta che, per favorire la transazione all’elettrico, anche dopo il 2035  si potessero utilizzare per le auto carburanti “puliti”, nel senso di poco inquinanti.

In realtà la Germania puntava agli e-fuels, i carburanti sintetici che non sono proprio a zero emissioni, e che per ora non sono nemmeno disponibili in grandi quantità sul mercato, perché costano tantissimo. 

L’Italia invece puntava ai bio-carburanti, ricavati dalle biomasse, cioè da grano, colza, mais, scarti alimentari e altro, già prodotti dall’ Eni.

Nulla di male, intendiamoci, la politica è fatta anche di interessi economici, e quindi che Germania e Italia cercassero di ottenere scelte, sia pure transitorie, in deroga al “tutto elettrico”, ci sta.

Forse non tutti ricordano che nell’iter di approvazione dei provvedimenti europei esiste anche la cosiddetta “minoranza di blocco”, nel senso che una normativa può essere bloccata  se almeno 4 Paesi sono contrari.

In questo caso i quattro Paesi contrari c’erano, in quanto ad affiancare Germania ed Italia si erano aggiunte Polonia e Bulgaria.

Pietro l’Aretino – Nascita: 20 aprile 1492, Arezzo
Morte: 21 ottobre 1556, Venezia

 Se non che i tedeschi sono riusciti ad ottenere quello che volevano, lasciando l’Italia come l’Aretino Pietro, cioè con “una mano davanti e l’altra dietro”.

Come è stato possibile?

Io credo che quando l’Italia ha dichiarato il suo voto contrario alla nuova normativa, a Berlino hanno stappato le bottiglie, perché ciò aumentava enormemente il loro potere di trattativa (o di ricatto se preferite) con Bruxelles.

E cosa hanno fatto?

Semplicemente se ne sono fregati di quegli scappati di casa degli italiani, e approfittando della loro ingenuità hanno aperto una trattativa diretta con la Commissione. 

Da parte sua alla Commissione, che non aveva alcuna intenzione di mettere in discussione un testo già concordato ed approvato dall’Europarlamento,   non è parso vero poter rompere il fronte della cosiddetta “minoranza di blocco”.

Ha quindi aperto alle richieste tedesche, e di conseguenza adesso il no italiano conta come il due di spade quando vale a bastoni.

Notate la furbizia dialettica:  da Palazzo Berlaymont hanno dichiarato che il testo resta quello, ma successivamente la Commissione europea si incaricherà di aggiungere una dichiarazione scritta che terrà conto dell’accordo raggiunto con Berlino. 

In altre parole Bruxelles ribadisce che potranno essere usati gli e-fuels a zero emissioni, che verranno definiti con l’espressione: “carburanti neutri”.

Ricordo che questi e-fuel non saranno disponibili che fra qualche anno, ed è verosimile che l’industria tedesca, foraggiata ovviamente dallo Stato, ne diventerà il  principale, se non l’unico produttore.

Non trovo altro termine per definire il comportamento del nostro Governo, se non “ingenuo”, e questo a voler essere buono.

Credo infatti che solo un ingenuo potesse non mettere in conto il comportamento tedesco (magari moralmente censurabile), e quando da Berlino si è cominciato ad insistere sugli e-fuel,  dei Governanti avveduti avrebbe potuto avrebbero potuto far pesare la propria posizione nei confronti del governo tedesco.

Infatti senza il no italiano, la minoranza di blocco sarebbe evaporata,  il regolamento sarebbe stato approvato, e Berlino non avrebbe avuto il tempo di negoziare, e vincere,  sugli e-fuels. 

Certo uno potrebbe pensare; certo, ma questo avrebbe voluto dire abbandonare la battaglia dei bio-carburanti.

Vero, anche se non è detto; ma almeno avremmo impedito ai tedeschi di farsi i “cazzi loro” a nostre spese.

E così mentre Berlino ha portato a casa quello che voleva, facendoci un bel “marameo”, noi abbiamo confermato il nostro “no”, facendo anche la figura dei “bastian contrari”.

Un bel risultato, non c’è che dire!  Roba da manuale di politica estera!

Ma allora perché Giorgia Meloni ha parlato di esiti tutto sommato positivi per l’Italia dell’incontro fra i Capi di governo, visto che non abbiamo portato a casa nulla, se non due parole sul documento finale, anche sul tema dei migranti.

La verità è che a Roma ci si accontenta di raccontare le fiabe, piazzando bandierine sui social, ovviamente a  fini elettorali interni. 

Tanto, certamente penseranno i nostri Demostene, se di politica estera non capiamo nulla noi che la facciamo, pensa se ci capiscono qualcosa gli italiani!

Da mettersi le mani nei capelli!

Umberto Baldo


Caro Umberto,

spero tu abbia letto il mio post di sabato 25 marzo dal titolo Il venerdì nero (in tutti i sensi) del Premier Meloni: scarsi risultati al Consiglio Europeo, errore storico sulle Fosse Ardeatine.
In quell’articolo raccontavo – con meno dovizie di particolari rispetto alla tua preziosa lettera – proprio la brutta figura del “Signor Presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni” al vertice europeo.
E avevo accennato anche alla questione della benzina e-fuel e bio-carburanti.

Hai perfettamente ragione, caro Umberto: abbiamo – perchè chi ci rimette è il nostro Paese – una figura barbina.
Hai fatto bene a richiamare la figura di Pietro l’Aretino, famoso per i suoi racconti lussuriosi, però di una certa classe.
Di questa brutta figura ne parlavo proprio con mia figlia che come sai è un ingegnere della Ducati e segue proprio le questioni ambientali.
E come sai Ducati Motori è di proprietà dell’Audi e Audi fa parte della Capogruppo Volkswagen.
Naturalmente per ovvi motivi non posso raccontarti cosa mi ha detto di questa vicenda, ma la conclusione l’hai già tracciata e scritta tu.

Insomma abbiamo fatto l’ennesima brutta figura.
Purtroppo questa ennesima brutta figura ci costerà dal punto di vista economico.
Siamo in ritardo sull’elettrico, siamo in ritardo sul e-fuel.
In pratica siamo una nazione ritardata, purtroppo, in moltissimi settori.
Capisco persone come tuo nipote che sono andate a lavorare all’estero.

Vabbè, caro Umberto, continuiamo a farci del male.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “La Germania, e l’Italia come l’ ”Aretino Pietro””

    1. Hai perfettamente ragione Enrico.
      Anche stasera c’è stato nei TG o silenzi complici o false giustificazioni del tipo: fra qualche mese si vedrà, ci sarà qualche possibilità. Salvini che twitta: grazie a noi vittoria, non ci sarà solo l’auto elettrica nel 2035.
      Eppure era lapalissiano che la Germania cercava un accordo. Il problema che abbiamo dei dilettanti al potere. E lo dico, davvero, dispiaciuto perchè questi errori si riverberanno sulle nuove generazioni.

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