Notizie da MPS: fuga dei clienti e vendita dei gioielli di famiglia? C’è da preoccuparsi? La premonizione di Orcel

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E’ di moda in questi giorni parlare – almeno sui media e sui social – di apparizioni, di “madonne piangenti“, di documenti trafugati, di preveggenze religiose ed economiche.
Aveva iniziato alcuni giorni fa Andrea Orcel – ceo di Unicredit appena riconfermato con lauto aumento di stipendio (altro che esorbitanti richieste sindacali per il CCNL dei bancari) – dichiarando apertamente che: “è quasi inevitabile che accada qualcosa di brutto nel sistema bancario“.

Andrea Orcel – foto tratta dal web

Orcel – naturalmente – non si è sbilanciato e non ha specificato a chi e a cosa si riferisse con questa sua preveggenza. Molti hanno pensato ad un preciso riferimento al Monte dei Paschi di Siena.

Ho sempre sostenuto da questo blog – spesso in solitario – che il lavoro di Lovaglio con l’aumento di capitale andato a buon fine – anche se con costi di commissioni altissime – e il parziale risanamento della banca senese fosse da incensare.

Luigi Lovaglio – foto tratta dal web

Avevo avanzato un solo dubbio.
Troppe uscite di personale con gli esodi – circa il 25% della forza lavoro -, troppe persone delle filiali che andavano in prepensionamento rispetto a dipendenti impiegati nella Direzione Generale.
Questo “esodo forzato“, non integrato da assunzioni – come leggo dai comunicati sindacali – ha creato e sta creando grandi difficoltà nell’operatività delle filiali del Monte dei Paschi di Siena.

Appaiono sui social notizie di chiusura di filiali, di chiusure di ATM, di abbandono della clientela, di perdita di raccolta diretta.
Corrispondono al vero queste notizie?
La mia preoccupazione nasce dal fatto – e l’ho scritto tantissime volte – che la forza, la resilienza del MPS era il marchio di fabbrica da parte delle lavoratrici e dei lavoratori e il loro attaccamento “alla maglia” era fonte di prospettive per il futuro.
Se venissero meno anche questi valori, il MPS potrebbe prendere una china pericolosissima.
Si parla velatamente anche di “ratio” di bilancio che non siano in linea con quanto prospettato.
E’ vero?
E le continue cause – ultima quella del gruppo Caltagirone ( vedi post Dove eravamo rimasti (20): Popolare di Bari, l’addio di Visco, ancora un venerdì nero (quasi fascista) per il governo Meloni, MPS, ritocchino allo stipendio di Orcel, Unipolmove del 1 aprile 2023 – di oltre 700 milioni, mette sempre di più nelle ambasce chi spera in una “resurrezione” della Banca senese.

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Ma anche la notizia – riportata dal Sole 24 Ore – sulle trattative per la cessione dell’Azienda Agricola Mps Tenimenti Poggio Bonelli e Chigi Saracini non sono allettanti.
Va detto – per l’amore della precisione – che queste vendite sono previste dal Piano Industriale e agli impegni presi con DG Comp per il risanamento della Banca e con lo Stato italiano (primo azionista).
Quello che invece preoccupa moltissimo è l’affermazione fatta dal giornale della Confindustria, è che se l’operazione della vendita della tenuta agricola dovesse procrastinarsi, MPS sarebbe costretto a “vendere la remunerativa partecipazione nel capitale della Banca d’Italia“.

Giancarlo Giorgetti

L’ultima preoccupazione di oggi, è quella che viene dal Governo Meloni, anzi che non viene.
Infatti il Ministro del MEF Giancarlo Giorgetti – non si è lasciato scappare nessuna anticipazione su come il Governo intenda affrontare la questione “uscita da MPS“.
Insomma questa strana e fredda primavera non sta portando grandi “risvegli e fioriture” per la banca senese e di questo, purtroppo, non ne sono felice.
Non ci resta che aspettare un “miracolo” o “un’apparizione“!!!


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

4 Risposte a “Notizie da MPS: fuga dei clienti e vendita dei gioielli di famiglia? C’è da preoccuparsi? La premonizione di Orcel”

  1. Caro Massimo, Caltagirone farebbe bene a ricordare cosa ha avuto da MPS e come e quanto lo ha pagato.
    In Filiale, trovo Quadri di 4^ con tre MTE a fare il titolare di filiali con organico di 8 persone. Colleghi capaci, non esodati, che oltre ad offrire la loro professionalità manageriale aprono cassa!
    I dipendenti, quasi la totalità, sostiene i clienti. Incluso lo scrivente, che nonostante i continui interventi chirurgici per necrosi, tumori e cancri vari, con i quasi 40 anni di servizio da Milano a Palermo passando per Roma, ha chiesto di ritornare da D.G. in Filiale.
    Quel che pesa in MPS son le cause passive. Null’altro!

    1. Caro Danilo,
      credo anch’io che le cause sono ostative sia del buon andamento della banca che l’eventuale acquisizione. Sui dipendenti sulla da dire. Ho scritto che sono la base maggiore del trapezio che sostiene MPS. Sul fatto che ancora la Direzione Generale sia sovrabbondante e che le filiali siano in difficoltà non lo dico solo io ma persone che conoscono la realtà della Banca. Se ben ti ricordi, mesi fa, scrissi che non vedevo male – proprio per la peculiarità della situazione in cui versava MPS – un fondo per i prepensionamenti legato ad aree ben determinate. Poi sul fatto dei clienti che si lamentano, basta aprire qualsiasi chat. Ma anche in questo caso la colpa non è delle lavoratrici e dei lavoratori ma dell’organizzazione aziendale e della mancanza di personale.

  2. Dopo 43 anni di banca, di cui 3 in esodo, non posso che avere un grande affetto per MPS, che mi ha pernesso di vivere una vita tranquilla. Ma non posso non ricordare quello che è stato fatto a questa ex “grande” banca, dai poteri forti e anche dell’indifferenza della politica e dei sindacato, facendo ricadere la mannaia economica sui dipendenti. Anche l’Europa ha fatto la sua parte, con decisioni avventate e non condivisibili.

    1. Io credo che moltissimi errori sono stati fatti attorno al MPS. Dalle gestioni opache, agli incontri sindacali con le segreterie nazionali che venivano poi annullati perchè le trattative bisognava farle solo con gli interni; agli errori della politica, al rinchiudersi un una senesità che in mondo globale non aveva più senso. Il dramma che a pagare questi errori siano stati i dipendenti e i clienti. Per i dipendenti, per fortuna con la firma del Fondo di Sostegno – che bisogna sottolinearlo non era piaciuto al sindacato interno al MPS e all’ex Antonveneta che fecero votare contro in assemblea alle lavoratrici e lavoratori – si è ovviato ad una situazione che – se vissuta da una banca straniera – sarebbe stato drammatico.

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