Lettera al blog di Rosario Marrone
PREMESSA
Più volte ho scritto che il mio blog – da sempre politicamente scorretto – era aperto ai contributi dei miei pochi ma affezionati lettori. Oggi pubblico una lettera di Rosario Marrone
Vi ricordo che la mail di questo blog è: masi.ipad2@gmail.com
Cari Umberto e Massimo
Ho appena finito di leggere il vostro botta e risposta su quel che è successo in Brasile post elezioni – Brasile: reprimere è la parte più facile; sanare le divisioni la più difficile – ed anche le vostre considerazioni sui collegamenti con i fatti di Washigton di un anno fa e di Roma.
Sono d’accordo con le vostre considerazioni sulla “fragilità” della democrazia e sul fatto che vada preservata.
E’ da tempo però che mi pongo domande su questi fenomeni dilaganti di “dissensi” di “voci fuori dal coro” di vere e proprie amenità.
E se fosse tutta colpa di internet?
Il web, grande strumento, se usato bene, ha permesso a tutti, ma proprio tutti di dire la propria opinione.
Grande cosa.
Peccato poi che teorie strampalate o complottiste si stiano sempre più alimentando sotto l’anonimato del Web, scatenando veri e propri movimenti globali quali: Qanon, No-vax, terrapiattisti, l’uomo non è mai stato sulla luna e chi più ne ha più ne metta.
Ogni persona può dire la sua, intelligente o meno.
Prima di internet, se ci fosse stato qualcuno con idee strampalate avrebbe potuto influenzare ben poche persone, e qui mi viene in mente un personaggio uscito dalla superba penna di Stefano Benni nel libro “Bar sport” il tennico o professore da bar.
Riporto testuale:
“Il tecnico da bar, più comunemente chiamato “tennico” o “professore”, è l’asse portante di ogni discussione da bar. Ne è l’anima, il sangue, l’ossigeno… Dal suo angolo il tecnico osserva e aspetta che due persone del bar vengano a contatto. Non appena una delle due apre bocca, lui accende una sigaretta e piomba come un rapace sulla discussione…”Guardi, sa cosa le dico”…
Naturalmente il tutto poi finisce in rissa.
Ora, questi professori da bar sono diventati i famosi “leoni da tastiera” che coperti dall’anonimato riescono a fare breccia nei più deboli e creduloni, che poi si sentono legittimati ad uscire di casa per andare ad assaltare la sede del Congresso degli Stati Uniti o qualsiasi altra cosa.
Io non so voi ma a me sembra di assistere ad una partita tra ignoranza ed intelligenza, e sono preoccupato perché l’ignoranza mi dà l’impressione stia prendendo il sopravvento.
Un caro abbraccio.
Rosario
Risponde Umberto Baldo
Credo che Rosario abbia ragione. Sicuramente Internet, facilitando la comunicazione in tempo reale e di conseguenza la grancassa mediatica, contribuisce a favorire fenomeni di tipo eversivo, anche se a onor del vero i “golpe” si sono sempre portati a compimento anche in tempi in cui le informazioni circolavano con minore facilità.
Internet contribuisce se mai a “creare l’opinione pubblica”, orientandola su contenuti spesso privi di alcun fondamento di verità, se non palesemente ed artatamente falsati.
D’altronde è noto che i regimi illiberali, oltre che per controllare i cittadini, utilizzano la Rete per inquinare e condizionare le opinioni pubbliche dei Paesi considerati avversari o nemici.
Lo aveva ben capito quel fine intellettuale che fu Umberto Eco quando disse: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”.
Purtroppo c’è poco da fare. Anche perché da un lato c’è una sempre minore propensione del cittadino comune ad approfondire e a ragionare, e lo dimostra il progressivo calo delle vendite dei giornali, dall’altro la Politica ha capito le potenzialità dei social, ed a testimoniarlo c’è il sempre maggiore utilizzo di strumenti come Twitter per dialogare con cittadini ed elettori.
In parte il successo di Donald Trump si deve a questo abuso dei messaggi, degli slogan, degli attacchi personali.
E’ comunque triste constatare che millenni di cultura politica, da Aristotele a Machiavelli, si sono ridotti a quella che si può definire “la politica in 140 caratteri”.
Un abbraccio.
Umberto
Mia risposta
Caro Rosario,
la tua citazione del libro di Stefano Benni – mio concittadino – mi ha fatto molto piacere.
L’ho scritto altre volte, ma voglio ripetermi.
Abitando in un piccolo paese dove ci si conosce tutti e come in tutti i paesi – anche nel mio – c’era un personaggio fantastico, con qualche rotella in meno, ma simpatico e ironico. Era vezzeggiato da tutti e gli si perdonava tutto, anche quando chiedeva se la luna di Altedo era uguale a quella di Bologna o quando girava per il paese con un carretto pieno di damigiane di vetro per il vino (in dialetto zuccon) e se qualcuno gli chiedeva cosa facesse, rispondeva in dialetto, ma traduco: porto a spasso quei zucconi degli studenti di Altedo, in quanto – quell’anno – molti di questi che andavano in città a studiare erano stati bocciati o rimandati.
Perchè Rosario questa lunga premessa?
Per dire che hai ragione. Oggi tutti possono dire la loro e hanno una cassa di risonanza enorme. L’ultimo esempio è quello di quel “youtuber” con milioni di follower che ha in un suo video proclamava la necessità di un partito unico in Italia.
Il web è diventato non solo lo sfogatoio – molto amplificato – di coloro che sono e si sentono repressi, dei disadattati, degli estremisti, dei novax, e company.
Come sempre, però, c’è il rovescio della medaglia.
Senza il web la rivoluzione delle donne in Iran non avrebbe questo risalto, così dicasi per per l’Afghanistan e anche per la guerra in Ucraina.
Quindi è vero, come tu scrivi: la colpa è di internet, ma senza internet non si può stare.
E non ci possono essere nemmeno troppi controlli e filtri. E questo è il vero problema.
Lo scrivevo nella risposta ad Umberto sull’articolo che tu hai citato sul Brasile: stiamo forse arrivando ad una nuova forma di governo mondiale? Come quello che vedevamo nei film di fantascienza intelligenti. Forse si, ma per fortuna, noi (io e Umberto) non faremo in tempo a vederlo.
Grazie per il tuo prezioso contributo
Un abbraccio
Massimo
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