Le destre all’assalto dell’Europa

Una lettera di Umberto Baldo e mia risposta

Foto tratta dal web

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Caro Massimo 

Tu sai che io sostengo da sempre che per capire come gira il mondo non possiamo, come è invece tipico di noi italiani, guardare solo quello che succede nel nostro orticello.

Tanto per fare un esempio io seguo sempre con molta attenzione le tornate elettorali nei paesi Ue, perché a mio avviso sono la cartina di tornasole per capire quali siano le “tendenze”  politiche dei popoli europei.

Ricordo ancora quando il Financial Times relativamente all’esito del voto politico italiano titolava “L’Italia vira a destra e lontano dal centro di potere dell’Ue”.

Il FT è solitamente un giornale serio ed affidabile, ma alla luce dei fatti e della realtà attuale credo che questo titolo fosse sbagliato nella sostanza.

Non ho certo intenzione di negare che l’incoronazione di Giorgia Meloni a Capo del Governo non abbia rappresentato una svolta “a droite” dell’Italia, ma a mio avviso il fenomeno è in realtà più ampio, ed è tutta l’Europa a spostarsi a destra.

Kyriakos Mītsotakīs – foto tratta dal web

Domenica scorsa è stata la volta della Grecia, che ha visto la netta vittoria di Nea Dimokratia del leader conservatore Kyriakos Mītsotakīs, che ha ottenuto  il 40,79% dei suffragi, superando di oltre 20 punti il rivale di sinistra Syriza, guidato dall’ex premier Alexis Tsipras, che si è fermato al 20,07%.

Ma poiché il sistema elettorale greco non ha consentito a Neo DimoKratia di avere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento, Mītsotakīs ha dichiarato che non cercherà alcun accordo di coalizione per governare, e che si andrà a nuove elezioni (probabilmente il 25 giugno)  che  dovranno tenersi con un diverso sistema elettorale, approvato proprio durante il governo di Nea Dimokratia, che assegna direttamente un bonus di seggi, fino a un massimo di 50, al partito vincitore.

Forse stai pensando: ma dove sarebbe la novità visto che Neo Dimokratia governava già la Grecia?

In effetti io non parlo di novità, di svolta epocale, bensì di una conferma del favore con cui gli europei guardano alle forze conservatrici, se non di destra estrema.

Per trovare una conferma basta guardare la mappa dell’Europa odierna, anche se catalogare i Governi dei 27 Paesi della Ue in ragione della loro collocazione politica non è un compito semplice, in quanto ogni Paese presenta caratteristiche peculiari quanto a regole costituzionali e  forma di governo.

Ma comunque si può tentare una classificazione, che non sarà magari perfetta, ma sicuramente abbastanza indicativa.

Io direi che si potrebbe semplificare dividendo i Governi in: di “destra e  centro destra”, di “centro sinistra”, con “coalizioni eterogenee”.

Non avrei alcun dubbio nell’ascrivere alla destra gli Esecutivi di Polonia, dove il 52% dei polacchi ritiene già oggi che il partito di governo Diritto e Giustizia (PiS, Ecr) – espressione di una destra d’ispirazione conservatrice clericale, nazionalista e illiberale – sia destinato a vincere ancora alle elezioni di novembre, di Ungheria, solidamente schierata con il suo leader Victor Orban ed il suo partito Fidesz.  

Ma sicuramente nella “famiglia” ci sono anche la nostra Italia, la Svezia, la Finlandia, la Grecia, l’Olanda (in forte crescita il BBB-Movimento contadini-cittadino, populista, anti Islam), Cipro, la Lituania, la Lettonia.

Fra i Governi di coalizione inserirei l’Austria, attualmente retta da una coalizione Ovp-Verdi, ma dove il partito di centrodestra Övp intenderebbe coalizzarsi a livello nazionale con l’Fpö, partito di estrema destra, alle politiche del 2024), la Germania, dove il Cancelliere socialista Olaf Scholz guida una coalizione con i Verdi ed i Liberaldemocratici, il Belgio (dove governa un’alleanza che si compone di sette partiti: trasversale alla frontiera linguistica che divide in due un Belgio sempre più scettico di poter rimanere unito  fra neerlandofoni fiamminghi e francofoni valloni), l’Irlanda (coalizione fra Fianna Fail e Fine Gael con rotazione del premier), la Romania (anche qui Governo a rotazione nell’ambito di una coalizione con quasi tutti i partiti dentro).

Difficile inquadrare la Bulgaria dove si va ormai a votare quasi ogni tre mesi. 

Il secondo Paese delle Ue, la Francia, ha un Governo centrista, guidato dalla prima Ministra Elisabeth Borne, che fa parte di Renaissance, il Partito del Presidente Emmanuel Macron,  che però non ha la maggioranza in Parlamento.

Ma dove sono i Governi di sinistra?

Pedro Sanchez – foto tratta dal web

In Spagna, dove governa Pedro Sanchez, che guida  una coalizione formata dal Partito Socialista (Psoe)  da Podemos,  dal Partito Socialista Catalano, da Izquierda Unida, ma che si regge sull’appoggio di alcuni partiti autonomisti; in Danimarca, dove però la socialdemocratica Mette Frederiksen guida una coalizione con i Liberali di centrodestra, in Slovenia, ma soprattutto in Portogallo, dove il leader socialista Antonio Costa guida il suo terzo governo con la maggioranza assoluta. 

Ho volutamente tralasciato qualche Paese, tipo Malta o il Lussemburgo, perché si tratta di Stati, sicuramente importanti, ma direi non indicativi di tendenze.

Questa carrellata, per forza di cose a volo d’uccello, e quindi poco approfondita, credo offra comunque una visione di insieme di quali siano le tendenza in Europa, e credo valga la pena di rilevare che in molti Paesi le destra governiste o conservatrici si trovino oggi costrette a gareggiare non solo con le tradizionali sinistre socialiste o socialdemocratiche, ma soprattutto con le destre radicali (tipo Alternative für Deutschland in Germania, i Nuovi Finlandesi, i neo franchisti di Vox in Spagna, o lo stesso Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia).

Mi sembra difficile negare che le destre europee, euroscettiche, fortemente legate alla politiche agricole, sostenitrici della lotta all’immigrazione clandestina, spesso suprematiste, sostenitrici della famiglia tradizionale contro l’aborto e i matrimoni Lgbt,  hanno il vento in poppa.

Far finta di niente, o peggio guardare il fenomeno con sufficienza, non solo non porta da nessuna parte, ma può anche essere pericoloso, come la storia insegna.

E quindi credo sia ineludibile per le sinistre la domanda delle domande: perché succede questo?

Io tenderei ad escludere che alla base ci sia l’ideologia.  Questa non è l’Europa degli anni ’20 del ‘900; sono del tutto diverse le condizioni socio politiche ed economiche.

Sicuramente a spingere certi movimenti sono le crisi finanziarie e le conseguenti difficoltà, nonché le ondate migratorie incontrollate che spingono populisti e sovranisti su posizioni ancor più complottiste ed estremiste.

Ma i progressisti europei devono anche chiedersi come mai  milioni di disoccuparti europei trovino rassicurazione nelle destre piuttosto che nelle forze di sinistra.

E io credo che anche alcuni “totem” della sinistra, quali l’assistenzialismo, lo statalismo, l’inclusività ed i diritti per tutti, debbano essere ripensati e quasi sicuramente rivisti alla luce delle tendenze in atto, sempre che non si voglia sparire dal panorama politico continentale. 

Ti faccio un esempio.  I nostri Sindacati continuano a urlare “lavoro, lavoro!” nello stesso momento in cui i concorsi della Pubblica Amministrazione vanno deserti, molti lavoratori si licenziano, e le imprese si lamentano di non trovare più la  manodopera che serve per tenere in piedi la macchina produttiva.

Non è che forse i nostri sindacalisti vedono ancora il mondo con le categorie del ‘900, fortemente influenzate dall’ideologia, e non capiscono che questo è una realtà totalmente diversa, che richiede analisi e approcci completamente diversi (si pensi solo alla transizione ecologica e all’Intelligenza Artificiale) e sicuramente meno burocratici, e meno legati a feticci come il Contratto Nazionale? 

Parimenti politici come Elly Schlein dovrebbe chiedersi se la gente che lavora pone veramente in testa alle proprie priorità l’utero in affitto, il mondo gender, un pacifismo peloso, le patrimoniali, solo per citare alcuni temi.

Su queste differenti visioni del mondo si giocherà il destino della politica italiana ed europea, ma al momento le destre sembrano prevalere ovunque.

La controprova saranno sicuramente le Europee dell’anno prossimo, dove potenzialmente il Partito Socialista Europeo potrebbe essere estromesso dalla maggioranza che da sempre governa a Bruxelles, qualora le destre avessero buoni risultati a livello dei singoli Stati. 


Caro Umberto,
sono passati esattamente 44 giorni dall’ultima lettera che hai inviato al mio blog. Troppi.
Obiettivamente la tua carrellata sulla situazione politica europea e la conseguente analisi è – come al solito – perfetta.

Non ho molto da aggiungere se non che – stavolta – l’Italia – con il governo più di destra dal dopoguerra – è in buona compagnia in Europa.
Vedi, caro Umberto, la mia preoccupazione non nasce da questa spinta a destra che si respira in Europa. Per chi – come me – crede nell’alternanza fra destra e sinistra non può essere un problema.
Ma la situazione potrebbe peggiorare in quanto se una destra economica e sociale non fa paura, una destra che si richiama al sovranismo, all’abolizione delle libertà di pensiero, razzista e omofoba e contro gli ebrei e tutti i diversi, fa veramente paura.
E in quasi tutti i paesi che hai citato c’è questo pericolo.
Le cause. Tu nei hai indicate alcune. Concordo. Io ci aggiungerei anche il Covid. Il Covid ha fatto emergere una parte di popolazione che non crede alla scienza, che si rivolge alle santone e agli infusi magici, che sproloquio utilizzando la cassa di risonanza dei social media. Inoltre non dimenticare che in molti Paesi europei c’è un riorno al fascismo e al nazismo che fa veramente terrore.
Questa è la destra che fa paura.

Manfred Weber – foto tratta dal web

Infine, concludi affermando che le elezioni europee del prossimo anno saranno determinanti per un possibile cambio di maggioranza all’interno del Parlamento Europeo.
E’ un ipotesi già contemplata. Non è un caso che Manfred Weber – presidente del Partito Popolare Europeo, al quale è iscritto Forza Italia – abbia già avanzato questa ipotesi. Non è un caso un avvicinamento di Weber alla Meloni proprio per delineare questo cambio di maggioranza.

Fra un anno vedremo. Ormai le elezioni si decidono nelle ultime settimane prima del voto e ho l’impressione che da qui al giugno 2024 ne vedremo tantissime di novità.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Le destre all’assalto dell’Europa”

  1. Due domande “non” retoriche: come si pongono “destra” e “sinistra” nei cfr del riassetto politico mondiale in corso? Si può dire “destra” filo USA e “sinistra” filo Cina/Russia?

    1. Se fino agli anni 60 questa esemplificazione poteva funzionate aggiungendo anche il centro e il centro sinistra, oggi questa distinzione non vale più. Se Meloni è pro USA, Salvini e Berlusconi – almeno fino – ad un anno fa – erano pro Putin. Nel PD convivono le anime pro USA e quelle pacifiste, mentre nella sinistra-sinistra si occhieggia a Putin. Poi c’è tutta quella galassia anti tutto: anti Nato, anti Israele.
      Ah se le cose fossero semplici!!! Nella politica italiana, niente è semplice, purtroppo

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