Chi ha paura di Elly Schlein? La verità sull’intervista a Vogue

Elly Schlein – foto tratta dal web

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Avete presente il film di Mike NicholsChi ha paura di Virginia Woolf” con George Segal, Elizabeth Taylor, Richard Burton, Sandy Dennis, Agnes Flanagan, Frank Flanagan?
Il significato del film si può così riassumere: la paura di Virginia Woolf è la paura di vivere una vita di fronte alla realtà. Il tema centrale della commedia e del film è la necessità della rimozione dell’illusione da una relazione: chi ha paura di una vita senza illusione? Chi ha paura di affrontare la realtà?
Ecco, credo che la destra italiana – e purtroppo anche molte donne – siano afflitte da questo complesso nei confronti della giovane segretaria del PD.
Premetto che con la Schlein ho parlato una sola volta per 30 secondi, non ho votato nè lei nè Bonaccini alle primarie del PD e su alcuni argomenti mi ritrovo distante dai suoi ragionamenti.

Però, però…

Appena eletta è cominciato l’accanimento contro di lei perchè è brutta, ha un naso storto e perchè, dicono sia ricca, figlia di svizzeri e ebrea.

Dieri che come ouverture non c’è stato male.
E poi qualcuno della destra s’è scandalizzato per la vignetta – a mio avviso pessima – sulla sorella della Meloni.
Tanto è vero che vi sblocco un ricordo. Il 28 febbraio scrissi un articolo riportando molte cattiverie nei confronti di Elly Il meglio, o il peggio, dei social (5): speciale Elly Schlein dove ho riportato il peggio dei post apparsi sul web. Naturalmente Pillon, Pucci, Feltri, la Lega e Salvini furono i più attivi nell’opera di denigrazione.

Dalla sua nomina a segretaria del Partito Democratico è cominciata la risalita nei sondaggi e la conseguente discesa di Fratelli d’Italia.
Può piacere o non piacere, ma questo ci dicono i sondaggi.
Il PD da terzo partito – dietro il M5S – ora è il secondo a 4-7 punti -a secondo dei sondaggi – da Fratelli d’Italia.
E’ anche vero che nel frattempo dal PD sono usciti nell’ordine: Fioroni che si è creato una propria associazione, l’ex deputato e amico intimo di Renzi Marcucci, poi il senatore Borghi – eletto componente del Copasir che non si vuole dimettere dall’incarico e per ultima l’euro deputata Chinnici che è passata in Forza Italia dopo essere stata candidata del PD nelle regionali siciliane proprio contro il rappresentante del Partito di Berlusconi, Schifani.
Oddio, per l’amore della verità non sembra che queste uscite abbiamo prodotto uscite di consensi, anzi a detta del PD sono oltre ventimila i nuovi iscritti dopo la nomina della Schlein.
E questi movimenti sono ritenuti normali dopo l’inatteso successo della Schlein.
E anche gli ultimissimi sondaggi, quelli pubblicati oggi, danno ancora in crescita il Partito Democratico.
Ma il culmine delle critiche a Elly si sono sviluppate in questi giorni, complice una lunga intervista che ha concesso a Vogue.
Ora a parte l’opportunità o meno di concedere un’intervista a questo giornale, anche se nel passato sia in Italia che all’estero a questa importante rivista hanno concesso conversazioni tantissimi politici.
Ma la cosa buffa è il risalto che questa intervista ha avuto sulla stampa e non solo di destra.
Poichè chi mi conosce sa che sono un precisino del c…o, sono andato a leggere l’intervista della Schlein e ho contato esattamente 30 domande su tutti gli argomenti politici del momento dai diritti, all’immigrazione, alle politiche del governo, ecc. Su trenta domande quella incriminata è la seguente, che riporto:

Come potete leggere non si parla di 300 euro all’ora, non si parla di dressage di alta sartoria, non si parla di abiti da migliaia di euro (vero Ministro Santanchè), non si parla di esperti nel campo della moda.
Ho l’impressione che molti giornalisti – fra questi ci metto anche il pessimo Gramellini – non abbiano letto l’intervista della Schlein ma si siano soffermati solo sul lancio di alcune agenzie di stampa e articoli di detrattori prezzolati.

Quello che meraviglia – anche se ormai ci ho fatto il callo – è che non solo “gli uomini odiano le donne” come dal titolo della celebre trilogia di Stiag Larsson, ma che “le donne odiano le donne” soprattutto quelle che riescono ad avere visibilità e posti di rilievo.
Purtroppo non sono riuscito a salvare un post che ho visto sui social dove si raccoglievano gli improperi contro la Schlein da parte di solo donne.
Ma oltre ai pessimi giornalisti – vi richiamo l’intervista ad una grande giornalista che ho pubblicato l’11 aprile Conversazione-intervista con Mariangela Pani, giornalista professionista, felicemente pensionata, anche i politici non si sono fatti mancare nulla.

Il post più odioso, misogino e sicuramente ignorante, è quello di Vittorio Feltri. Probabilmente ammaliato dalle molte “donne” del Cavaliere che sono ricorse al chirurgo plastico (sempre lo stesso, molto probabilmente visto che le modifiche “operatorie” sono più o meno le stesse) vorrebbe imporre lo stesso canone di bellezza.

Che l’Italia non sia un paese per giovani e donne è risaputo.
Pensavo che dopo l’avvento di Giorgia Meloni, di tanti posti di responsabilità assunti da donne, ci fosse un clima non dico migliore, ma almeno più accondiscendente.

Mi sono sbagliato.
La dittatura maschile è ancora troppo forte. Ma ripeto, quello che fa paura, è la mancanza di solidarietà femminile.

Comunque, cara Elly, continua per la tua strada.
Un piccolo consiglio, oltre ai temi affrontati su Vogue, oltre le politiche sui diritti, credo sia opportuno che finalmente il PD si occupi di sanità pubblica e di lavoro.



Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

6 Risposte a “Chi ha paura di Elly Schlein? La verità sull’intervista a Vogue”

  1. Carlo Nwgri (da Facebook)
    Caro Massimo, il nostro è un paese pieno di “odiatori ed odiatrici seriali” i quali, peraltro, si fermano alla superficie dei temi e dei problemi senza sapere/volere/potere affrontarli…e poi ci sono coloro che “si bevono tutto”

  2. Caro Carlo,
    hai perfettamente ragione. Il mondo dei social, purtroppo, è caratterizzato da questi personaggi. Quello che stupisce ancora è la non solidarietà femminile.

  3. Valeria Cantelmo (da Facebook)
    La cosa deprimente è che nessuno legge più…ci si ferma al titolo o ai disegnini😡😡
    Anche questa realtà meriterebbe una riflessione.
    Per quanto riguarda il tasto dolente che hai toccato sulla “misoginia femminile”, ho riscontrato che la solidarietà femminile, con le dovute eccezioni, sembra essere più diffusa quando si tratta di condividere insuccessi, difficoltà, forme di discriminazione o violenza, mentre sembra svanire in ambiti quali traguardi o riconoscimenti, soddisfazioni personali e pubbliche, risultati lodevoli e vittorie meritate. Da cosa può dipendere questo atteggiamento? Provo a darne una modestissima lettura. Alcuni comportamenti dipendono molto dal fatto che già da bambine siamo state abituate all’idea di dover combattere di più rispetto ai nostri coetanei di genere maschile per ottenere i medesimi risultati.
    Il divario tra generi è ancora troppo ampio ed è facile ritrovarsi a sgomitare per accaparrarsi ciò che resta da conquistare, ciò che il genere maschile lascia, con una eccessiva competizione che ci vede purtroppo quali prime avversarie delle donne stesse. Tutto ciò non deve e non può giustificare questa “misoginia femminile”. Dovremmo imparare a non considerare l’altra donna come un’avversaria da annientare, ma come un’alleata con cui lottare insieme per gli stessi diritti, imparare a riconoscere i meriti altrui e smetterla di sentirci sole contro tutti.
    In sintesi dovremmo imparare a pensare che
    Se ce l’ha fatta lei ce la posso fare anche io
    Se ce l’ho fatta io ce la può fare anche lei.
    Ma il cammino è lungo.

  4. Carissima Valeria,
    hai scritto tutto tu. Non rispondo al tuo commento perchè troppo bello e perfetto. Una sola domanda mi sovviene: ma come hanno potuto allontanarti dalla UILPA? Con quale coraggio? E con quale scopo? Troppo intelligente e capace?
    Ai posteri l’ardua sentenza

  5. Marg Herita
    Io credo che da qualunque punto di vista si voglia guardare ed esaminare il messaggio che arriva ai lettori, quando si parla persone che hanno un ruolo di massima esposizione, la corsa è al voyeurismo, al passaparola infliggente. Non succede solo a lei. Chi ha parlato di costi.. è andato a guardare semplicemente il sito dell’esperta personal shopper Enrica Chicchio.
    Sono tempi distorti..io non mi sento più bene dentro le continue ondate di demolizione di massa. https://enricachicchio.com/prodotto/personal-shopping/

  6. Carissima Margherita,
    purtroppo è vero. Ci sono le demolizioni di massa. C’è anche tanta ignoranza e superficialità.

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