Mentre le banche, grazie al rialzo dei tassi, fanno utili giganteschi, i prestiti e i mutui – per le persone comuni – crescono esponenzialmente. Lo studio della Fabi

Immagine tratta dal web

In questo articolo sono presenti commenti. I commenti li trovi alla fine del post. Se non li vedi clicca su Mostra Commenti


Degli enormi utili che le banche stanno conseguendo grazie – soprattutto -alla politica della BCE che alza periodicamente i tassi, me ne sono occupato tantissime volte. Nel febbraio di quest’anno il 3 febbraio mi ponevo il quesito: Gli utili delle banche a chi devono andare? E soprattutto è moralmente giusto fare a gara chi produce più utili?; mentre il 13 febbraio Tanti utili nei bilanci delle banche!!! Come distribuirli fra dipendenti, azionisti e correntisti? scrivevo come potevano essere distribuiti gli utili e il 21 febbraio mi chiedevo come dovevo essere pagati alle lavoratrici e ai lavoratori questi aumenti di produttività Ma gli aumenti salariali derivanti dall’aumento della produttività e dagli utili nelle banche devono essere pagati in welfare o in contanti?.
Infine – molto recentemente ed esattamente il 6 maggio – Umberto Baldo – nel post E’ immorale che le Banche adesso non riconoscano interessi ai correntisti! – scriveva di quanto è immorale questa politica attuata dalle banche di far pagare interessi elevatissimi a chi chiede denaro e nulla o quasi nulla viene dato a chi ha il denaro depositato nei conti correnti.

In questi giorni – soprattutto i giornali finanziari – complici il derby in Champions di domani fra Milan e Inter – hanno dipinto Messina (IntesaSanpaolo) e Orcel (Unicredit) con le maglie delle squadre milanesi impegnati in uno scontro fra chi faceva più utili. Oggi – dopo la presentazione dei dati di BancoBPM – la sfida si è allargata anche alla banca di piazza Meda.

Carlo Messina – foto tratta dal web

Cominciamo da IntesaSanpaolo e dal proprio ceo Carlo Messina. Ce lo racconta il Corriere della Sera: Intesa Sanpaolo supera le previsioni degli analisti e chiude il primo trimestre sfiorando i 2 miliardi (1,96 miliardi) di utile netto, in crescita dell’87,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. I proventi operativi netti sono aumentati dell’11,9% a 6,1 miliardi, con interessi netti a 3,3 miliardi (+66,3%) e commissioni nette a 2,1 miliardi (-6,6%). Sostanzialmente stabili (+0,5%) i costi operativi a 2,5 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 41,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 13,7%. I risultati del primo trimestre 2023 confermano la capacità del gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività «sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente», evidenzia la banca nella nota dei risultati del primo trimestre.

Andrea Orcel – foto tratta dal web

La risposta di Unicredit e del ceo Orcel non si è fatta attendere e lo riporta il Sole 24 Ore: Unicredit archivia il primo trimestre da record con utili per 2,1 miliardi di euro. Gli analisti si attendevano 1,3 miliardi. I ricavi ammontano a 5,8 miliardi di euro, con un aumento del 56,5% anno su anno. «Pur rimanendo vigili, siamo anche fiduciosi di poter continuare a garantire, per il futuro prossimo, una crescita della redditività costante e di elevata qualità, con una base costi e costo del rischio strutturalmente ridotti», dice il ceo di Unicredit, Andrea Orcel a commento dei risultati del trimestre. «Finora l’Europa ha dimostrato una buona tenuta rispetto agli shock esogeni e ai periodi di maggiore incertezza. In Unicredit abbiamo previsto uno scenario macroeconomico difficile e ci siamo preparati rafforzando le linee di difesa e adottando azioni preventive al fine di salvaguardare la nostra performance futura», aggiunge. E i dati sono i seguenti: I risultati di Unicredit riflettono una costante crescita di qualità, che si è sviluppata su tutte le leve principali in tutti i business, sostenuta da un margine di interesse di 3,3 miliardi, commissioni per 2,0 miliardi, costi pari a 2,3 miliardi e rettifiche su crediti di 0,1 miliardi. Al netto del contributo del Tltro, del Tiering e delle commissioni per eccesso di liquidità contabilizzate nel quarto trimestre, i ricavi netti sono cresciuti del 22,3% trimestre su trimestre e del 65,4% anno su anno, sostenuti dalla forza della rete commerciale e dai progressi compiuti nella trasformazione industriale. Le rettifiche sui crediti, pari a 0,1 miliardi nel primo trimestre, sono diminuite dell’82,5% trimestre su trimestre e hanno registrato un calo sostanziale anno su anno, anche per effetto delle rettifiche contabilizzate proattivamente a fronte delle esposizioni in Russia nel primo trimestre. Il gruppo ha solide linee di difesa e un portafoglio creditizio resiliente e di qualità, con un’elevata copertura sulle esposizioni deteriorate, nonché overlay già esistenti pari a 1,8 miliardi.

Giuseppe Castagna – foto tratta dal web

Come dicevo anche BancoBPM e il suo amministratore delegato Giuseppe Castagna hanno presentato i lusinghieri dati. Ce lo racconta Luca Gualtieri di Milano e Finanza: L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha incassato un utile di 265 milioni (+49,2%) e ha rialzato il target di fine 2023 a 1,1 miliardi, con un utile per azione di 0,75 rispetto alla precedente stima di 0,6 euro. Alla luce di questi risultati, per i prossimi due anni è prevista una distribuzione di dividendi per 1,25 miliardi, il doppio nspetto al biennio 2021-2022, mentre il ceo ha ventilato altri rialzi: «C’è spazio per ulteriore remunerazione degli azionisti», ha spiegato Castagna durante la presentazione dei risultati. Nel pe riodo gennaio-marzo lo sforzo commerciale e organizzativo di Banco Bpm ha fatto registrare «una positiva dinamica dei risultati operativi ed un’eccellente redditività», spiega una nota. In particolare il margine di interesse evidenzia un’ottima performance e raggiunge il livello più alto mai registrato, risultando pari a 743 milioni, con una crescita del 2,6% rispetto al quarto trimestre 2022 e del .45,2% anno su anno. Le commissioni nette invece sono sostanzialmente stabili a 478,7 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma in crescita del 7% trimestre su trimestre per effetto della performance registrata nel comparto dei servizi di gestione intermediazione e consulenza (+12,8%) e dei servizi di banca commerciale (+2,4%).

Tutto bene?
Neanche un po’.
Perchè quando si tratta poi di chiedere erogazioni straordinarie, tasse su extra profitti, tutti si richiudono a riccio.
Il solo Messina ha il coraggio di affermare: È in discussione l’ipotesi di un aumento della tassazione sull’utile delle banche, in considerazione dei ricavi da margini di interesse in crescita, nell’attuale situazione di incremento dei tassi da parte della Bce. Osserveremo con rispetto ogni decisione presa dal governo», ha sottolineato Messina. «Allo stesso tempo – aggiunge – auspichiamo che questi prelievi aggiuntivi, nel caso in cui nuove norme fiscali trovassero applicazione, vengano utilizzati per far fronte alla maggiore emergenza sociale del paese, quella della crescita delle disuguaglianze, adottando misure per chi si trova in maggiore difficoltà.
Mentre gli altri si rifugiano in “un abbiamo già dato” o affermando che cresceranno gli importi per gli azionisti.

Antonio Patuelli – foto tratta dal web

Perfino il prudente ed equilibrato Presidente dell’AbiAntonio Patuelli – scrive: «In Italia le banche continuano già da anni a pagare un’addizionale Ires del 3,5% rispetto all’aliquota ordinaria del 24% di Ires sugli utili delle imprese, che poi sono ulteriormente gravati dal 26% di cedolare secca sui dividendi». Per le banche, assicura, gli extraprofitti non sussistono.

Se queste sono le parole virgolettate dei banchieri italiani, dall’altra parte c’è il sindacato.

E’ davvero interessante e ben costruito – d’altra parte ormai ci siamo abituati a queste elaborazioni così precise e puntuali – le considerazioni fatte dal sindacato della Fabi sul maggior costo di prestiti e mutui ai “comuni mortali“.

Lando Maria Sileoni – foto tratta dal web

Il sindacato di Lando Maria Sileoni – riprendo la notizia dal lancio dell’agenzia ANSA – afferma che: “Con questo ennesimo rialzo del costo del denaro, saranno inevitabili ulteriori innalzamenti dei tassi d’interesse su tutti i tipi di finanziamento”. Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.  Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili, con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 3,75 per cento.  Comprare un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021. Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per quelli a tasso variabile il rimborso mensile dovrebbe salire del 50-60%.  “L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana. – dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea“.

Lo studio completo lo potete trovare sul sito della Fabi – assieme ad una abbondantissima rassegna stampa. Vi aiuto allegando il link: https://www.fabi.it/2023/05/06/mutui-e-tassi-bce-dossier-fabi/.

Per finire.

Ilaria Dalla Riva – foto tratta dal web

Ieri in un articolo di Programma.news dal titolo: “Contratto Bancari, più di 600 dirigenti sindacali a Roma per licenziare la piattaforma” affermava che Ilaria dalla Riva – presidente del CASL ABI – avrebbe convocato i sindacati – subito dopo lo svolgimento delle assemblee – per parlare prima della parte normativa e poi di quella economica.
Non posso confermare che questa sia la vera volontà dell’ABI o una boutade. Se così fosse la trattativa partirebbe davvero con il botto.
I banchieri cominceranno a piangere miseria dal secondo trimestre in poi per non elargire la giusta richiesta economica delle lavoratrici e lavoratori delle banche?

Un primo – e forse decisivo – assaggio lo avremo dal 12 al 16 giugno al Congresso Nazionale della Fabi.
In quella sede vedremo le volontà delle banche e soprattutto conosceremo il pensiero di Sileoni – stranamente – silente in questi giorni sul contratto. C’è da aspettarsi qualche colpo a sorpresa? Ci sarà un riavvicinamento con Carlo Messina, come auspicavo nel post del 13 aprile Osservazioni e valutazioni sull’articolo di Start Mag sul contratto dei bancari del 12 aprile.
Tutto è possibile.
Intanto in attesa di quell’importante evento, si faccia, almeno, qualcosa per remunerare i soldi – tantissimi – degli italiani che giacciono nei conti correnti.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Mentre le banche, grazie al rialzo dei tassi, fanno utili giganteschi, i prestiti e i mutui – per le persone comuni – crescono esponenzialmente. Lo studio della Fabi”

  1. Danilo Demetrio Zema (da Facebook)
    Ieri ero in assemblea sindacale dopo molti anni… Siamo alla frutta! Colleghi sfiniti, consunti. Demoralizzati e costretti a gestire responsabilità non di ruolo. Senza abilitazioni adatte. Rischi professionali altissimi, mancanza di assicurazioni a protezione rischi professionali.
    Tornerò in Filiale a cercare di proteggerne il più possibile.
    😬👀🤔 Cercando anche di guardarmi le spalle.
    Sarò al congresso regionale tra gli ” invitati” probabilmente. In quella sede proverò ad offrire a Sindacato ed Azienda il quadro che si presenta in MPS, anche se il dato statistico sarà poco rilevante per inferenza contenuta.

  2. Caro Danilo,
    la situazione che mi descrivi non mi è nuova ed anzi rafforza la mia convinzione che in MPS ci siano ancora grandi e grossi problemi.
    Certo questa trimestrale aiuta, ma i problemi di fondo rimangono.

I commenti sono chiusi.