Molte ombre e poche luci sul Decreto Lavoro: sindacato, che fare ora?

CdM del 1 maggio – foto tratta dal web

Nonostante la “recita” nel video girato nelle sale di Palazzo Chigi – prima del Consiglio dei Ministri – voluta dal nuovo “guru” della comunicazione del “Sig. Presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni” sullo stile della “House of Cards – Gli intrighi del potere” – serie televisiva vista da milioni di persone – che ha cercato di togliere spazio e visibilità alle Organizzazioni Sindacali confederali, ancora oggi esistono ombre e passi non ancora noti del Decreto Lavoro.

Intanto, però, i giornali vicini alla destra e anche la rete pubblica e cioè la RAI, sparano cifre alla c…., cioè così tanto per fare propaganda sulla riduzione del cuneo fiscale.
Facciamo alcune precisazioni.
Prima considerazione. Intanto finchè il Decreto non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – e ieri non è stato pubblicato – non si conoscono i dettagli. Pertanto i 100 euro al mese, i 150 sparati dalla Rai e da Mediaset sono cifre che non sono reali. Si tratterà di vedere come influiranno sui redditi. Ho l’impressione – ma ripeto finchè non ci sarà il testo si fanno solo delle supposizioni – che dei 4 miliardi stanziati almeno 1 potrebbe essere recuperato dall’aumento progressivo delle tasse delle lavoratrici e dei lavoratori che ne beneficeranno.
Seconda considerazione. Questa riduzione del cuneo fiscale varrà solo da luglio a dicembre. Per diventare strutturale occorreranno – sempre secondo le stime del MEF – 10/11 miliardi per il 2024.
Terza considerazione. La maggior parte di questa cifra è stata ricavata dalla mancata copertura dell’adeguamento dell’aumento dell’inflazione sulle pensioni, stima sempre del MEF di 3,5 miliardi. Ad essere sinceri questi soldi sono finiti in altri capitoli di spesa, ma è evidente che si fa il gioco delle tre carte.
Quarta considerazione. La differenza tra gli 80 euro dell’innominabile e questo taglio è che con il “senatore di Rignano” i soldi furono ricavati tagliando le spese, questi, invece, facendo altro debito. Vi ricordate la brutta figura della maggioranza in Parlamento, giovedì scorso? Ecco lo scostamento di bilancio serviva a questo.
Quinta considerazione. Era – quella della riduzione del cuneo fiscale – una richiesta contenuta nel documento unitario sindacale. Quindi va accettata e, possibilmente, migliorata nell’iter parlamentare.
Sesta e ultima considerazione. La precarietà, l’abolizione del Reddito di Cittadinanza sono altri aspetti negativi di questo decreto che faranno aumentare i lavori precari, i lavori in nero.

Bene, anzi, male.
Cosa dovrà fare il sindacato ora?
Credo che, prima di tutto, dovranno chiarirsi al loro interno visto che Sbarra – segretario generale CISL – è stato molto prudente all’uscita da Palazzo Chigi, più barricadiero nell’intervento sul palco di Potenza.
Fatto questo passaggio, credo che le tre manifestazioni di Bologna, Milano e Napoli del 6, 13, e 20 maggio dovrebbero rappresentare una prima fase di lotta contro questo Decreto e contro la politica più complessiva del Governo.
Poi che fare dopo?
Molti osservatori guardano a quello che sta accadendo in Francia , dove da mesi le lavoratrici e lavoratori stanno scioperando contro l’aumento dell’età pensionabile di due anni.
Sarebbe possibile copiare dai cugini francesi queste lotte?
Ho dei grossi dubbi, visto anche l’andamento e l’adesione degli ultimi scioperi generali e vista anche la forte distanza anche elettorale (i dati dei voti a Fratelli d’Italia fra gli operai è impressionante) tra Sindacato, sinistra e opposizioni con le lavoratrici e lavoratori.
Bisognerebbe avere più tempo per ricostruire il percorso di fiducia perso negli anni. Ma tempo non ce n’è. La propaganda del Governo è sempre più forte e sta occupando tutte le fonti di informazione e di creazione del pensiero.
Non sarà facile per il Sindacato uscire da questa situazione, almeno in tempi rapidi. Si è perso troppo tempo – nel recente passato – a lotte interne e mancanza di democrazia elettiva, alla trasformazione del sindacato in centri di potere e in centri di consulenza.
Non mi resta, però, che auspicare una forte ripresa dell’azione sindacale a partire dalle categorie fino ad arrivare ai vertici sindacali. E i rinnovi contrattuali potrebbero essere un primo passaggio.
Purtroppo non sento un grande dibattito interno alle Organizzazioni ma un nascondersi dietro i leaders – veri o presunti – sindacali.
Senza un forte sindacato chi ne pagheranno le conseguenze saranno sempre i più deboli. E’ una frase fatta, lo so, ma sempre più attuale e vera.
In fondo, aveva ragione la mia amica Carlotta Scozzari, quando in un nostro confronto su twitter su temi sindacali mi disse che la mia anima sindacale non morirà mai.
E’ vero cara Carlotta, posso essere critico sulla gestione, sulle persone che detengono la leadership, sui loro metodi a volte brutali e non democratici per avere consenso e fedeltà, ma la mia idea di sindacato, la mia vicinanza alle lotte sindacali non verrà mai meno.



Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)