Dopo lo strappo di IntesaSanpaolo … prospettive, paure, incognite

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Avevo concluso l’articolo di ieri Intesa si sgancia dall’Abi (per meglio dire dal Casl) – Fine del CCNL? annunciando che oggi sarei tornato sul tema dopo aver ascoltato e letto le reazioni dei miei ex colleghi Segretari Generali. Avevo solo riportato alcune frasi di circostanza presenti nelle chat interne a qualche sindacato.
Stamattina – con grande meraviglia – nella “mia misera” rassegna stampa – non ho trovato nessuna dichiarazione dei leader sindacali, ad eccezione – come riportato anche dall’articolo di Francesco Spini sulla “Stampa” due righe di “preoccupazione” riportate sul sito della Fisac/Cgil.
Per il resto: silenzio. Eppure i miei ex colleghi non hanno mai taciuto davanti ad un microfono o a un giornalista – e io mi metto in prima fila perchè non mi sono mai tirato indietro ad una dichiarazione o comunicato stampa – e questo silenzio significa che hanno preferito non commentare aspettando di conoscere quello che realmente succederà. Non li critico, li capisco. Anche perchè il colpo inferto da IntesaSanpaolo è fortissimo e potrebbe ribaltare tutta la linea sindacale tenuta fin qui da tutte le organizzazioni e anche dalle stesse aziende.

Lando Maria Sileoni – foto tratta dal web

Nel pomeriggio, sono uscite le dichiarazione del leader della Fabi che ricorda che la sua organizzazione non è contraria al 4 x9 e neppure alla smart working ma “non accetteremo mai imposizioni e diktat e pertanto invito tutti alla massima cautela, anche in forza del fatto che ho argomenti da poter utilizzare a mia tutela, a tutela dell’organizzazione e della categoria“. Conclude, poi, Sileoni:  “Mi auguro, infine, che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti”.
Poichè molti dei miei ex miei colleghi tacciono, voglio delineare alcuni scenari che potrebbero succedere – riservandomi – nei prossimi giorni di ritornarli a trattare più approfonditamente.

Intanto i riflessi sul rinnovo del Contratto Nazionale di categoria.
I sindacati dei bancari non hanno fatto in tempo a sbandierare ai quattro venti la “proroga dei termini di scadenza” del vecchio CCNL al 30 aprile 2023, che è arrivata la doccia fredda di IntesaSanpaolo di non far più parte del CASL.
Intanto la prima domanda è: che fine hanno fatto le proposte per il rinnovo del CCNL?
Da novembre dello scorso anno – o forse anche prima – era stato detto che i sindacati nazionali erano al lavoro per la preparazione della piattaforma. Ad oggi non se ne sa più nulla, se non “giuste” dichiarazioni da parte del leader della Fabi Sileoni di una forte, anzi fortissima richiesta salariale. Ed io aggiungerei anche giusta richiesta salariale per gli sforzi e i sacrifici compiuti dalle lavoratrici e dai lavoratori in questi anni. Adesso la piattaforma delle richieste sarà rivista? I tempi saranno più brevi visto che Fisac/Cgil ha già terminato l’iter del proprio congresso nazionale? O si attenderà il Congresso nazionale Fabi? Anche perchè dopo la presentazione della piattaforma, occorrerà un passaggio assembleare fra le lavoratrici e i lavoratori per l’approvazione. E so – per esperienza ventennale – che i tempi non potranno essere velocissimi.

Seconda domanda: alla luce di quanto successo saranno riviste quelle norme che hanno portato la rottura di IntesaSanpaolo con il Casl di ABI? Cerco di spiegarmi meglio.

Alfio Filosomi – foto tratta dal web

Nel suo intervento al Congresso Fisac/Cgil Alfio Filosomi – Responsabile Affari Istituzionali Sindacali – Politiche del Lavoro del GRUPPO INTESA SANPAOLO – aveva detto alcune cose importantissime che – questa mattina Umberto Baldo nel suo blog aveva ripreso e cioé: Richiamando lo “spirito del 1999”, quando il Sistema bancario ed il Sindacato introdussero dei cambiamenti epocali nella “foresta pietrificata” delle Banche, sostiene che quello che abbiamo di fronte è un momento simile. Un momento in cui abbandonare vecchie certezze, vecchie abitudini, vecchie incrostazioni culturali, per adattarsi ad un mondo delle Banche che non è più quello di trent’anni fa. Un momento da vivere come un’opportunità da cogliere al volo, per consentire al sistema bancario di essere sempre più in linea con i tempi nuovi. E che questa sia la nuova weltanchauung di Intesa, lo si è visto proprio in occasione della vicenda della cosiddetta “settimana corta”, quando la Banca ha deciso di andare avanti nonostante l’assenza di accordo con il Sindacato, ponendosi come diretto interlocutore dei lavoratori, fra l’altro, a quanto mi risulta, ottenendo una valanga di adesioni. Si può ragionevolmente pensare che Filosomi sia andato al Congresso delle Fisac a dire che il Contratto Nazionale deve essere sempre più come la Costituzione (lo strumento cioè che detta le regole e fissa i minimi salariali ad esempio, mentre per tutto il resto deve prevalere la contrattazione integrativa), senza avere la più ampia copertura dei vertici di Intesa, a partire da Carlo Massina? Io credo, ma è il mio pensiero e nulla più, che sarebbe da ingenui crederlo!”

Allora la trattativa di secondo livello verrà ampliata? E come ha detto Filosomi: ogni miglioramento è una deroga?

Terza questione: accordo sui permessi sindacali
Tutti i giornali hanno riportato che il 13 marzo è previsto un incontro in ristretta (cioè solo i segretari generali) con Abi per parlare del rinnovo delle libertà sindacali (vedi articolo del 17/2Dove eravamo rimasti (15): Panetta cita Battisti, incontro rinnovo permessi sindacali, Blanco, Mps in auge, balneari…, del 5 febbraio Dove eravamo rimasti (12): cosa succede in BancoBPM, incontro sui permessi sindacali, chiusure filiali, assemblee del personale in Intesa SanPaolo, del 25 gennaio Dove eravamo rimasti (11): ancora sui balneari; sciopero benzinai; continuano i veleni nella UIL del Veneto; trattativa sui permessi sindacali in ABI; anche Credit Agricole eroga 500 euro; il 4 x 9 in Europa e del 18 gennaio Dove eravamo rimasti (10): sciopero benzinai; volano accuse (e veleni) nella UIL del Veneto; trattativa sui permessi sindacali in ABI; Start Mag scopre solo ora le molteplici attività di Carlo Cimbri).
Sarà quello il primo incontro dopo lo strappo di IntesaSanpaolo.
Cosa potrà accadere?
Credo che la trattativa proseguirà come era iniziata e cioè per la ricerca di un equilibrio fra le proposte sindacali e le esigenze aziendali.
Il problema, però, sorgerà se IntesaSanpaolo disconoscerà un eventuale accordo. Molti hanno paragonato questo strappo di IntesaSanpaolo con quello di Unipol.
Ci sono somiglianze ma anche differenze e una di queste è il comportamento sull’uso dei permessi sindacali.
Infatti Unipol non firmò quell’accordo di rinnovo di alcuni anni fa. Se ciò succedesse anche nel settore dei bancari la situazione sarebbe tragica, in quanto nel settore assicurativo esistono come minimo 15 distacchi sindacali destinate alle organizzazioni sindacali (scelti e comunicati dal sindacato) più le ore di permesso, mentre nelle banche esistono solo le ore di permesso – oltre ai distacchi nei gruppi bancari – e non sono previsti distacchi per le figure sindacali di livello regionale o nazionale.
Un bel problema, considerato che IntesaSanpaolo rappresenta per tutte e 5 le Organizzazioni sindacali la banca con il maggior numero di iscritti e se dal montante di calcolo dei permessi venisse tolta IntesaSanpaolo, sarebbero … amari.
Un bel problema per le sigle sindacali confederali che devono “foraggiare” anche i loro sindacati di appartenenza.
Spero che ciò non avvenga. Ne sarebbe sconvolto il sistema delle buone relazioni sindacali che hanno caratterizzata – da sempre – i rapporti nelle banche italiane.

Ilaria Dalla Riva – foto tratta dal web

Quarta questione. Ilaria Dalla Riva, attuale presidente del Casl. Ho letto che alcuni insinuano che la responsabilità potrebbe essere sua in quanto appartenente al Gruppo Unicredit e quindi in contrasto con IntesaSanpaolo. Altre voci che escono da Palazzo Altieri di Piazza del Gesù a Roma, affermano che qualcuno imputa alla Dalla Riva di non aver difeso – dopo l’attacco di Sileoni a Filosomi, pubblicato successivamente su youtube – a sufficienza il collega.
Non posso andare oltre perchè non conosco come sono andate le cose. Non so cosa hanno detto gli altri segretari generali dopo l’intervento di Sileoni, non so cosa ha detto Ilaria.
Credo, però, conoscendo bene e da tanto tempo Ilaria, conoscendo la sua professionalità e le sue capacità, ritengo che non possa essere lei la responsabile dello strappo ma una politica gestionale ed organizzativa di IntesaSanpaolo che si sente stretta in CCNL che riguarda una banca di 75.000 dipendenti uguale ad una banca di 100 lavoratrici e lavoratori.

Per oggi mi fermo qui. Prossimamente parlerò di altri riflessi sul rinnovo del CCNL e che tipo di CCNL possa occorrere al settore, parlerò di come andarono le cose nel 1999 – data sempre richiamata ma con grandi imprecisioni – parlerò della questione riduzione orario di lavoro e 4 X 9.

Alla prossima.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)