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Nei giornali economici e fra i giornalisti del settore c’è un unico refrain che funziona “chi comprerà il Monte dei Paschi di Siena?” Quasi quotidianamente le voci si rincorrono, tutte uguali.
Sarebbe stato bello che alcuni giornalisti – alcuni tra parentesi miei amici e spero non si offendano – avessero scritto questa canzone da presentare al Festival.
Pensate alla presentazione di Amadeus:
di Righi (Corriere della Sera) Greco (Repubblica) Spini (Stampa) Dimito (Messaggero) Gualtieri (MF)
CHI COMPRERA’ IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Dirige l’orchestra, il maestro
Giancarlo Giorgetti
Canta
GIANNA NANNINI (in quanto senese)
accompagnata da Orcel (Unicredit) e Castagna (Bpm)
Sarebbe davvero bello.
Ma torniamo alle cose serie.
Cosa emerge dagli ultimi articoli apparsi sui giornali? Nulla di nuovo, rispetto a quello che su questo blog ho scritto da alcuni mesi, e scusate la supponenza.
I dati di fatto:
1) Il Monte dei Paschi – grazie a Lovato – è riuscito a portare a termine l’aumento di capitale; ha diminuito l’organico di 4.125 dipendenti, si sta riorganizzando e aumenta di valore in borsa
2) Lo Stato – azionista di MPS al 64% – non vede l’ora di uscirne, anche se, ultimamente ci sta guadagnando qualcosa, ma deve ottemperare ai voleri della BCE e della DG Comp
3) Alessandro Rivera – vedi post del 20 gennaio 2023 Il Governo dei peggiori e dei contrordini che elimina i migliori… il caso Alessandro Rivera – che si era speso per una soluzione positiva della vicenda MPS è stato sostituito dal “governo dei contrordini” e non si conosce ancora il pensiero del nuovo Direttore Generale del MEF Riccardo Barbieri
Le fantasie. Chi potrebbe essere interessato ad entrare in MPS?:
1) Unicredit. Orcel ci provò alcuni mesi fa. Ma l’operazione – per fortuna – fallì perchè avrebbe significato lacrime e sangue per i dipendenti e per l’economia locale e più in generale per i clienti di MPS. Ora – i soliti ben informati – elaborando le parole di Orcel, hanno interpretato – o per meglio dire sperano – che la banca milanese rientri nel gioco, ora che il lavoro “sporco” lo ha fatto Lovaglio.
2) BancoBPM. Anche in questo caso nonostante le smentite di Castagna, le dichiarazioni di non interessamento della banca di Piazza Meda, si attribuisce alla ex popolare una possibilità di acquistare ed entrare in MPS, spinta da Meloni e dai milanesi-veneti della Lega e di Forza Italia.
3) Questione francese e bancassurance. Una delle prime mosse che ha fatto questo governo è stato quello di “dichiarare guerra” alla Francia, poi come atteggiamento tipico del “governo del contrordine” si è ritirato immediatamente. Un fronte della “guerra” era stata aperta proprio sul settore finanziario. La presenza di BNP in BNL, la forte radicalizzazione sul territorio della “banca verte francese“, cioè Credit Agricole, la presenza azionaria della stessa in BancoBPM (9,2%), la presenza di AXA come assicurazione del Gruppo MPS ha preoccupato il governo Meloni. A questo punto ci sono due scuole di pensiero. La prima è che la scelta di Unicredit consentirebbe di diluire la presenza francese in MPS e stringerebbe in un angolo Credit Agricole. Mentre la seconda, con l’intervento di BancoBPM si diluirebbe la presenza di Credit Agricole nella banca di Piazza Meda.
Ma le cose come stanno realmente?
Bisognerebbe avere la sfera di cristallo.
Di certo c’è solo che Credit Agricole non presenterà una propria lista per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione di BancoBPM, che Tononi sarà confermato – salvo sorprese dell’ultima ora – Presidente e Giuseppe Castagna Amministratore delegato. Nel fronte Unicredit, invece, qualche perplessità per lo stipendio di Andrea Orcel.
Al prossimo Festival, quello dello Zecchino d’Oro, tanto per rimanere in tema di soldi.
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Sì, leggo articoli totalmente avulsi dalla realtà di quelli che sono i fatti, ho perfino cercato un contatto con Spini il cui articolo ha creato tutta una serie di aspettative destinate presto a ridimensionarsi.
Concordo con te Maurizio. Quello che mi fa più arrabbiare – Francesco Spini lo conosco bene e lo apprezzo – è proprio quella che tu dici della “creazione di un’aspettativa” fra le lavoratrici e i lavoratori. Poi – sono certo – che prima o poi un’operazione bancaria che coinvolgerà il MPS sarà fatta. Il problema è quando, con chi e come. Ho molta fiducia in Lovaglio – che nella mia vita sindacale non ho mai conosciuto, quindi il mio giudizio sul suo operato è ancora più libero da interferenze – e credo che condurrà in “acque sicure” Monte dei Paschi di Siena. Almeno me lo auguro. Grazie del tuo prezioso contributo, Maurizio
Danilo Demetrio Zema (da Facebook)
Monte Paschi Siena fino a fine anno va avanti da solo. E visto il bilancio, prevedo sorci verdi senza sfera di cristallo…
Caro Danilo,
concordo con te che fino alla fine dell’anno non ci saranno grandi movimenti. Vedrai verrò smentito subito. Per quanto riguarda il bilancio, mi auguro di no, per il bene delle lavoratrici e dei lavoratori del MPS.