The last bail-in

Una lettera di Umberto Baldo e mie considerazioni

Immagine tratta dal web

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Caro Massimo

La notizia di cui ti parlerò oggi non è di stretta attualità, in quanto risale a circa un mese e mezzo fa.

Ma prima di arrivare al punto giova a noi “diversamente giovani” ricordare quanto abbiamo vissuto a partire dal 2016, anno in cui venne introdotto l’istituto giuridico del bail-in, nell’ambito del recepimento della direttiva europea BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), che disciplina il risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie.

Ricorderai certamente le polemiche, le discussioni, le paure dei clienti delle Banche in difficoltà, le giravolte della politica.

Come sempre succede, poiché non è facile per nessun Governo spiegare ai propri cittadini che nel caso una Banca fallisca, per risanarla debbano metterci del proprio, il che vuol dire azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate, e tutela dei depositi solo fino a 100.000 euro, in realtà la direttiva europea non ebbe poi tantissime applicazioni.

Sì qualche caso ci fu, come a Cipro, o in Danimarca con l’ Andelskassen Jak Slagelse, o in Grecia con la Pandellinia Bank.

I tedeschi sono stati i più furbi di tutti, forti anche del peso che hanno nelle Istituzioni comunitarie e bancarie europee. Hanno salvato ad esempio la HSH Nordbank con denaro pubblico, non seguendo le regole del bail-in.

In Italia, in linea con il nostro modo incerto  e confusionario nell’affrontare i problemi, abbiamo fronteggiato le crisi bancarie volta per volta, senza una strategia univoca consolidata, sempre ridotti all’ultimo momento.

Certo non ci hanno aiutato molto la Ue e le Bce, che arrivarono a considerare, prendendo una topica, il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi come un Ente dello Stato, e quindi valutando il suo intervento nelle crisi bancarie come “aiuto di Stato”.

Poi cosa vuoi, il nostro è un Paese sempre in bilico fra Pulcinella e “Io so’ io e voi nun ziete un cazzo”, per cui siano arrivati a rimborsare a spese dello Stato i risparmiatori coinvolti nella risoluzione delle quattro banche dell’Italia Centrale (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Carife) nonché nella liquidazione delle due banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oltre che di altre banche piccole liquidate entro il 2017.

Ed al riguardo debbo dirti che a farmi uscire di testa è stato il fatto che abbiamo deciso di rimborsare anche il cosiddetto capitale di rischio, le azioni.

Roba da far impallidire i padri del Liberalismo, ma a ben guardare ciò è pianamente in linea con la deriva statalista imperante nella cultura del nostro Paese, a destra come a sinistra.

Detto ciò, arriviamo alla notizia, che riguarda una località non lontano da dove risiedi.

Più che una località, uno Stato sovrano: San Marino.

La notizia ha catturato la mia attenzione perché riguarda in qualche modo una Banca che ho incrociato nel corso della mia carriera in Banca Antonveneta, più precisamente il Credito Industriale Sanmarinese, una delle quattro Banche della Repubblica del Titano.

Ebbi modo di interessarmi a questi Istituto extra Ue quando mi trovai a seguire in prima persona come Responsabile dell’antiriciclaggio un’ispezione dell’Ufficio Italiano dei Cambi presso l’allora Banca Popolare Veneta, che l’aveva a suo tempo acquisita dalla famiglia Benetton.

Per carità di patria sorvolo sui problemi che assieme agli ispettori UIC riscontrai della gestione della movimentazione dei capitali presso il CIS; fatto sta che ricordo che Banca d’Italia “consigliò”  alla fine la cessione, che venne effettuata nel 2005.

Dopo varie cessioni, e altrettante vicissitudini, nel 2019 lo Stato Sanmarinese decise di intervenire, trasformando Banca Cis in Banca Nazionale Sanmarinese (BNS), controllata al 100% dalla Banca Centrale di San Marino, e applicando una risoluzione simile a quella vigente in Europa, vale a dire con un bail-in senza danni  per i depositanti fino a 100mila euro  (ricordo che San Marino non fa parte della Ue e quindi non è tenuto a rispettarne le regole).

In particolare i risparmiatori che possedevano conti con importi inferiori a 100 mila euro sono stati rimborsati quasi immediatamente, mentre per gli altri si è aperto un calvario di conversioni.   

Ai correntisti con importi superiori ai 100 mila euro è stata sì garantita la restituzione del capitale, ma sotto forma di conversione coatta in obbligazioni emesse da BNS.

Tre furono le classe formatesi: quella da 100 a 300 mila euro con rimborso delle obbligazioni BNS nel luglio 2022; quella con importi da 300 mila euro a 1 milione di euro con rimborso nel 2024; gli importi dal milione di euro in su nel 2026.

Beh, uno avrebbe potuto pensare, alla fine i soldi prima o poi rientreranno!

Se non che lo scorso giugno, nell’imminenza della scadenza della prima tranche di obbligazioni BNS, con l’assestamento di bilancio la Repubblica del Titano ha decretato una ulteriore conversione dei bond in titoli di Stato di San Marino, con scadenza decennale e una remunerazione annua dell’1%.

Chiaro che la stessa operazione sarebbe stata decisa anche per le altre due classi di obbligazioni BNS, e puntualmente il 5 dicembre 2022 due nuovi decreti delegati hanno stabilito la conversione in titoli di Stato anche delle restanti obbligazioni.  E così le obbligazioni BNS con scadenza 2024 (quelle che interessavano i conti da 300 mila euro a 1 milione) saranno ripagate nel 2037 (tasso 1,5%), mentre quelle con maturità al 2026 sono state convertite in titoli di Stato con scadenza al 2042 (tasso 1,75%).

Onestamente la cosa non mi ha meravigliato più di tanto.

Pur essendo uno Stato sovrano, San Marino è di fatto un paesone di 33mila abitanti, e non ha certo le risorse per affrontare crisi bancarie, se non coinvolgendo i propri cittadini, di fatto “prendendo in  ostaggio” i loro soldi.

Resta il fatto inconfutabile che i salvataggi bancari non sono mai facili per nessuno, e non è mai detto quale possa essere la strada migliore da percorrere.

Considerando poi  che questi titoli di Stato “obbligatori”, oltre ad avere un rendimento non certo in linea con l’attuale livello dei tassi, non sono scambiabili su un mercato secondario, ed è quindi comprensibile che centinaia di cittadini sammarinesi e italiani rimasti scottati dall’istituto ora nazionalizzato reclamino giustizia, e soprattutto la restituzione degli agognati risparmi. 

Resta l’elemento inconfutabile che nel 2022 uno Stato ha ancora applicato i principi europei previsti per la risoluzione delle crisi bancarie; di fatto “The last bail-in”.

Umberto Baldo

Ps: scorrendo i commenti a questa notizia dell’anno scorso, ho trovato anche chi sosteneva che lo Stato Italiano avrebbe fatto bene ad imitare San Marino nelle crisi delle Banche fallite e soprattutto del Mps.  Ognuno ovviamente è libero di pensarla come crede, e forse la storia ci dirà chi aveva veramente ragione. 


Caro Umberto,

nulla da dire su quello che hai scritto. Sono totalmente d’accordo.
Ma per risponderti devo pur trovare una pecca.
Hai richiamato le crisi bancarie italiane.
Ti sei dimenticato del caso Tercas e della sentenza a favore dello Stato italiano per il salvataggio della banca abruzzese. Ti ricordo un pezzo dei giornali dell’epoca: “Non ci fu ‘aiuto di Stato’ nei fondi concessi dal Fondo Interbancario (Fitd) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014 e bocciato dall’Antitrust Ue all’epoca: è quanto conferma oggi la Corte Ue respingendo l’impugnazione dell’Antitrust europeo che contestava la sentenza del Tribunale, risalente al 2019, secondo cui i fondi non costituivano aiuti di Stato in quanto non controllati dalle autorità pubbliche italiane“.
Da quel salvataggio attraverso il FITD furono salvate le 4 banche che hai richiamato e poi Carige. Quindi in Italia – nonostante siamo il paese dei furbetti. A proposito cosa ne pensi dell’ennesimo rinvio sui balneari? – abbiamo trovato un sistema che – almeno in parte – ha salvaguardato la clientela e le comunità economiche.

Queste vicende le ho vissute tutte in prima persona e devo dire che non ho rimpianti per quelli che il sindacato ha fatto.
Poi – come sempre – non tutte le ciambelle riescono con il buco.
A volte anche per colpa degli stessi clienti che fin che le cose vanno bene accettano tutto: baciate, mutui doppi, ecc. Poi, se va male, attaccano le banche, lo Stato, la politica, ecc.
Mi ricordo di una volta – l’ho già ricordato nel mio blog, credo – ad una trasmissione di Omnibus su la 7 a cui ho partecipato, fra gli ospiti c’era un rappresentante dei risparmiatori della Popolare Vicenza che attaccava a destra e manca. Poi scoprii – durante una pausa pubblicitaria della trasmissione – che si trattava di persona che aveva perso soldi in Parmalat, bond argentini, insomma era “saltato dentro” a tutte le questioni finanziarie terribili del nostro Paese, di quegli anni.
Infine, tanto per animare il nostro dibattito, voglio toccare un tasto su cui tu non sei d’accordo: la sopravvivenza di MPS.
L’ho scritto l’altro giorno nel post intitolato Utili alle stelle per BancoBPM. MPS non interessa a nessuno? che le possibilità di una “vita normale” della Banca senese è possibile. L’amministratore delegato Luigi Lovaglio ieri – nella presentazione del bilancio, ancora in rosso a causa degli esodi – ha detto che: “Dopo anni difficili la banca è nella posizione di scegliere e raggiungere il suo porto sicuro”.
Dichiarazione che lascia aperte tutte le porte.

Vedremo.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

6 Risposte a “The last bail-in”

  1. Praticamente uno deve trasformarsi in “highlander l’immortale”per sperare di rivedere i suoi soldi…

    1. Si, Rosario. Praticamente si. Girerò questa tua giusta considerazione al comune amico Umberto per una risposta seria e precisa

  2. Danilo Demetrio Zema (da Facebook)
    La risposta del Dott. Lovaglio al mio richiamo cui soggiace MPS ( BRRD2) nega a lui ogni speranza di qualsivoglia strategia.
    Altra ” chicca” la mancata copertura ( non prevista in bilancio) delle perdite tra il 2015 ed il 2018. E c’è molto di più. In Banca Toscana per bilanci come questo dicevamo al cliente che poteva recarsi alla Popolare di Novara.
    Puoi osservare da te stesso. E con la nuova rimodulazione dell’algoritmo che attribuisce il rating per il merito creditizio, prevedo credit crunch esponenziale ( nuova fuga di clienti; il rating C di MPS potrebbe essere A in Intesa) ed una nuova ” fabbrica di UTP ed NPL. In banca mancano Fintech Corporate e Finance capaci di dar consulenza alle imprese esperti. L’esodo ha falcidiato il ” genere” nei ranghi.
    Poi, gli analisti di bilancio come me, capaci di redigere un Project Work by Organismi di Garanzia, un Business Plane, La cessione dei crediti col Factoring, l’Estero e condurre l’impresa ad una gestione delle linee di credito accordate in modo elastico e coerente ai turnover aziendali di Cassa, Banche e Clienti/Fornitori evitando che dei forbon con attenzione alla forbearance non diventino past2 – UTP – NPL, vengono lasciati a mansioni di mera autorizzazione amministrativa od a controlli per gli organi di vigilanza. È dal 2014 che sputo letteralmente sangue.
    Nei bilanci, nessuno lo dimentichi, va letto quel che non c’è scritto!

  3. Caro Danilo, ti ringrazio davvero tanto per l’analisi del bilancio del MPS. Purtroppo nei commenti non posso inserire le foto della sezione del bilancio della banca sui rischi giudiziari. Il tuo commento però è chiaro.
    Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi. Intanto la Banca si è salvata. Poi …

  4. La risposta di Umberto Baldo
    Caro Rosario, trovo azzeccata la tua rassegnata osservazione secondo cui i possessori dei titoli di Stato della Repubblica di San Marino, bond che sono stati loro assegnati d’imperio dallo Stato convertendo le obbligazioni della Banca Nazionale Sanmarimnese, nata dalle ceneri del Credito Industriale Sanmarinese., dovrebbero essere degli Highlander.
    Come ho sottolineato nella mia lettera a Massimo, le dimensioni e le possibilità economiche della millenaria Repubblica del Titano sicuramente non consentivano altre alternative, se non bloccare quelle risorse dei cittadini in titoli a lunga scadenza e con remunerazioni ormai fuori mercato.
    Certo che riandando all’indimenticabile film Highlander – l’ultimo immortale, sarebbe interessante rigirare una scena in cui l’aitante Christopher Lambert (Connor McLoed) sussurra alla moglie Heather McLeod che sta inesorabilmente invecchiando: “mi dispiace non poterti lasciare i bond della Banca Centrale di San Marino. Li porterò a scadenza io”.
    Un abbraccio.

  5. Si è salvata?!
    Siamo in piena BRRD2!
    Si potrà parlare di banca ” salva” solo dopo l’uscita dello stato.

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