Continuano gli errori del governo Meloni: dall’extra profitti delle banche alla questione PagoPA. Azzeccarne una, mai?

Il governo Meloni – foto tratta dal web

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Sembra che facciano apposta!!!
Mai azzeccarne una, soprattutto nel settore banche e affini.
Questo governo ha davvero un record impressionante: non riesce a fare una cosa giusta sulle banche.

Cominciamo dagli extra profitti delle banche.

Ne ho parlato centinaia di volte su questo blog. Tanto è vero che io stesso ne ho perso il conto.
Credo che l’ultimo articolo in cui ho affrontato questo argomento sia del 14 febbraio con il titolo Le banche devono ringraziare Meloni e Salvini. Grazie alle loro incapacità, hanno guadagnato di più. La questione dell’extragettito., in cui faccio anche il punto della situazione con il richiamo a precedenti articoli.
In grandissima sintesi: le banche italiane nel corso del 2023 hanno fatto 28 miliardi di utili; il governo nell’estate scorsa – in grande pompa magna – annunciò che – come la Spagna – avrebbe tassato una parte di questi enormi utili; poi dopo l’intervento delle lobby delle banche ci fu il grande passo indietro del governo che creò l’opportunità di trasformare questa tassa in obbligo ad aumentare la patrimonializzazione delle banche; naturalmente tutti gli istituti di credito – anche quelle controllate dallo Stato – col piffero che pagarono la tassa; ci furono reazioni sindacali da parte delle Confederazioni di approvazione – mentre a parte la coraggiosa presa di posizione della Fabi – i sindacati dei bancari confederali tacquero; tutto finì a tarallucci e vino, mentre in Spagna – anche quest’anno – entreranno nelle casse dello stato oltre 1,5 miliardi di euro che verranno redistribuiti soprattutto alle famiglie in cui la rata del mutuo è aumentata a causa delle politiche della BCE.

Ieri – prima sul Corriere della Sera on line e poi nel TG7Milena Gabanelli (nella foto) ha ripreso – nel suo data room – questo spinoso e delicato argomento.

Per chi l’avesse perso ripropongo il link perchè davvero – meglio delle mie parole – Milena riesce a spiegare bene quello che il governo poteva fare e non ha fatto.

Questo il link https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/banche-28-miliardi-utili-come-li-hanno-fatti-quanto-pesano-famiglie/5b94efcc-e465-11ee-938c-e223464c796e-va.shtml

Anche sulla questione PagoPA, il governo toppa clamorosamente.

Mi sono occupato di questo aspetto nel post dell’8 marzo Si aprirà un nuovo scontro – dopo quello sugli extra profitti – fra le banche e il Governo Meloni? e ho ripreso la notizia il giorno dopo nel post Dove eravamo rimasti (50): terminate le assemblee in Unipol non senza forti discussioni, ora il referendum; tiene banco la questione PagoPA; Donnet (Generali) contro il DL Capitali del governo Meloni.


Anche in questo caso, piccolo riassunto, per chi non avesse voglia di rileggere gli articoli testè richiamati: PagoPA è quel sistema che consente al cittadino di pagare – on line – vari servizi della Pubblica Amministrazione. Io stesso ci pago i ticket sanitari, le multe (poche per fortuna), i bolli, ecc.
Al governo Meloni è venuta la splendida idea di assegnare PagoPA alla Zecca dello Stato (per il 51%) e poi a Poste Italiane, per una quota rilevantissima (il restante 49%). Naturalmente questa operazione dovrebbe servire al governo per fare cassa.
Naturalmente le banche – pur nel loro tipico silenzio pubblico, ma con il lavorio sotterraneo – hanno fatto capire che non gradiscono questa operazione perchè avvantaggerebbe notevolmente Poste Italiane che potrebbe fare il brutto e cattivo tempo su questo servizio ai loro danni.

Ieri è intervenuta l’Antitrust.

ll Garante della Concorrenza (AGCM) silura – come scrive in una sua nota – che presenta “criticità concorrenziali“. Il Garante, infatti, si concentra soprattutto su come avverrebbe il passaggio del 49% di PagoPA a procedura non piace all’Antitrust che reclama condizioni minimali di trasparenza e non discriminazione a garanzia del mercato“. L’ Antitrust invoca quindi un’asta competitiva o comunque una procedura che metta a confronto più manifestazioni di interesse” in cui permetterebbe di “selezionare l’operatore più qualificato“. 

Operatore che potrebbe essere Poste come un qualsiasi altro e quindi la scorciatoia governativa risulta “in conflitto con regole” che “assurgono a veri e propri principi ordinatori del sistema” anche per “la loro aderenza a principi euro-unitari e costituzionali“.
Insomma una vera e propria bocciatura, anche se, nei giorni scorsi nell’audizione alla Camera dell’Amministratore di Poste Italiana – Matteo del Fante (nella foto) – aveva assicurato terzietà e correttezza nell’utilizzo di questo strumento.

Ma a quanto pare, l’Antitrust non la pensa così.

Insomma .. cavoli amari …


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Continuano gli errori del governo Meloni: dall’extra profitti delle banche alla questione PagoPA. Azzeccarne una, mai?”

  1. Lanzi53 da Threads
    Se l’alternativa alle stupidaggini del Governo Meloni in tema di “extra profitti” (che poi, chissà cosa diavolo sarebbero se parliamo di banche) è ciò che ha da dire Gabanelli, allora mi viene in mente un film con Pozzetto e Celentano: lui è peggio di me 😂

  2. Caro Gianni, stavolta non sono d’accordo con le tue valutazioni. Se da vecchi bancari possiamo effettivamente dire che gli extra profitti nei bilanci delle banche è una forzatura, bisogna però ammettere che tali utili sono stati fatti grazie alla politica della BCE sullo spread dei tassi, della non remunerazione dei soldi giacenti nei conti e nel continuo risparmio sui costi di gestione (chiusura filiali) e del personale (50.000 esodi con il Fondo). E tutti questi utili andranno per il 67% ai fondi di investimento – per la maggior parte stranieri) e solo per il 33% agli azionisti normali. Quindi … Non è un caso che lo scorso anno consigliai al Presidente Patuelli ed alcuni banchieri che mi sono rimasti amici, di modificare le loro politiche per aiutare di più le persone che con l’aumento dei tassi erano in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui. Ma l’ingordigia dei banchieri è ben conosciuta e nota. Devono ringraziare le incapacità di questo governo, perchè Sanchez in Spagna è riuscito in questa operazione di trasparenza.

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