Le tre facce del MPS: i conti migliorano, assolti Profumo e Viola, i sindacati protestano

In questi giorni tre fatti hanno caratterizzato il Monte dei Paschi di Siena.
In primo luogo il miglioramento dei conti che viene sbandierato ai quattro venti, con il conseguente aumento delle voci che lo vedrebbero “presto” in sposo.
Sul fronte azionariato MPS emerge, però, la notizia che Barclays plc ha fatto un rapido passaggio nell’azionariato del Monte dei Paschi. Dalle comunicazioni alla Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge l’azzeramento della partecipazione lo scorso 4 dicembre la cui proprietà era emersa pochi giorni prima, il 27 novembre, a valle del collocamento sul mercato da parte del Tesoro del 25% del capitale della banca attraverso un accelerated book building. Fatto significativo? Solo speculazione borsistica? La parola a chi ne capisce qualcosa.

Invece le cose appaiono più chiare – o almeno così sembra – sul piano giudiziario.

Così repubblica.it racconta la sentenza a carico di Profumo e Viola (nella foto quando erano rispettivamente Presidente e Amministratore delegato del MPS): I due sono stati assolti perché ‘il fatto non sussiste’. Assolto con loro anche l’ex presidente del collegio sindacale, Paolo Salvadori, condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi per false comunicazioni sociali. Annullata, infine, anche la decisione su banca Mps – imputata per la legge 231/2001, quella sulla responsabilità amministrativa degli enti – che era stata condannata in primo grado a una multa di 800mila euro. “Sono emozionato, dopo otto anni di sofferenza, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono molto contento anche per la banca, perché si chiude questa triste vicenda”. Così Alessandro Profumo, ex presidente di Mps, ha commentato, con la voce rotta dal pianto, la sentenza della Corte d’Appello di Milano.
Conosco da “sempre” Profumo e Viola, quindi il mio giudizio potrebbe essere condizionato. Se da un lato provo simpatia e piacere per la loro assoluzione, dall’altra – però constato – ancora una volta – che non c’è mai nessun colpevole nelle crisi bancarie. I fatti di Vicenza e Bari lo stanno dimostrando chiaramente.

Ma dell’assoluzione di Profumo e Viola c’è un altro risvolto. Secondo quanto ha scritto Mediobanca Securities, “il rilascio minimo di fondi di copertura dei rischi legali nel quarto trimestre 2023 potrebbe essere di circa 200 milioni, somma che potrebbe salire fino a 550 milioni, se tutti i contenziosi extragiudiziali fossero derubricati da ‘probabili’ a ‘possibili’ o ‘remoti’”. In caso di derubricazione dei soli contenziosi giudiziali, il rilascio di fondi rischi potrebbe ammontare a 360 milioni. Nei conti del terzo trimestre Mps aveva ridotto i rischi legali a 2,9 miliardi, comunque una somma che quasi equivale alla capitalizzazione della banca. Tutti i soldi detratti dal fondo rischi in seguito alle sentenze, comunque, accrescerebbero ancora di più il patrimonio Cet1 della banca senese, da uno 0,3% a uno 0,75% in più rispetto all’attuale 16,7% sugli attivi di rischio, dato che pone comunque Mps tra le cinque banche più capitalizzate in Europa.

La grana maggiore per Luigi Lovaglio (nella foto) – amministratore delegato MPS – viene però dalle Organizzazioni sindacali e dalle richieste che il sindacato ha reiterato in questi giuorni. Uno dei maggiori dei nodi riguarda le assunzioni. Tematica ventilata anche nel piano industriale, ma per il momento mai messa sul tavolo delle trattative, nonostante a novembre 2022 la banca in un colpo solo si sia liberata di oltre 4.100 dipendenti tramite uscite volontarie (per un risparmio annuo di circa 300 milioni). I sindacati, interni in una nota, hanno ribadito che la loro posizione e cioè che sia necessario accompagnare con serietà e responsabilità il percorso di rilancio aziendale valorizzando le grandi capacità e professionalità interne al Monte, esigendo risposte tangibili e celeri riguardo al miglioramento del clima aziendale e delle condizioni di lavoro, considerando le assunzioni il primo necessario intervento a supporto di una rete ormai sfinita da mesi di operatività distribuita su un numero di risorse fortemente ridotto dalle uscite».

Concetto, questo, contenuto anche nell’intervista a Maurizio Montigiani (nella foto) dell’Associazione Dipendenti Azionisti del MPS che ho pubblicato il 27 novembre Intervista a Maurizio Montigiani, Associazione dipendenti – azionisti del Monte dei Paschi di Siena dell’Associazione Dipendenti Azionisti del MPS. Lo stesso Montigiani – ieri – in una dichiarazione molto “pepata” afferma che: “Mi fa orrore che le categorie che dovrebbero tutelare i lavoratori, gioiscano non ricordando che tra le oltre duemila parti civili c’erano alcune centinaia di dipendenti che all’epoca furono convinti ad investire il loro tfr ed hanno perso tutto.  Altri dipendenti detenevano in buona fede anche le obbligazioni subordinate e si sono ritrovati azionisti con perdite ingenti. Colombani di First Cisl dice che adesso sarà più facile il risiko, ma ignora le dichiarazioni delle altre banche che hanno convintamente affermato che non hanno alcuna intenzione di accollarsi tutto quello che resta di Mps. I lavoratori oggi erano tutti molto arrabbiati e hanno condiviso una strategia da portare avanti a prescindere dai sindacati”.
Parole di fuoco che alimenteranno ancora di più la polemica sul Monte dei Paschi di Siena.

Non va dimenticato, inoltre che entro fine anno poi c’è un nuovo taglio in arrivo: Mps chiuderà altre 50 filiali, in Toscana. I vertici puntano sul taglio dei costi, anche nella prospettiva di rendere la banca più appetibile per le future operazioni di mercato, così conclude il comunicato del sindacato interno del Monte dei Paschi.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)