Ma lo sciopero di venerdì è stato un successo o un flop? Che lezione deve trarne il sindacato?


In questo articolo sono presenti commenti. I commenti li trovi alla fine del post. Se non li vedi clicca su Mostra Commenti


Ho aspettato 2 giorni prima di scrivere questo pezzo perchè volevo riflettere bene.
Ho cercato di capire se questo primo sciopero – perchè altri ne seguiranno – è stato un successo oppure un flop.
Come al solito parto richiamando i post nei quali – nei giorni scorsi – ho affrontato questo tema e cioè il 14 novembre Sciopero CGIL – UIL: intervento della Commissione di Garanzia! E’ una questione politica (cit. Antonello Venditti) e il 15 novembre CGIL e UIL riducono lo sciopero dei trasporti. Ha vinto il buon senso, come dice Salvini? Errori di proclamazione da parte di CGIL e UIL? E ora che succederà? nei quali raccontavano dello scazzo cosmico fra Salvini e CGIL e UIL sulla proclamazione dello sciopero nei trasporti, la precettazione e la rimodulazione delle ore di astensione.

Ma veniamo a quello che è successo venerdì 17 novembre.
Già – scaramantico come sono – non avrei mai convocato uno sciopero per quel giorno.
La manifestazione principale si è svolta a Roma (nella foto) dove erano presenti i due leader di CGIL e UIL Landini e Bombardieri – e in contemporanea in altre 20 città.
Le fotografie e le cronache riportano piazze piene: a Roma i sindacati hanno dichiarato la presenza di 60.000 presenti. Anche altre piazze come Firenze erano piene, altre meno. Ma, certamente, il colpo d’occhio sulla partecipazione c’è stata. I sindacati CGIL e UIL hanno parlato di un adesione media allo sciopero di circa il 70%.
Poichè lo scontro che si è aperto tra Salvini e Landini – principalmente – è stata di natura politica, nei commenti dei giornali di destra e del Riformista di Renzi, emerge non la presenza nelle piazze, ma il flop – a loro dire – nella partecipazione degli scioperi.
Salvini – addirittura – arriva a ringraziare il 95% degli addetti al comparto ferroviario che hanno lavorato e non hanno fatto sciopero.
Altri giornali riportano dati di astensione fra il 7 e l’8% nei settori del pubblico impiego. Affaritaliani.it comunica che la percentuale di sciopero è stata del 4%, Sanità 4%, Poste 4,2%, Industria 8%, Telecomunicazioni 8%, mentre il comparto che ha aderito maggiormente sono quelli dei Vigili del Fuoco.

Da sempre – dopo ogni sciopero – scoppia la guerra delle cifre: il sindacato ne dice una e la controparte gioca al ribasso. Normale e naturale. Stavolta non sono state le controparti a fornire i dati ma i partiti che sono al Governo e i giornali che fanno riferimento a quell’area – e già questo – mi sembra una novità non di poco conto.

L’altro dato che emerge è la grande differenza fra l’adesione dichiarata dai sindacati e quella riportata dai giornali. Nella mia vita sindacale ho avuto a che fare spesso con questi dati ballerini ma erano sempre nell’ordine di una differenza del 10-20%, mentre stavolta parliamo di un delta del 65%.

Chi ha ragione?

Non lo so, anche se qualche amico mi ha fornito una tabella dello sciopero della Funzione Pubblica molto choccante per la bassissima partecipazione. Poi è chiaro che ogni dato va interpretato, però, c’è un però.

Non voglio richiamare la frase di Pietro Nenni (nella foto): piazze piene e urne vuote – detta all’indomani delle prime elezioni del 1948 che diedero la vittoria alla DC e la sconfitta del Fronte Popolare composto da PCI e PSI – l’hanno già fatta in tanti in questi due giorni. Voglio però fare alcune considerazioni.
Intanto le dichiarazioni differenti tra Landini e Bombardieri.
Il primo parla sempre di piazze piene e ha evitato di parlare di percentuali di sciopero – l’ha fatto anche ieri sera nella trasmissione di Gramellini su LA 7 – mentre Bombardieri ha voluto precisare e sottolineare l’alta adesione allo sciopero.

Ne verremo a capo? Sapremo la verità? Assolutamente no. I giornali della destra e Salvini continueranno a parlare di flop, Landini e Bombardieri di grande successo.

Poichè io sono fuori dai giochi, vorrei però fare alcune considerazioni:

a) Siamo sicuri che questo sciopero è stato calibrato nel modo giusto disperdendolo su più giornate?

b) E’ stata fatta una vera e reale analisi dei dati da parte di CGIL e UIL?

c) E’ stata fatta una riflessione sul come procedere e sui risultati che si potranno “portare a casa“?

Voglio esprimere la mia preoccupazione.
Se i dati della scarsa partecipazione sono veri, sono molto preoccupato perchè significa che o il sindacato ha condotto male la sua strategia e la sua battaglia oppure la i lavoratori non credono più nel sindacato, almeno quello confederale, preferendo le battaglie categoriali.

Ancora. Se i partiti lamentano della scarsa partecipazione dei cittadini alla vita politiche e alle elezioni, questo fenomeno sta colpendo anche il sindacato con la non partecipazione agli scioperi?
D’altra parte il sondaggio – prendendo sempre con le molle questo tipo di informazione – pubblicato oggi da La Stampa “Lavoratori, disoccupati ed elettori Pd per 6 italiani su 10 lo sciopero non serve. Cresce la disillusione dei cittadini sulle mobilitazioni: il 78,8% non si sente rappresentato dai sindacati Scettico anche chi vota M5S. Per il 37,3% il duello tra Landini e Salvini è solo uno scontro politico” ridisegna un mondo e una situazione lontana anni luce dal mio pensiero.

Oppure questa crisi economica, così grave che colpisce anche la cosiddetta classe media e chi è occupato – come dimostrano i dati di ieri forniti dalla Caritas in cui si dimostra che le mense sono frequentate anche da chi un lavoro ce l’ha – e anche una giornata di trattenuta dello sciopero diventa una spesa insopportabile?
Non vorrei arrivare all’ipotesi che alla gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori non interessa nulla e che anzi possano trovare questa Legge Finanziaria il minor male possibile?

Ecco perchè sono preoccupato.

In più sono preoccupato perchè mi chiedo se la politica di “stampella alla CGIL” come dice Paolo Mieli è giusta e capita – non tanto dai quadri sindacali che ob torto collo sono costretti ad accettare – ma dagli iscritti alla UIL. Mi chiedo cosa ne pensino i “numerosi sindacalisti UIL” che si sono sempre riconosciuti in Silvio Berlusconi e in Forza Italia.

E’ nella tradizione della UIL – posizione sempre scomoda – di dover fare da cuscinetto fra CGIL e CISL. Negli anni passati la UIL è sempre stato il sindacato che ricercava l’unitarietà – pagando anche dei prezzi – ma salvaguardando il pensiero unitario delle Confederazioni. Negli ultimi anni questo è venuto a meno, non solo per colpa del quadro dirigente UIL ma anche delle posizioni “governiste” della CISL.

Ecco mi piacerebbe aprire una discussione su questi temi.
Ma so già in anticipo che qualcuno porrà il veto, non essendo un seguace del mainstream attuale nella UIL.
Ritengo il sindacato un attore troppo importante per la nostra società e un suo declino sarebbe un pericolo per la stessa democrazia italiana.
Vedremo nei prossimi venerdì cosa succederà.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

3 Risposte a “Ma lo sciopero di venerdì è stato un successo o un flop? Che lezione deve trarne il sindacato?”

  1. Futura Contingentia ☀️🌍🇪🇺🇮🇹 @FutContingentia (da X)
    perché si sta dicendo che lo #sciopero è stato un fallimento?
    Venerdì ho avuto problemi con: trasporti, ospedali e poste.
    So che i porti erano completamente fermi,le scuole pure..
    Ok che ormai nn han + credibilità ma mi chiedevo se mi ero perso qlcs o anche qst volta sn sfacciati

  2. Cristina Santini (da facebook)
    Condivido le Tue preoccupazioni e perplessità’. Purtroppo il sindacato prestato alla politica ed ai fini personali si allontanerà sempre piu’ dall’interesse dei lavoratori. Buona serata Massimo!!!

  3. Non posso non rispondere a Futura Contingentia e Cristina Santini in quanto – entrambi – esprimono considerazioni che vanno proprio nel senso di quello che avevo scritto. Mi ero posto una domanda – alla quale, purtroppo, non ho ancora una risposta – se lo sciopero di venerdì era stato un successo o un flop.
    Lo ripeto. Ritengo importantissima la presenza nelle piazze, come ritengo importante il segnale della partecipazione alle lotte. Poi ci sono le giustificazioni che possono essere tantissime per chi non ha aderito allo sciopero: il costo, la crisi, ecc.
    Vedremo nelle prossime manifestazioni come andrà. Certo, però, anche alla luce dei sondaggi, credo che un’analisi profonda debba essere fatta sul ruolo, sulle iniziative, sule valenze politiche dell’attività sindacale.

I commenti sono chiusi.