La risposta di Messina (ceo IntesaSanpaolo): si alle tutele sindacali, tavoli separati non è un problema!

Carlo Messina – ceo IntesaSanpaolo – foto tratta dal web

Fra i tanti pregi di Carlo Messina – attuale indiscusso ceo di IntesaSanpaolo – c’è sicuramente quello che le cose non le manda a dire attraverso comunicati ma ci mette sempre la faccia.

E ieri – sollecitato dai giornalisti, come riportano le agenzie di stampa – ha voluto rispondere direttamente alle dichiarazioni del Segretario Generale Fabi Lando Maria Sileoni sul rinnovo del contratto “lacrime e sangue“.

Prima di entrare nel merito delle dichiarazioni di Carlo Messina, devo fare una piccola premessa.
Qualcuno mi accusa – sempre attraverso messaggi indiretti (un giorno, poi vi spiegherò perchè) che parlo sempre e troppo della Fabi e di Sileoni e pochissimo degli altri sindacati, arrivando perfino ad insinuare di una mia iscrizione al sindacato autonomo. La risposta è semplicissima: nel bene o nel male (come la canzone di Madame al Festival di Sanremo) – più nel bene che nel male – la Fabi e Sileoni dettano legge nel campo sindacale dei bancari. Non c’è giorno che non appaiono dichiarazioni, iniziative da parte di questo sindacato che – oltre ad essere quello che ha più iscritti – riesce a condizionare la politica contrattuale e sindacale nel settore del credito.

Fatta questa doverosa premessa, torniamo a bomba sulle dichiarazioni di Carlo Messina. In pratica il ceo di IntesaSanpaolo afferma che:
1) “L’interesse esclusivo che ho io, e le 100mila persone che lavorano in banca lo sanno, e’ di fare in modo che le persone della banca abbiano le migliori condizioni possibili. Questo è il mio obiettivo e questo raggiungeremo alla fine di questo percorso
2)  ‘La tutela sindacale è fare un contratto con chi ha il potere di farlo e di farlo nel miglior modo possibile per le persone che lavorano in banca. Questo non è in discussione in nessun modo e i sindacati lo sanno benissimo

3) “Il mio obiettivo è fare in modo che possano avere gli aumenti di stipendio più alti possibili compatibilmente con le condizioni e le prospettive della banca

4) “Se voi vedete come sono fatti i tavoli delle negoziazioni, i sindacati non vengono con “l’Abi dei sindacati” e ci tengono bene a essere distinti, non stanno tutti insieme e non fanno il tavolo unico. Che questi che non fanno il tavolo unico chiedano di fare il tavolo unico dall’altra parte io lo considero veramente un elemento sorprendente. Noi faremo la miglior negoziazione possibile nell’interesse delle persone che lavorano in banca‘. 

Carlo Messina ed io – foto di mia proprietà

Non si può dire che Carlo Messina non sia stato chiaro. Così chiaro che non ci sarebbe bisogno di commenti, ma poichè questo è un blog “politicamente scorretto” devo – a tutti i costi – dire la mia.

Intanto non posso non richiamare gli innumerevoli articolo che ho scritto su IntesaSanpaolo nel corso di questi mesi. Richiamo solo l’ultimo IntesaSanPaolo sull’“altura”. Hic manebimus otpime? del 17 marzo in cui è contenuto tutto l’elenco degli articoli che hanno trattato la questione smart working e orario di lavoro 4 x9 non firmato dai sindacati aziendali.
Comincio proprio da qui la mia disamina sulle affermazioni di Messina in quanto il riferimento alle questione sindacali interne a IntesaSanpaolo è chiarissimo.
La banca ha un proprio piano organizzativo, un piano industriale che è basato sul digitale e innovazione tecnologica e su questo intende spingere e creare condizioni lavorative diverse e più flessibili.
La sfida al sindacato è evidente. Io non faccio forzature contrattuali, ma le interpreto e le adatto alla mia organizzazione che non è più quella stabilita nei vecchi contratti nazionali, sembra dire Messina.

Per quanto riguarda le tutele sindacali, Messina, ricorda che i contratti si fanno con chi lo possono fare ma che devono tutelare le persone che lavorano in banca, non mettendo in discussione il ruolo del sindacato. E’ evidente che il richiamo del ceo è proprio quello di riconoscere il ruolo del sindacato ma che deve essere in grado di guardare avanti.

Carlo Messina – foto tratta dal web

Mi sembra che Messina sfidi le organizzazioni sindacali: se non riuscite a tutelare il benessere dei lavoratori (compreso il posto di lavoro), ci penso io a farlo.

Altro punto è quello del salario più alto possibile ma compatibile con le condizioni e le prospettive della banca.
Rammento che Banca IntesaSanpaolo ha erogato “motu proprio” 500 euro a tutti i dipendenti come recupero salariale dell’inflazione (vedi post Nel silenzio sindacale, Messina (ceo IntesaSanpaolo) eroga 500 euro ai dipendenti come misura contro l’inflazione del 3 luglio 2022) e altre 500 euro con l’accordo sindacale. Quindi non si può dire che IntesaSanpaolo sia insensibile sotto l’aspetto economico. Nel post del 27 marzo 2023 Crisi delle banche e rinnovo del contratto dei bancari: problemi e opportunità già evidenziavo il pericolo di queste affermazioni di Messina.
Banca IntesaSanpaolo può elevare gli stipendi, ma le altre saranno in grado di farlo?

L’ultima affermazione di Messina – quella dei tavoli sindacali – è una frecciata fortissima e meriterebbe – solo questa – moltissime considerazioni.
In pratica Messina si chiede perchè lui – inteso come banca – dovrebbe sedersi attorno ad un tavolo con sigle diverse con obiettivi e interessi diversi non esistendo un ABI dei sindacati, mentre ABI deve rappresentare tutti.
E’ evidente che la revoca della delega sindacale ad ABI e più precisamente al CASL non è un “ballon d’essai” e che IntesaSanpaolo parteciperà alle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari ma poi deciderà se firmarlo e applicarlo solo dopo la conclusione della vertenza.
Anche quello di chiedere un’unica rappresentanza sindacale che ragioni con un’unica voce è una provocazione di non poco conto.

Lando Maria Sileoni – foto tratta dal web

Infine Messina risponde direttamente alle affermazioni del segretario generale della Fabi Lando Sileoni sul contratto “lacrime e sangue” (anche in questo caso vi rimando al post del 27 marzo 2023 Crisi delle banche e rinnovo del contratto dei bancari: problemi e opportunità ) affermando che “Per carità, è chiaro che si cerca attenzione attraverso dei messaggi molto forti. Quello che bisogna mantenere è una assoluta serenità“.

Per concludere.
Il rinnovo del contratto dei bancari si apre con prospettive nuove, difficili e davvero con grandi incognite.
Mi auguro che la piattaforma sindacale che sta arrivando a conclusione (lo stesso Sileoni a Class CNBC ha tracciato la road map: entro marzo la piattaforma approvata dai segretari generale, riunioni sindacali nella prima decade di aprile, attivi unitari entro la fine di aprile, assemblee delle lavoratrici e lavoratori nei mesi di maggio e giugno, inizio delle trattative a luglio) tenga conto di queste nuove realtà e che affronti tutti i problemi legati alla nuova organizzazione che le banche si stanno dando e alle trasformazioni tecnologiche.

Alla prossima. E visto gli argomenti così scottanti e importanti, credo che su questi argomenti tornerò presto.


Articoli che trattano il rinnovo del ccnl bancario:
02/03/2023 Intesa si sgancia dall’Abi (per meglio dire dal Casl) – Fine del CCNL?
08/03/2023 Ancora sull’”affaire IntesaSanpaolo”: “Panta rei”
22/03/2023 Dove eravamo rimasti (19): Meloni, Credit Suisse, rinnovo ccnl bancari, tortellino tour, pannelli solari…
27/03/2023 Crisi delle banche e rinnovo del contratto dei bancari: problemi e opportunità




Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)