“Farina di insetti: non siete obbligati a mangiarne. Fate gli schifettosi ma con piccioni, lumache e frattaglie no”

una riflessione di Annina Botta


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Annina Botta

Non me lo aveva assicurato! Ma io ci contavo moltissimo.
Cosa? Che Annina Botta – dopo la nostra Conversazione-intervista con Annina Botta, una trentenne dalla penna facile ma dolce dolce (almeno così appare) dell’11 gennaio, cominciasse a scrivere qualche articolo per il mio blog.

Desiderio esaudito. Questa mattina mi ha mandato un WhatsApp in cui mi chiedeva se un articolo come questo poteva andare bene per essere pubblicato sul blog. La mia risposta è stata: certo! Tra parentesi questo commento ad un giornale on line vicentino e le ulteriori considerazioni le avevo già lette. Abbiamo, pertanto, deciso che in attesa di un suo primo vero articolo – tutto per voi – di pubblicare questo “pensiero” di una giovane trentenne su un argomento che ha diviso l’opinione pubblica: la farina di insetti. Ma Annina è andata oltre. E – sempre in questo articolo – si chiede cosa rimarrà di questo mondo ai trentenni come lei.

Grazie Annina!!!
Vi informo che nei prossimi giorni conto di avere altre “firme” sul mio blog oltre ad Umberto Baldo (un classico veterano), Margh. e ora Annina. Caratteristica comune: tutte/i e tre abitano bel Nord Est.


Ho letto i commenti sulla notizia della ditta di Schio, che produce biscotti con farina di insetti.
Mi sembra questa la notizia del momento, ma mamma mia che ignoranza!!!
Parlo dei commenti sulla pagina facebook del vostro giornale AltovicentinOnline, dove i lettori si sono lasciati andare mettendo in luce la loro ignoranza su un tema, sul quale occorrerebbe informarsi prima di spararle grosse in pubblico. 

In primis non è un OBBLIGO. Si sbaglia proprio il punto di vista. È un’opportunità per chi vuole mangiarli semmai e per tutti gli altri non cambierà assolutamente nulla.
In secundis, se usciamo fuori dai nostri confini con problemi di denatalità, nel mondo c’è una crescita esponenziale della popolazione. Già ora siamo in eccesso con 8 miliardi di persone. Nel giro di trent’anni si stima una popolazione di minimo 10 miliardi. Le risorse già ora non sono sufficienti. Ma noi siamo la parte “ricca” del mondo quindi non percepiamo la carenza di cibo. Anzi, paradossalmente ne sprechiamo moltissimo. Ma se pure tutto il nostro surplus venisse redistribuito non sarebbe sufficiente al sostentamento di tutti gli affamati. Ergo, servono NECESSARIAMENTE fonti di nutrimento proteiche alternative e sostenibili. Possiamo parlare fino a domani ma fra 15 anni (non centinaia di anni ma una manciata) la scarsità di risorse si sarà infiltrata anche nella nostra società del benessere e non potremo più fare i privilegiati che fanno finta che il problema non li riguardi.
Dai, che la cultura culinaria occidentale, nello specifico europea, ha ricette tradizionali a base di ogni cosa, letteralmente. Genitali, testicoli, intestino, viscere, lumache, occhi di pesce, cranio di uccelli, nervi, lingua, anfibi, ossa, midollo e chi più ne ha più ne metta. Vi voglio ricordare che le uova escono dalla cloaca che è un unico buco per espletare tutte le funzioni ma nessuno si lamenta e tutti le mangiamo senza dire che ci obbligano a mangiare feci.

frattaglie di maiale – foto tratta dal web

Vi magnate le peggio cose da sempre e lo fate con serenità. In Italia fino a trent’anni fa si poteva acquistare il sanguinaccio. Un dolcetto a base di sangue di maiale. È solo una questione di abitudine alimentare sviluppata su credenze religiose, abbondanza e predisposizione territoriale eccetera. Per altri popoli è disgustosa l’idea di mangiare maiale o mucca, cose che noi consumiamo abitualmente. Ogni popolo ha sviluppato una sua personale tradizione gastronomica e ogni popolo ha remore verso tipicità di altre aree che trovano bizzarre o addirittura disgustose. Neanche a me fa impazzire l’idea di mangiare insetti ma sono consapevole che è un bias. Che la vedo così solo perché culturalmente sono abituata a non percepirli come cibo. E comunque è una libera scelta. Si può decidere di mangiarli come no. Alla fine tutte queste polemichette del ca**o nascono dal benessere. Dalla possibilità di scelta.
Perché se avessimo sperimentato la fame vera, come un terzo della popolazione mondiale, e potessimo nutrirci solo grazie agli insetti ringrazieremmo di averne l’opportunità. Si deve seriamente pensare a come sfamare la popolazione mondiale nel prossimo futuro. I commenti medi son del tenore “che schifo/vogliono obbligarci a mangiare insetti/complotto/vogliono distruggere il made in  Italy“.
Ed è concettualmente non solo sbagliato ma pure insensato oltre che intellettualmente disonesto. Il problema del sovrappopolamento e della scarsità di risorse è reale. Senza volerci aggiungere l’impatto di inquinamento degli allevamenti intensivi.

farina di grillo – foto tratta dal web

Servono fonti proteiche alternative con minor impatto ambientale e che possano raggiungere numeri decisamente maggiori. O credete che davvero si possano sfamare oltre otto miliardi di persone, in costante crescita, a costolette? Oltretutto non c’è neanche correlazione col made in Italy.
Perché mai investire nello sviluppo e ricerca in nuovi mercati dovrebbe danneggiare il made in Italy? Iniziare fin da ora ad aprirsi a questo nuovo mercato è la scelta più sensata sotto ogni punto di vista. Altrimenti saremo i soliti che arrivano sempre tardi su tutto e fra dieci anni dovremo comprare all’estero o correre a creare impianti, specializzare i lavoratori e fare ricerche di settore.
Adesso è scoppiata la bomba mediatica ma sono già anni che le industrie alimentari mondiali si stanno orientando in quel senso. Pure l’industria italiana da tempo fa test e ricerche in stabilimenti esteri come per esempio in Thailandia per le farine di grilli e cavallette. Ci si può evolvere e andare incontro alle innovazioni pur preservando la tradizione. Una cosa non esclude l’altra. C’è un lavoro di ricerca e sviluppo molto più solido e, che piaccia o no, la realtà è che probabilmente fra 10-15 massimo vent’anni ci sarà una richiesta esponenziale di questi prodotti. A livello locale e internazionale.
Portarsi avanti e non farsi cogliere impreparati è, anche economicamente, la cosa più intelligente da fare ad oggi. Chi resterà indietro si precluderà anche l’opportunità di piazzarsi fra i primi distributori internazionali e lo dico solo per chi ne fa una mera questione economica. Io davvero non capisco qual è il problema. Nè capisco perché questo dovrebbe in qualche modo minare l’industria alimentare di prodotti tipici. Esportare farina di grillo in che modo dovrebbe ledere, chessò, il prosciutto di Parma? È un’eccellenza ed orgoglio del nostro territorio e continuerà ad esserlo. 


E voglio aggiungere che il mondo non finisce nel nostro piccolo recinto di privilegiati.
E il mondo non ha risorse per sfamare tutti e garantirgli una vita dignitosa.
Anche affermazioni tipo “facciamo come una volta, coltiviamo i campi e viviamo di quello” non è assolutamente una strada né realistica né percorribile.
A inizio novecento la popolazione mondiale era di 1,5 miliardi.

incremento popolazione mondiale – foto tratta dal web

Oggi siamo ad otto miliardi. OTTO. Nel 2050 è stimata alla soglia dei dieci miliardi.
Non ci sono abbastanza terreni coltivabili né risorse idriche sufficienti per pensare di sfamare dieci miliardi di cristiani coi prodotti della terra.
Il mondo si sta esaurendo, lo stiamo esaurendo e consumando con una crescita esponenziale e incontrollata.
Con la parte ricca che vuole sempre di più e non è disposta a rinunciare a niente, preferiamo buttare il superfluo anziché rischiare di restare senza qualsiasi tipo di agio e comodità.
Il pianeta non è un magico erogatore di risorse infinite.
La crisi energetica non vi ha fatto capire ancora nulla? Per quanto credete che potremo fingere di non vedere? Voi lo volete per forza processare mentalmente come un obbligo quando invece è solo un’opportunità, una sorta di piano B, almeno finché avremo la fortuna di potercelo permettere il piano A.

È meglio prevenire che curare e già siamo tremendamente in ritardo per il pianeta e la popolazione.

A chi ci sarà fra trent’anni proviamo a lasciare uno spiraglio.
Finita la vita del singolo non finisce la vita della comunità e del genere umano, così come finito il proprio recinto non finisce il mondo, così come aprirsi all’innovazione non distrugge la tradizione.
Basta un po’ di lungimiranza in più e un po’ di egoismo in meno e forse, con impegno, possiamo provare a non lasciare solo macerie per chi arriverà dopo.

Tutto questo è bello? No, fa schifo.

Ma è la realtà che abbiamo costruito e non possiamo fare altro che prenderne atto e muoverci per sopravvivere. E sopravvive solo chi riesce ad adattarsi meglio nella corsa dell’evoluzione.
Non chi prova a plasmare la realtà sulle proprie esigenze cercando di forzare il mondo ad adattarcisi. In questo gioco di forza col pianeta non sarà lui a doversi piegare.

Che piaccia o no (e non credo renda lieto nessuno) questa è la situazione.

E che piaccia o no fare polemiche sterili e mettere in piedi teorie del complotto bislacche ci porterà solo prima verso il punto di non ritorno.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

3 Risposte a ““Farina di insetti: non siete obbligati a mangiarne. Fate gli schifettosi ma con piccioni, lumache e frattaglie no””

  1. Valeria Cantelmo (da FacebooK)
    Nulla da eccepire sulle riflessioni contenute in questo articolo.
    “””””Alla fine tutte queste polemichette del ca**o nascono dal benessere. Dalla possibilità di scelta.
    Perché se avessimo sperimentato la fame vera, come un terzo della popolazione mondiale, e potessimo nutrirci solo grazie agli insetti ringrazieremmo di averne l’opportunità.”””” È una sintesi perfetta!

  2. Credo anch’io Valeria che tutti dipenda dai nostri “usi e costumi”: Paesi che vai, usanze che trovi, dice il vecchio saggio.
    Quindi non mi scandalizzo, di niente. Mi scandalizzano di più i perbenisti. Spero ti possa rispondere anche l’autrice dell’articolo

  3. Annina Botta (da Facebook)
    Valeria Cantelmo grazie mille 🌺🙏 sono grata che tu abbia apprezzato il mio pensiero 🌺

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