Cosa succede tra i sindacati nazionali ed aziendali in BancoBPM? Ma il Piano Industriale è all’altezza della situazione?

Sede BancoBPM Milano – Piazza Meda

Nell’articolo del 13 dicembre Presentato il Piano Industriale “stand alone” di BancoBPM: consensi dal mercato, valutazioni diverse da parte del sindacato avevo preannunciato che sarei ritornato sulle dichiarazioni dei segretari generali delle 5 organizzazioni che – ad una prima lettura – mi sono sembrate alquanto differenti.

Breve riepilogo.
Le dichiarazioni di Lando Maria Sileoni – leader della Fabi – ed Emilio Contrasto – segretario generale Unisin – erano di sostanziale apprezzamento al Piano Industriale – pur registrando alcune criticità soprattutto sul numero degli esuberi e delle conseguenti assunzioni.

Diverse critiche, invece, erano contenute negli interventi degli altri segretari generali.

Riccardo Colombani – leader della First/Cisl – critica gli eccessivi e grandi benefici per gli azionisti, che intascheranno, tra dividendi e buy-back, ben 4 dei 6 miliardi di euro di utile netto cumulato, mentre afferma senza mezzi termini che “i tagli annunciati sul personale sono incoerenti con gli obiettivi del piano”. Colombani giudica irrealizzabile quanto contenuto nel Piano Industriale dove prevede di raggiungere una redditività del capitale tangibile del 13,5% con un calo dell’organico di ben 800 persone. Il leader della First/Cisl afferma che “non si può pensare di realizzare i 215 milioni di euro di incremento dei ricavi del wealth management e life insurance se non attraverso inaccettabili pressioni commerciali. E non di meno la sua preoccupazione riguarda anche “l’obiettivo di aumento della raccolta indiretta di almeno 20 miliardi di euro”. Insomma un giudizio tranciante e negativo.

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche la segretaria generale della Fisac/Cgil Susy Esposito che, però, si sofferma soprattutto sulla questione occupazione. La leader della Fisac critica la questione esuberi (1.600 uscite e 800 assunzioni di cui 200 figure specializzate nelle nuove tecnologie) in considerazione di quanto concordato nemmeno un mese fa nel nuovo contratto nazionale dei bancari in cui si parla di “staffetta generazionale” cioè scambio fra giovani assunti e personale avviato all’esodo (vedi post del 12 dicembre Cosa c’è e cosa manca nell’ottimo rinnovo del Contratto di lavoro dei bancari articolo contrattuale n. 5). Infine Esposito afferma che “dispiace che la ‘solida storia di successo’ sia per gli azionisti ma non certo per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, ancora una volta penalizzati sul fronte dell’occupazione“.

La posizione del segretario generale UILCA Fulvio Furlan si pone esattamente a metà fra quelle di Colombani e dell’Esposito, qualche apprezzamento e qualche critica. E’ evidente che il leader della UILCA reduce da una campagna nazionale contro la desertificazione degli sportelli – che l’ha visto in giro per tutt’Italia – si è scagliato soprattutto contro la chiusura di 100 filiali in tre anni e nello stesso periodo di 400 postazioni di cassa.

A complicare il quadro della situazione è poi giunta nella serata di giovedì 14 dicembre un comunicato durissimo delle 5 sigle interne della Banca:
L’avaro fa bilanci accurati, contando scrupolosamente tutti i soldi guadagnati e proiettando al mondo intero quelli futuri (6mld in 4 anni). Alle “sue persone”, quelle quasi 20.000 che sogna di ridurre a 19.000 per risparmiare ulteriormente, spremendole come se fossero ancora 20.000 e guadagnare ancora di più, non pensa. Nei suoi lasciti vengono menzionati esclusivamente gli amici azionisti, da far arricchire con un tasso di ritorno a due cifre, così da garantirgli la cadrega e l’assegno connesso. Per “le sue persone” resta soltanto una generica attestazione di stima… espressa rigorosamente a parole! NO CARO AMMINISTRATORE! Non è così che funziona. Dopo mesi passati a ciurlare nel manico, a farci perdere tempo con decine di scuse diverse, adesso il Re è nudo! Il sindacato nonostante l’imbarazzante assenza negoziale di un’azienda mai florida come ora ha avanzato una richiesta seria e responsabile e l’Azienda ha risposto con l’annullamento delle ulteriori giornate di confronto previste questa settimana rinviando tutto alla prossima stante l’evidente assenza di mandato! Deve essere chiaro sin d’ora a tutti che, qualora non potessimo avere accesso alla tassazione agevolata del premio aziendale e ci si trovi nuovamente obbligati ad un premio welfare senza possibilità di utilizzo “cash”, la responsabilità sarà solo ed esclusivamente aziendale! Il nostro AD, nei prossimi roboanti road show, avrà il coraggio di raccontare che questa è l’attenzione che il terzo Gruppo bancario riserva ai propri dipendenti… alle “sue persone”???

Ecco che, a questo punto, ripeto la domanda iniziale.
Cosa sta succedendo in BancoBPM?
Anche la borsa non ha mostrato entusiasmo su questo Piano industriale anche se va detto per l’amore di verità che nei giorni scorsi l’azione era cresciuta molto e che in questi giorni sono scattati realizzi da parte degli speculatori e investitori d’assalto.

Ma l’altra domanda da 100 milioni è: cosa farà adesso il sindacato, soprattutto, quello confederale?
Si limiterà alle solite dichiarazioni di “contrarietà” ma poi rimanderà il tutto a quando ci sarà la trattativa sugli esuberi?
Oppure farà fuoco e fiamme contro il Piano Industriale chiamando alla mobilitazione il Personale?
E’ di ieri la notizia che il Comitato di Redazione di Repubblica ha intimato al sindacato interne di non aprire nessuna trattativa con la proprietà del giornale fondato da Scalfari e di rigettare il Piano Industriale che prevede ulteriori tagli al personale.

Purtroppo conoscendo le dinamiche interne sono certo, anzi certissimo, che ciò non accadrà in BancoBPM anche perchè il peso della fabi in quell’Azienda è molto forte.
Del resto anche la questione chiusura degli sportelli come sarà affrontata?
In questi mesi la UILCA ne ha fatto un cavallo di battaglia – come scrivevo prima – ma adesso cosà farà? Possibile che nessun sindaco abbia chiesto al sindacato cosa hanno fatto per limitare questo scempio? Scempio che purtroppo continuerà visto i trend europei che portano sempre più a chiudere filiali per privilegiare la banca digitale.
Finchè il sindacato non affronterà globalmente e unitariamente questo problema, facendo anche proposte innovative come le filiali condivise tra banche e filiali condivise con altri soggetti merceologici, non si uscirà da questo inghippo.

Vedremo quando Giuseppe Castagna tornerà dal suo road all’estero se riceverà il sindacato e cosa dirà. Conosceremo in quella sede l’opinione del sindacato, le mosse che intenderà portare avanti.

Un’ultima considerazione che credo sia sfuggita ai più.
Nel Piano Industriale si parla che “il costo del personale a fine 2024 si porterà ad un livello pressochè in linea con i livelli del 2023, neutralizzando di fatto l’impatto degli incrementi previsti dal recente rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro“.
Ciò vuol dire che nonostante gli aumenti salariali considerevoli – BancoBPM – riuscirà attraverso la riduzione di personale e l’aumento di utili ad azzerare il costo del lavoro determinato dal nuovo contratto.
Alla faccia di chi piangeva e si stracciava le vesti.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)