Cosa rischiano i dipendenti bancari sul caso “dossieraggio”? Le prese di posizione di ABI, Fabi e Falcri

Immagine tratta dal web

Il cosiddetto “scandalo dei dossieraggi” potrebbe interessare anche i lavoratori bancari.
Non è un caso che l’Esecutivo dell’ABI riunitosi nei giorni scorsi ha messo questo argomento all’ordine del giorno.

Andiamo per ordine.

A nessuno è sfuggito il caos mediatico nato dopo la scoperta di dossier su politici, gente dello spettacolo, sportivi, squadre di calcio. Il caso nasce dal “lavoro” di un certo Striano che è entrato nei vari archivi, tra cui quelli delle segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette.

Forse non è noto a molti che la maggior parte delle segnalazioni di operazioni sospette vengono effettuate dai dipendenti bancari nel corso delle movimentazioni quotidiane.
Le segnalazione avvengono in maniera anonima e sono indirizzate alla Banca d’Italia che provvede – successivamente – ad un’analisi delle stesse per poi trasmetterle – nel caso di irregolarità – alle Procure preposte.

Ebbene dopo questi casi di dossieraggio c’è il pericolo che i dipendenti che effettuano queste segnalazioni possano essere rintracciati in quanto è prevista – nella segnalazione – l’indicazione dei codici della filiale o agenzia segnalante.

Ecco perchè il Comitato Esecutivo dell’Abi ha deliberato all’unanimità di inviare una lettera a ministri, forze dell’ordine e governatore della Banca d’Italia affinchè diano “dovuta attenzione” a questo aspetto.
Nella lettera si ricorda che le banche sono in prima linea per contrastare le varie forme di illegalità.
Inoltre, ABI, fa presente che la maggior parte delle segnalazioni di operazioni sospette provengono proprio dagli Istituti di Credito.
E veniamo al punto cruciale della lettera.
La missiva ricostruisce le modalità previste dalla legge per garantire l’anonimato dei dipendenti che segnalano. Nelle segnalazioni, però, “è prevista anche l’indicazione dei codici ABI-CAB dello sportello presso cui sono regolate o richieste le operazioni segnalate, o presso cui è incardinato il rapporto oggetto di segnalazione. Ciò potrebbe determinare – in particolare in un contesto di crescenti rischi di fughe di notizie e di attacchi informatici – la possibilità di individuare, seppure in via indiretta, i dipendenti che hanno avviato i processi di segnalazione“.
E’, questa, un’ottima iniziativa in quanto – visti i chiari di luna – potrebbe azionare quel processo di mancata osservanza delle norme per la paura di essere poi individuati.

Non si è fatta attendere la grande soddisfazione della Fabi, da parte del suo segretario generale Lando Maria Sileoni (nella foto) che in un comunicato stampa afferma: «La tutela e la garanzia di riservatezza delle lavoratrici e dei lavoratori bancari rappresentano elementi imprescindibili: la preoccupazione espressa oggi dall’Abi, in rappresentanza delle banche, con la lettera inviata al governo e alle istituzioni in relazione alle segnalazioni di operazioni sospette oggetto di cronaca e di dossier, è anche nostra. Ci uniamo, pertanto, all’appello dei vertici dell’Associazione bancaria italiana e chiediamo, inoltre, che sia alzato il livello di guardia affinché, nell’ambito delle fughe di notizie e nelle attività illecite di cosiddetto dossieraggio, non venga mai messa in pericolo la riservatezza e la tutela di chi opera in banca e, in particolare, dei soggetti segnalanti, nell’ambito delle procedure di prevenzione e di contrasto al riciclaggio».

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale di Unisin Emilio Contrasto (nella foto) che afferma: “i dipendenti bancari hanno sempre svolto un ruolo fondamentale nel contrastare ogni forma di illegalità, osservando con il massimo zelo tutte le prescrizioni tempo per tempo emanate delle competenti Autorità al fine di impedire fenomeni criminosi. La tutela, quindi, della loro riservatezza – per come previsto espressamente peraltro dalla normativa – deve essere una priorità assoluta e le Istituzioni interessate devono porre in essere tutte le azioni necessarie a salvaguardia dell’assoluto anonimato delle Lavoratrici e dei Lavoratori coinvolti”.

Non risultano – almeno sui siti sindacali – altre prese di posizione.

In conclusione.

Credo che l’iniziativa di ABI sia giusta e che il Governo deve, anzi dovrà, prendere iniziative per tutelare coloro che quotidianamente fanno – onestamente – il proprio lavoro.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)