Quel filo che collega il 25 aprile al 1° Maggio. Meloni e il Sindacato: vinti e vincitori. Ma il Primo Maggio è ancora una Festa?

foto tratta dal web

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C’è un filo – sia a destra che a sinistra – che collega il 25 Aprile al Primo Maggio.

Per questo governo di destra, per questo governo a guida Fratelli d’Italia, per questo governo di Giorgia Meloni, il 25 aprile è stata una giornata da far passare in fretta. Dieci minuti all’altare della Patria – assieme a Mattarella – e poi a casa e silenzio tutto il giorno. Scomparsa dai radar dell’informazione.

La rivincita, invece, avverrà il Primo Maggio per il governo delle destre: rubare la scena al sindacato, obiettivo prioritario!
D’altra parte se il 25 Aprile Meloni è stata costretta a subirlo ed anzi ad affiancarsi a Mattarella mai mettersi contro un Presidente della Repubblica così amato in Italia e all’estero – il Primo Maggio ci si può scatenare convocando il Consiglio dei Ministri, facendo approvare il Decreto Lavoro.

Devo ammettere che la coreografia non è stata male. Lasciarsi scivolare addosso il pericolo dell’antifascismo – ieri Alemanno ha dichiarato che lui, come il 30% degli italiani, non è antifascista, cioè è ancora un fascista – dove è facile cadere e farsi del male, per buttarsi su aspetti più positivi e facilmente capibili – almeno dalla massa – come la riduzione del cuneo fiscale per le lavoratrici e lavoratori sotto i 35.000 euro annuali.
Mi è piaciuto un tweet di Elio Vitoex parlamentare di Forza Italia e poi uscito con polemica dal partito di Berlusconi – che ha scritto che nei paesi democratici sono i sindacati ad attaccare il governo. A Melonilandia, invece, è il governo ad attaccare i sindacati alla vigilia del 1° Maggio.

E allora parliamo del Sindacato.
Landini si collegato subito al 25 aprile, partecipando alla manifestazione di Milano, ha attaccato Meloni sulla “presunta provocazione” del Consiglio dei Ministri convocato per il Primo Maggio, ha dovuto subire l’attacco del Presidente del Consiglio che ha affermato che molti lavorano il Primo Maggio – come darle torto, ma detto da lei che in questa e nell’altra legislatura è stata un assenteista cronica ai lavori parlamentari – e che allora il Concertone doveva essere rinviato. Poi ieri sera tutti assieme appassionatamente sono stati ricevuti a Palazzo Chigi, dove Meloni – sempre con il solito stile, prima ti stiletto e poi ti faccio le moine – ha evidenziato l’importanza del sindacato.

Incontro di ieri fra Governo e Sindacati – foto tratta dal web

Sindacato tanto importante che è stato convocato alla domenica sera, 12 ore prima del Consiglio dei Ministri, senza nessun testo scritto, con solo rassicurazioni e rimandi.

Un risultato, però, Meloni l’ha raggiunto.
Anzi ha raggiunto parecchi risultati: è passata indenne dalle forche caudine del 25 aprile, ha rimediato alla figuraccia della sua maggioranza che giovedì non aveva avuto i voti sufficienti per approvare lo scostamento al deficit per il cuneo fiscale, è riuscita nell’impresa di dividere – almeno in questa fase – i sindacati, in quanto la CISL si è detta attenta a quanto detto da Meloni ed è in attesa dei testi, mentre CGIL e UIL si sono detti – ad esclusione della riduzione del cuneo fiscale – contrari a tutte le proposte del governo.

Di quanto verrà approvato dal Consiglio dei Ministri ne parlerò nei prossimi giorni.

Ora uno sguardo alla Festa del Primo Maggio.
Nel titolo mi sono chiesto se è ancora una Festa o è diventata una celebrazione. Già nell’articolo sul 25 aprile ho scritto che quella ricorrenza è ormai intrisa di ambiguità (25 aprile: da Festa della Liberazione alla festa dell’ambiguità? ).
Lo scrivevo anche lo scorso anno nel post Ma c’è qualcosa da festeggiare oggi?. Devo ammettere che, purtroppo, lo scenario non è affatto cambiato: continua la precarietà sul lavoro, continuano – al di là della demagogia di alcune iniziative – le morti sul lavoro (siamo arrivati ad una media di 3 morti al giorno), continuano gli stipendi e le pensioni ad essere erose dall’inflazione, continuano le applicazioni dei contratti pirati, non si è fatto nulla sul salario minimo. E potrei continuare ricordando solo che milioni di lavoratrici e lavoratori aspettano il rinnovo dei contratti di lavoro.
Insomma: un disastro annunciato.
Credo – e lo spero vivamente – che il sindacato – quello vero, quello unitario, quelle dei contenuti e delle lotte e non quello della conservazione del potere attraverso atti coercitivi – prenda forza e riesca a reagire a questa ondata della destra più becera.

Ci riuscirà? Lo spero.
Concludo con quanto scriveva Umberto Baldo nel post Due vecchi brontoloni che dialogano e si fanno una domanda: c’è democrazia nel sindacato? del 19 aprile: La crisi del  Sindacato, che c’è ed è innegabile, deriva dall’essere restato ancorato allo schema dei rapporti di fabbrica, ad uno schema culturale ed organizzativo ottocentesco e novecentesco, che lo ha portato inevitabilmente a distaccarsi da una parte sempre più larga del mondo produttivo, creando le premesse per divenire progressivamente il sindacato degli operai andati in pensione. Di conseguenza, se non ci sarà quel ripensamento, quell’analisi critica cui accennavo, e si accontenterà di essere sempre più solo il Sindacato dei Caf e dei Patronati,  sarà destinato ad una definitiva marginalizzazione, ed il mondo del lavoro fatalmente  resterà senza presidi.
Spero che tutto non si riduca nel Concertone, ma che ci sia, davvero, una ripresa di “voglia di fare sindacato, voglia di stare con le lavoratrici e i lavoratori“.


A Novara, 1° Maggio 2017 – mia foto

Ultima nota a margine.
Facebook stamattina mi ha ricordato che sei anni fa andai a Novara per il comizio del Primo Maggio e il mio fu l’intervento conclusivo a nome di CGIL CISL UIL.
Fui il Primo Segretario Generale del Credito della Uilca ad avere questo onore e credo di essere rimasto anche l’unico.

A Novara, 1° Maggio 2017 – mia foto

Grazie Facebook di questo bel ricordo, di quando ero davvero nella “mia UIL che oggi non è più la mia UIL“.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Quel filo che collega il 25 aprile al 1° Maggio. Meloni e il Sindacato: vinti e vincitori. Ma il Primo Maggio è ancora una Festa?”

  1. Carlo Nwgri
    Il solo commento che mi sovviene per quel che ho letto: un disastro

  2. Caro Carlo,
    è vero. Viviamo davvero in un periodo buio e difficile. Sindacati divisi e impegnati a lotte intestine, opposizioni divise, ricerche dei personalismi. Una destra che cerca di occupare tutti gli spazi: politici, culturali e televisivi. Un popolo che dorme ammaliato dalle trasmissioni come il Grande Fratello o fiction americane.
    Non pensavo di arrivare a questa situazione. Vabbè, però mica ci arrendiamo!!!

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