MPS, ex Carige, Pop. Bari: modi diversi per ricominciare e ripartire!

Le sedi delle tre banche – foto tratte dal web con mia elaborazione grafica

E lasciami gridare Lasciami sfogare” così inizia una canzone cult degli anni ’80 cantata da Adriano Pappalardo dal titolo “Ricominciamo“.

E ricominciamo e ripartiamo è il trade union che accomuna MPS, l’ex Carige e la Banca Popolare di Bari

MPS

Fare il richiamo degli articoli dove mi sono e ci siamo (assieme ad Umberto Baldo) interessati del Monte dei Paschi di Siena, occuperebbe tutto lo spazio di questo articolo. Richiamo solo gli ultimi due: quello dell’ 8 novembre MPS: appena finito l’aumento di capitale e già gli avvoltoi cercano di volare sulla banca senese e quello del 9 novembre Magari su Rocca Salimbeni volassero gli avvoltoi! dove io e Baldo abbiamo espresso pareri diversi sulla possibile autonomia gestionale ed operativa della Banca senese. Mentre io sostenevo che ci possono essere tutte le condizioni per una ripresa di MPS, Umberto Baldo – dati alla mano – affermava che bisognava trovare quanto prima chi potesse salvare definitivamente la banca senese. Concetto – questo – ripreso più volte da qualche sindacalista – con pareri diversi anche all’interno delle sigle sindacali – e da Angelo De Mattia che su MF chiedeva l’intervento di una banca che facesse da pivot per il salvataggio di MPS.

Ora, senza voler entrare ancora una volta nel merito della diatriba, rimaniamo sui fatti e che cioè che domani sarà l’ultimo giorno di lavoro per 4.125 dipendenti di MPS.
Circa il 25% del personale se ne andrà – grazie a quello strumento di cui vado fiero per averlo contribuito a costruire e aggiornare – volontariamente con il Fondo di Solidarietà creato nel 1999.
Il costo di questa operazione – che va ricordato – è di quasi un miliardo di euro ed assorbirà circa il 40% dell’aumento di capitale. Come va ricordato che inizialmente gli esuberi per il 2022 – fino al 30/11/2022 il Fondo copre fino a 7 anni prima dell’effettiva pensione, mentre dal 1 dicembre tornerà a 5 anni – erano 3.500.
Adesso il vero problema – giustamente sottolineato dalle Organizzazioni Sindacali – è quello di come gestire la banca, come gestire la funzionalità organizzativa delle filiali, come gestire il personale.
Credo sia giustissima la presa di posizione dei sindacati del MPS: “i lavoratori che restano nel gruppo meritano una migliore e più sensibile considerazione da parte dei vertici aziendali; gli intendimenti enunciati dal management all’atto della presentazione del piano industriale in materia di valorizzazione delle risorse umane dovranno trovare un’adeguata concretizzazione anche e soprattutto in termini di normative contrattuali“.

Luigi Lovaglio – ad MPS – foto tratta dal web

Lovaglio – attuale AD di MPS – dovrà dare risposte alle Organizzazioni Sindacali e ai mercati.
Vedremo nei giorni prossimi come sarà questa ripartenza e che riflessi avrà sull’organizzazione del lavoro e sulla funzionalità operativa e, soprattutto, se sul 2023 queste uscite consentiranno un risparmio dei costi pari a 270 milioni su base annue e con un rapporto cost-income entro il 60% come da Piano Industriale.

ex CARIGE

Il ricominciamo è iniziato anche per la Carige.
Ieri si sono spente le insegne della vecchia banca genovese e si sono accese quella della BPER, la banca modenese di Montani e con Unipol socio di maggioranza.
Anche in questo caso mi sovviene – ma quanto sono anziano? – una vecchia canzone di Domenico Modugno che faceva più o meno così: “si spengono le luci si spegne anche l’insegna“. La canzone era “Vecchio frack” meglio conosciuta come “Un uomo in frack“.
Naturalmente – come ci raccontano i giornali – il primo giorno di passaggio non è stato indolore per la clientela. Ho letto post sul web molto cattivi.
D’altra parte è sempre stato così: in ogni passaggio tecnologico o di fusione, i prezzi maggiori vengono pagati dalla clientela e dalle lavoratrici e dai lavoratori.

Ma anche in questo caso andiamo per ordine (di Carige ne abbiamo parlato tantissime volte e richiamo solo l’ultimo articolo del 10 settembre MPS: sottoscrittori cercasi (forse trovati); BPER chiusa opa su Carige) e vediamo quale saranno le prossime mosse della Banca modenese e cosa dovrà affrontare il sindacato.

Montani – ad di BPER – foto tratta dal web

Prima di tutto la cessione di 40 sportelli dell’ex banca genovese alla Popolare di Desio, con tutte le ricadute conseguenti e quindi necessiterà di un accordo sindacale.
Poi ci sarà il problema dell’operatività delle filiali ex Carige che rimarranno aperte. Il personale sarà sufficiente? Quali saranno gli standard di lavoro e di pressioni su queste lavoratrici e lavoratori?
Inoltre il sindacato dovrà controllare che le promesse fatte da Montani e BPER sul mantenimento di alcune lavorazioni a Genova sia mantenute nel corso degli anni.
Insomma per l’ex Carige ricomincia una nuova vita. Speriamo migliore di quella vissuta negli ultimi anni.

Banca Popolare di Bari

Anche della Popolare di Bari mi sono occupato diverse volte. Richiamo sempre i due ultimi articoli: quello del 6 novembre dal titolo Ancora pressioni commerciali: questa volta tocca alla Banca Popolare di Bari!!! La denuncia dei sindacati e l’aggiornamento dopo l’incontro con l’Azienda il 15 novembre Dove eravamo rimasti? Aggiornamenti su post dedicati a pressioni commerciali in Pop.Bari, balneari e taxisti, chi comanda fra Salvini e Meloni, BancoBPM e altro ancora…

Cristiano Carrus – ad di Popolare Bari – foto tratta dal web

Ieri – grazie ad un articolo di STAR MAG viene riportata un’iniziativa del management della banca che non è piaciuta al sindacato. Infatti, In data 23 novembre – è scritto in un comunicato di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin – si è tenuto il previsto incontro tra con il nuovo responsabile gestione delle risorse umane e relazioni industriali. In prima battuta l’azienda ha comunicato l’avvio di un nuovo progetto, da parte della Capogruppo, relativo ad interviste ai colleghi in linea con la famosa “intervista doppia” inventata dal programma televisivo “Le Iene”. L’azienda ha precisato che le domande delle interviste saranno domande generiche non inerenti all’attività lavorativa».
E per ricostruire lo spirito di gruppo fra le lavoratrici e i lavoratori è stato “richiamato in servizio” il 72enne esperto in risorse umane, Claudio Franzon, che ha dettato la linea con questa nuova iniziativa.
Mi chiedo se a fronte dei problemi della banca pugliese siano necessarie queste interviste e queste iniziative.
Ah, “dulcis in fundo” in un sito di un sindacato bancario, l’ultimo comunicato dei sindacati della Banca Popolare di Bari – quello del 14 novembre – è stato inserito nel comparto delle Banche Cooperative. Mi auguro che si sia trattato di un tragico errore. In caso contrario ci sarebbe da preoccuparsi!


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)