E’ immorale che le Banche adesso non riconoscano interessi ai correntisti!

di Umberto Baldo

Ricordate Enrico Zanetti

Via, non perdetevi nel consueto “ Zanetti, Zanetti, chi era costui

Si tratta di un mio conterraneo, lui veneziano doc in verità, che durante il Governo Renzi dal 2014 al 2016 ricoprì la carica di Sottosegretario al Ministero dell’Economia e della Finanze, e che dal 2015 al 2017 divenne poi Segretario Nazionale di Scelta Civica, il partito fondato da Mario Monti. 

Enrico Zanetti – foto tratta dal web

Passata quella fase, di Zanetti si persero le tracce, almeno quelle relative alla ribalta politica, ma le sue indubbie capacità intellettuali e professionali sono state “ripescate” da uno che non è certamente l’ultimo arrivato in questa fase politica, Giancarlo Giorgetti, che nel dicembre 2022 ha ufficialmente nominato appunto Enrico Zanetti come Consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze. 

Fatto questo giro d’orizzonte per orientarsi, nei giorni scorsi il nome di Zanetti  è riapparso relativamente ad un’analisi da lui redatta, e pubblicata sul sito del Centro Tributari Eutekne con il titolo “Extra-profitti delle Banche da sterilizzare a favore della clientela”. 

Sono stato subito attratto dall’argomento, perché era da qualche mese che volevo anch’io sviluppare qualche considerazione sul tema. 

Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta. 

Noi veniamo da un decennio caratterizzato da tassi a “0” o addirittura negativi, in conseguenza della politica monetaria portata avanti dall’allora Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, unitamente al cosiddetto Quantitative Easing, per stimolare la ripresa delle economie dell’area euro dopo la crisi del 2008. Questa politica fu una manna per gli Stati ad alto debito pubblico, in primis l’Italia, che hanno così potuto godere di anni di tregua dalla speculazione dei mercati, risparmiando così miliardi e miliardi di interessi passivi. 

Come si comportarono le Banche? 

Ovviamente adeguandosi alle politiche della Bce, nel senso che a fronte di tassi azzerati o negativi decisi a Francoforte hanno azzerato i tassi di interesse applicati alle giacenze sui conti correnti della propria clientela. 

Tutto legittimo intendiamoci: le Banche hanno potuto farlo sulla base dello jus variandi, vale a dire la facoltà prevista dalla Banca di modificare unilateralmente le condizioni di contratto anche in senso sfavorevole al cliente, qualora sussistano giustificati motivi (nella specie erano inequivocabilmente i tassi negativi). 

Non va sottaciuto che la stabilità finanziaria indotta dai tassi a zero portò notevoli vantaggi anche ai clienti delle Banche, sia sul versante mutui, con tassi veramente bassi, sia su quello dei finanziamenti alle attività commerciali ed industriali. 

Da luglio 2022 le cose sono cambiate, e  di molto. 

In conseguenza dell’inflazione, la Bce (e con lei tutte le Banche Centrali del mondo) ha rivoluzionato il suo approccio alla politica dei tassi di interesse, procedendo a tamburo battente ad un innalzamento degli stessi, portandoli sempre più in alto, ed al momento, persistendo le tensioni inflazionistiche, non è dato sapere a quali livelli si potrà arrivare. 

Con il rialzo dei tassi, e quindi con l’aumento del costo del denaro, le Banche hanno aumentato i pricing applicati a privati e imprese, e questo è avvenuto praticamente in automatico, determinando un cospicuo  incremento dei tassi sui mutui, sui finanziamenti, sugli sconfinamenti del conto, ed in generale su tutti i prestiti di qualsivoglia natura. 

Capite bene che a questa impennata dei tassi ha corrisposto anche una impennata dei guadagni per le Banche, e lo testimoniano gli utili record realizzati nei bilanci del 2022, che sono proseguiti anche nel primo trimestre di quest’anno (che per quanto riguarda le maggiori Banche italiane hanno raggiunto i 4 miliardi). 

Questo miglioramento del “margine di interesse” ha indubbiamente migliorato la redditività delle nostre Banche, e di questi tempi, con le brutte notizie provenienti da oltre Atlantico relativi a Banche fallite, ciò non può che tranquillizzarci, anche se a mio avviso bisogna sempre tenere la guardia alta. 

Tuttavia questo tempestivo adeguamento al rialzo dei tassi, non sta trovando un altrettanto solerte adeguamento degli interessi riconosciuti alla clientela sulla raccolta. 

In altre parole, se andate a chiedere soldi, la Banca se ve li concede adesso ve li fa pagare salati, ma il vostro conto corrente prevede ancora nella stragrande maggioranza dei casi “interessi zero”, anche se con i vostri soldi la Banca ovviamente ci guadagna prestandoli. 

A dire la verità qualcosa si sta muovendo anche sul fronte delle raccolta bancaria, perché è chiaro che la stretta sui tassi mese dopo mese riduce la massa monetaria circolante, e infatti alcune Banche stanno cominciando ad offrire una remunerazione alle somme vincolate per un certo lasso di tempo nei cosiddetti “conti di deposito” (ma in generale finora ciò non è ancora  avvenuto per le cosiddette giacenze a vista). 

E qui rientra in campo Enrico Zanetti. 

Ministro MEF Giancarlo Giorgetti – foto tratta dal web

Il quale sostiene che questa dinamica non può essere trascurata dal Governo, in questo sostenuto pubblicamente durante un Question Time alla Camera dal Ministro Giorgetti. 

E non va trascurato che la stessa Banca d’Italia ha invitato le Banche a tutelare maggiormente la clientela, purtroppo finora sembra con scarsi risultati. 

In parole povere sembrerebbe si stesse pensando a livello governativo ad una forma di tassazione per la mancata erogazione di interessi ai saldi dei conti della clientela. 

In termini più precisi, secondo Zanetti: “una legge che preveda una forma di tassazione aggiuntiva che incameri alle casse dello Stato un importo pari al vantaggio economico prodotto dalle modifiche a sfavore dei clienti approvate nei mesi passati, nel limite in cui esso si traduca in maggiori utili rispetto a quelli conseguiti dalla medesima Banca negli esercizi antecedenti a quelli di attuazione delle modifiche contrattuali a sfavore dei clienti

L’idea per me è decisamente interessante perché è del tutto probabile che le Banche, messe alle strette, tra il regalare quegli extra profitti allo Stato sotto forma di tassazione addizionale, o restituire quei soldi alla propria clientela sotto forma di interessi sulle giacenza sui conti, finirebbero per scegliere, magari obtorto collo, la seconda opzione. 

Io ero in teoria contrario alla tassazione degli extra profitti delle Aziende in quanto tali, ma nella forma del riconoscere una giusta remunerazione ai depositi dei clienti delle Banche, vuol dire aumentare le disponibilità di spesa di questi ultimi, con evidenti vantaggi anche per l’economia in generale.

Tuttavia, per quanto logica, non contate più di tanto sul fatto che una norma del genere possa passare facilmente, perché convincere i banchieri a rinunciare a questi extra-profitti per importi di centinaia e centinaia di milioni di euro mi sembra piuttosto arduo. 

E ci ha già pensato l’Abi a bocciare questa idea, affermando che un prelievo del genere sarebbe un errore (sic!) che danneggerebbe il sistema creditizio in una fase di recupero delle redditività. 

Tutto giusto, se questi profitti andassero tutti a riserve, e non, come accade, in buona parte a remunerare gli azionisti, e a riconoscere stipendi milionari agli Amministratori Delegati. 

Ognuno è libero di pensarla come crede, ovviamente. 

Ma non posso non ricordare che spesso parlando di Banche si tirano in campo anche a sproposito i cosiddetti stakeholder (termine pomposo che significa semplicemente interessati). 

Fra questi ad esempio vengono annoverati sicuramente i dipendenti bancari, che dovranno rinnovare un contratto nazionale dignitoso, e gli investitori. 

Non sembrano esserci invece i correntisti che lasciano i loro soldi in giacenza sui conti correnti; questi sembrano figli di nessuno, soggetti destinati a «godere» solo l’effetto negativo delle nuove dinamiche economiche, mucche da mungere in nome della redditività delle Banche. 

Concludendo, mi auguro che Zanetti e Giorgetti insistano sulla proposta, perché non è giusto che dei nuovi profitti non debbano in parte godere anche i correntisti. 

In fondo i soldi solo i loro. 


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)