Pensieri in libertà: BTP Valore: Auguri a tutti i croceristi!;Manifestare è un diritto, ma basta ai cortei a senso unico; Da “Cagoia” a “testa di gallina” di Umberto Baldo

Foto tratta dal web

Pensieri in libertà: BTP Valore: Auguri a tutti i croceristi!

di Umberto Baldo

Quando ci viene proposta alla radio o su altri mezzi di comunicazione la pubblicità di un prodotto finanziario, lo spot si chiude sempre con un messaggio letto a velocità supersonica in cui sostanzialmente si capiscono (forse sarebbe meglio dire si intuiscono) le parole “sollecitazione all’investimento…. prodotti soggetti ad un certo rischio….” e si conclude sempre con il perentorio invito a leggere il “Prospetto informativo”.

Tutto secondo le regole vigenti a tutela dei cittadini risparmiatori previste dal Testo Unico sull’Intermediazione Finanziaria.

Evidentemente queste norme non valgono quando a proporre strumenti finanziari è lo Stato Italiano.

Così almeno è stato in occasione della pubblicità del BTP Valore, realizzata dal MEF e andata in onda nei giorni scorsi per promuovere l’emissione degli ultimi buoni del Tesoro, e conclusasi con un vero successo: 18,3 miliardi sottoscritti e 650mila contratti.

Lo spot in questione si sostanzia in uno  scambio di battute tra due coppie di amici over 55 anni, in cui un commensale dice “la prossima settimana venite da noi”. Il dialogo prosegue con uno dall’altra copia che dice “Beh, saremo in crociera”. “Ah, avete vinto la lotteria?”  “Abbiamo comprato BTP Valore” “E’ il modo sicuro per integrare stipendio e pensione”.

Si potrebbe scrivere a lungo sul fatto che questo spot mina la credibilità delle sane regole che dovrebbero accompagnare la gestione del risparmio, ma mi limito ad indicare per punti   alcune informazioni che il risparmiatore avrebbe avuto diritto di avere, e l’Emittente l’obbligo di fornire.

Primo; per quanto il rischio di insolvenza dell’emittente in questo caso sia limitato, non può essere escluso ed omesso del tutto.

Secondo: nessuno parla mai delle Clausole Cac, che  sono clausole vessatorie previste per titoli con scadenza superiore ai 12 mesi che consentono a uno Stato in crisi sul debito pubblico (cioè in difficoltà a pagare interessi e restituire capitale) di rinegoziare unilateralmente (quindi imporre) con gli investitori interessi e scadenze o proporre agli stessi uno scambio con titoli diversi. In altri termini se, per esempio, acquisto oggi un Btp a cinque anni che mi rende una cedola annua del 3% potrei trovarmi fra tre anni, allorché lo Stato italiano si trovasse in difficoltà a pagarmi, a dover accettare un interesse solo del 1%, e magari subire anche lo spostamento della restituzione del capitale di altri cinque anni.

Terzo: se l’andamento dei tassi dovesse cambiare, il compratore che si trovasse nella necessità di vendere i Btp prima della scadenza potrebbe subire perdite in conto capitale.

A proposito: BUON VIAGGIO A TUTTI I CROCERISTI!
PS: mi chiedo se alle crociere siano invitati anche la Presidente Lagarde ed i membri del Board della Bce, vista la quota di Bot e Btp emessi “daaaa Nazzziiiiooone”  detenuti dalla Bce.


Manifestare è un diritto, ma basta ai cortei a senso unico

Sia chiaro che non mi sfiora nemmeno l’idea che si possano imporre limiti alla libertà di tutti i cittadini di esprimere le proprie idee, il proprio pensiero, anche manifestando sulle pubbliche vie. 

E’ un diritto garantito dalla nostra Costituzione, e spero che a nessuno venga mai in mente di metterlo in discussione.

Ho solo il rammarico di una persona che, per mere questioni di età, di manifestazioni ne ha viste tante, di aver potuto constatare che le varie generazioni di coloro i quali si definiscono pacifisti si siano sempre mobilitate in contrapposizione alle decisioni americane, israeliane e dell’Alleanza Atlantica, e non abbiano mai avvertito la necessità di organizzare cortei indignati e avversi ai tagliagole dell’integralismo islamico,  agli Ayatollah che in Iran impiccano le ragazze che si tolgono il velo, ai macellai serbo-bosniaci che negli anni Novanta massacravano donne incinte, alle violenze di Hamas perpetrate in territorio israeliano il 7 ottobre scorso,   alle atrocità commesse dalle truppe di Vladimir Putin in terra Ucraina contro civili inermi, ed all’assassinio di oppositori come Navalny.

E peccato che, sovente, insieme agli striscioni reclamanti la pace e il cessate il fuoco, compaiano atteggiamenti violenti e illegali, tutt’altro, quindi, che pacifici e bucolici.

Anche tralasciando questo particolare non trascurabile che le manifestazioni sono sempre a senso unico, meglio in senso anti-occidentale, relativamente ai recenti fatti di Pisa, stigmatizzati dal Capo dello Stato, non va dimenticato che quel corteo non era stato autorizzato come previsto dalla legge.

A fare clamore è che ad essere coinvolti siano stati dai giovani liceali, ma ciò non può far dimenticare che se il diritto di manifestare è sacrosanto, esso va coniugato al dovere di mantenere l’ordine pubblico, anche nell’interesse di chi protesta.
La democrazia si regge su questi principi che, da liberal-democratico, sono per me imprescindibili.

In questo difficile gioco di equilibri, le Forze dell’ordine hanno il compito di far rispettare le regole ed i diritti, e il loro lavoro non va delegittimato, proprio perché assicura l’incolumità di tutti.

Mi rendo conto che non si tratta di un discorso facile, e che i manicheismi servono a poco, ma dobbiamo renderci conto che a quegli uomini e donne cui chiediamo di difendere la nostra sicurezza e le nostre proprietà, prima o poi bisogna dare delle “regole di ingaggio” ben chiare, e che siano valide sempre e ovunque.

Tutto il resto è solo bassa lotta politica, polemica pre-elettorale, degna di una classe dirigente screditata, buona solo ad accapigliarsi anche sui principi, per “qualche voto in più”.


Da “Cagoia” a “testa di gallina”

Infierire sull’avversario politico a mio avviso è sempre un indice di stupidità.

A maggior ragione se tu sei una sorta di Golia, ed il Davide che cerca di sfidarti è una donna. 

Al tycoon, tronfio nel suo immenso ego, deve aver dato così tanto fastidio che l’unica persona che ancora cerca di contrastare la sua candidatura abbia vinto a Washington DC, fra l’altro prima donna nella storia degli stati Uniti a vincere una tornata di primarie repubblicane, da offenderla a livello personale.

Oltre tutto la vittoria di Nikki Haley è puramente simbolica, dato che in palio c’erano solo 19 dei 2.429 delegati del Grand Old Party, ma tanto è bastato a “Ciuffo biondo” per definirla in un commento sprezzante “cervello di gallina”  e “la regina della palude”.

Tanto per dire “palude” è il termine con cui Trump definisce la Capitale degli Usa, e questo la dice lunga sul suo rispetto per le Istituzioni repubblicane. 

Siamo alla vigilia della Festa della Donna, e mi augurerei che le donne elettrici americane, soprattutto quelle di fede repubblicana, prendessero coscienza del livello di considerazione che Donald Trump riserva all’altra “metà del cielo”.

Tanti anni Gabriele d’Annunzio definì “Cagoia” l’allora Presidente del Consiglio Saverio Nitti.  In un altro contesto temporale, addirittura in un altro Continente, un candidato Presidente definisce l’avversaria “testa di gallina”.

Forse si tratta di un raffronto azzardato, ma lo “stile” è lo stesso.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)