Dracula alla Presidenza dell’Avis

di Umberto Baldo

Foto tratta dal web

Ogni tanto cerco di allargare i nostri orizzonti, come si diceva una volta “al di là delle Alpi”, perché la politica internazionale non solo offre spunti interessanti di riflessione, ma soprattutto perché ci fa intuire quale potrà essere il nostro futuro.
Oggi parto da una frase, estrapolata da un documento politico elaborato da un certo numero di Stati in un consesso internazionale che confesso mi era ignoto: «Chiediamo di raddoppiare gli sforzi verso la democratizzazione delle relazioni internazionali e il rafforzamento del multilateralismo e di un sistema multipolare, basato, tra l’altro, sul rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, nonché sul rispetto del principio della parità di diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, lo stato di diritto, la diplomazia, il dialogo politico, la tolleranza, la convivenza pacifica, il rispetto per la diversità, l’inclusività, una cultura di pace e non violenza e la dovuta considerazione per le differenze esistenti, che sono essenziali per lavorare insieme in modo costruttivo ed efficace su questioni di comune interesse e preoccupazione”.
Di primo acchito uno si chiede se ad esprimere questi concetti, questi nobili principi oserei dire, siano state figure come Papa Francesco, o il Dalai Lama, o guardando indietro Martin Luther King o il Mahatma Ghandi.
Immaginate il mio stupore quando ho constatato che sono il frutto della elaborazione di un gruppo di 19 Paesi, che hanno fondato nel marzo scorso un cosiddetto “Gruppo di amici in difesa della carta delle Nazioni Unite” (in inglese: Group of Friends in Defense of the Charter of the United Nations), che si sono ritrovati a livello ministeriale il 5 novembre in quel di Teheran.
Ma il mio stupore non proviene dai contenuti del documento, peraltro assolutamente condivisibili, ma dagli Stati che lo hanno sottoscritto e promosso.
Perché questi strenui sostenitori dei principi dell’Onu sono: Algeria, Angola, Bielorussia, Bolivia, Cambogia, Cina, Cuba, Corea del Nord, Guinea Equatoriale, Eritrea, Iran, Laos, Nicaragua, Palestina, Russia, Saint Vincent e Grenadine, Siria, Venezuela e Zimbawe.
Un colpo d’occhio eccezionale, un Parterre De Rois di autocrati a capo di regimi totalitari, un’ipocrita confraternita che predica la tolleranza e pratica la dittatura.
Già perché, a parte qualche eccezione quale Saint Vincent e Grenadine (quattro isolotti nei Caraibi di nessuna importanza) non occorre certo fare una classifica di quelli più repressivi all’interno, ed anche aggressivi all’esterno.

Xi Jinping – foto tratta dal web

Stiamo parlando di campioni della democrazia e della salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali quali: Vladimir Putin con la sua aggressione all’Ucraina, Xi Jinping con il genocidio degli Uiguri, Kim Jong-un, Ugo Chavez, Bashshar al-Asad, Ali Khamenei, Daniel Ortega, Teodor Obiang Nguema Mbasogo, Aljaksandr Lukasenko, solo per citare i più noti alle cronache quotidiane.
Come potete vedere, un vero e proprio club di gentiluomini, che dall’alto delle loro visioni e pratiche democratiche si sentono in diritto di dare lezioni al resto del mondo.
Se avete la pazienza di cercare in rete (www.tasnimnews.com) la dichiarazione finale dell’ incontro del 5 novembre nella capitale iraniana, e di leggere con attenzione i 24 punti di cui si compone, vi assicuro che ad una prima scorsa vi sembrerà di essere in presenza di un documento redatto da una congrega di pacifisti incalliti, preoccupati per di più della degenerazione dei rapporti fra Stati.
Così ad esempio al punto 5: “Chiediamo di raddoppiare gli sforzi verso la democratizzazione delle relazioni internazionali e il rafforzamento del multilateralismo e di un sistema multipolare, basato, tra l’altro, sul rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, nonché sul rispetto del principio della parità di diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, per lo stato di diritto, la diplomazia, il dialogo politico, la tolleranza, la convivenza pacifica, il rispetto per la diversità, l’inclusività, una cultura di pace e non violenza….
Faccio oggettivamente fatica ad inquadrare questo principio affermato per iscritto con l’aggressione russa basata sull’idea che “l’Ucraina è Russia”, o con le aggressive mire espansionistiche cinesi su Taiwan, o con i missili lanciati ripetutamente dalla Corea del Nord.
Mi piacerebbe in particolare chiedere allo zio Vladimir la sua interpretazione autentica del passaggio: ”…rafforzamento del multilateralismo e di un sistema multipolare, basato, tra l’altro, sul rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati…..”.
Scontati al punto 13 “l’incrollabile sostegno e la nostra solidarietà al popolo e al governo della Repubblica islamica dell’Iran, sottoposti a misure coercitive unilaterali, comprese sanzioni unilaterali imposte da alcuni paesi, che violano la Carta delle Nazioni Unite e le regole ei principi del diritto internazionale…” ed al punto 14: “esprimiamo la nostra incrollabile solidarietà al popolo e al governo della Repubblica di Cuba, che ha sopportato eroicamente l’impatto negativo del blocco economico, commerciale e finanziario impostogli dagli Stati Uniti per oltre sessant ‘anni..”.
Ironia della sorte, questa consorteria di “anime nobili” si è trovata a Teheran proprio nel pieno della rivolta delle ragazze e dei ragazzi iraniani contro le nefandezze del regime degli Ahyatollah, e della brutale repressione fatta di violenze fisiche, torture, incarcerazioni, stupri sistematici ad opera dei pasdaran, uccisioni e condanne a morte.
E ancora più ironico, e direi quasi grottesco, alla luce della “caratura democratica” dei membri è il fatto che si definiscono una convention di amici, denominata ufficialmente come abbiamo visto “Gruppo di amici in difesa della Carta delle Nazioni Unite”.
Ormai arrivato alla mia età, non sono molte le cose della politica che mi stupiscono.
Ma confesso che aver appreso della nascita di questo particolare gruppo di “amichetti della democrazia e del rispetto dei diritti umani” mi ha lasciato impietrito, è mi è venuta subito in ente la battuta di “affidare a Dracula la presidenza dell’Avis”.
Ma il mondo è fatto così, e chi ha avuto questa idea di costituire il Gruppo, sembra la Cina, dimostra di avere lo sguardo lungo, in vista di equilibri mondiali diversi, decisamente opposti a quelli propugnati dalle democrazie del mondo libero.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)