Ancora sulla riduzione delle giornate settimanali lavorative in Intesa Sanpaolo: la lettera di Umberto Baldo

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Caro Massimo

Anch’io come te, e sicuramente più di te essendo in pensione da più tempo, mi interesso delle vicende di banche e bancari solo per “curiosità intellettuale”.

Oltre a tutto, essendo fuori da anni dalle strutture sindacali, ho sempre meno punti di riferimento personali con cui confrontarmi.

Giocoforza quindi le informazioni le traggo dai social, della stampa, dai Siti delle Sigle più rappresentative.

Martedì, dopo lo scoop di Carlotta Scozzari, era inevitabile cercare di capire meglio la proposta di Intesa San Paolo, e le reazioni del Sindacato.

Lando Maria Sileoni – Segretario generale Fabi – foto tratta dal web

Come era inevitabile a tal fine ascoltare l’ampia intervista di Lando Sileoni, Segretario Generale della Fabi, su Radio Capital.

Devo dire che mi è sembrato di percepire nelle risposte di Sileoni una sorta, come dire, di imbarazzo.

Nel senso che non mi sembrava (ma ribadisco che si è trattato solo di una mia sensazione) il solito Sileoni arrembante, sicuro nelle risposte, come se l’articolo della Scozzari l’avesse in qualche modo spiazzato.

Chi conosce le liturgie e la ritualità delle trattive sindacali sa bene che su certi argomenti la riservatezza è quasi un obbligo, ma leader di lungo corso dovrebbero sapere altrettanto bene che le “fughe di notizie”, più o meno interessate, sono sempre possibili.

Per lunga esperienza, prima politica e poi sindacale, so bene che cercare la fonte, l’autore della “fuga”, è assolutamente impossibile.

A volte può aiutare seguire il filo del “cui prodest”, ma si resta sempre nel campo delle ipotesi, dei sospetti, dei “si dice”, mai confermati.

Nel caso di specie poi, viene spontaneo pensare: ma in fondo non è che sia stato svelato il “quarto mistero di Fatima”!

Alla fin fine si è reso noto che Intesa San Paolo, il più grande Gruppo bancario italiano ha presentato al Sindacato un’ipotesi per fare da apripista su una nuova articolazione dell’orario di lavoro, probabilmente nell’ambito di una più ampia trattativa sulla flessibilità.

Mi è venuto subito da chiedermi: Non è che si sia trattato della classica tempesta in un bicchier d’acqua?

In fondo dov’è la novità?

Sappiamo tutti che già il vigente Contratto Nazionale dei Bancari prevede all’art. 104 la possibilità di diversificare l’orario di lavoro, ed al comma 4 si spiega che l’orario settimanale è fissato in 36 ore nei casi di articolazione su 4 giorni (quindi 4 giorni per 9 ore), o su 6 giorni (quindi 6 giorni per 6 ore).

Lo ha ben ricordato lo stesso Sileoni nel corso della citata intervista, e allora viene ancora da chiedersi il perché di tutto il clamore sollevato dalla “rivelazione” della Scozzari, visto che la Banca sembra orientata a confrontarsi con il Sindacato al fine dell’attivazione di una norma finora generalmente disapplicata.

L’unica risposta che mi viene in mente è che il Sindacato da sempre vuole gestire direttamente ed in via esclusiva,  quindi senza intromissioni, la comunicazione con i lavoratori.

Carlotta Scozzari – giornalista gruppo Gedi- foto tratta dal web

Ed in questa logica sicuramente la fuga di notizie ha messo in imbarazzo i vertici del Sindacato, che della trattativa in corso non avevano fatto parola con le loro strutture, e di conseguenza con i lavoratori.

E per esperienza so bene quanto sia fastidioso per i Capi sentire le lamentele dei proprio quadri sul territorio relativamente al fatto che una certa notizia l’hanno letta sui giornali piuttosto che in una circolare interna magari “riservata”.

Venendo brevemente alla trattativa, era scontato che l’idea della Banca di limitare la possibilità di poter fruire dell’orario 4×9 ai soli uffici interni, escludendo quindi la rete delle filiali, trovasse l’ostilità del Sindacato, perché da sempre il “per tutti” rappresenta una sorta di “mantra” nel mondo sindacale.

Come è facile prevedere, in caso di accordo, le continue diatribe che si apriranno negli uffici  fra colleghi, e fra gli stessi ed il responsabile, per poter usufruire della giornata di riposo aggiuntiva il venerdì o il lunedì ( in fondo siamo o no il popolo dei “ponti”?).

Ma non ci vuole certo un genio per comprendere che i “veri” problemi si porrebbero per il Sindacato qualora la Banca tenesse duro nell’escludere, magari in una prima fase, la Rete da questa innovazione, perché mi sembra già di sentirle le lamentazioni dei colleghi e delle colleghe che operano agli sportelli, e questo le Segreterie lo sanno bene.

Onestamente, per quanto abbia riflettuto, non sono ancora riuscito ad individuare la “ratio”, le motivazioni, che spingono Intesa San Paolo ad introdurre questo nastro orario.

Sicuramente non sono risparmi energetici, visto che comunque gli uffici andranno riscaldati anche in presenza di meno personale.

Ma ho imparato che il perché di certe “novità”, anche se non lo si individua immediatamente, dopo qualche tempo si capisce chiaramente, e talvolta ci si accorge “dopo” che forse valeva la pena di andare più cauti.

Non so come finirà la trattativa in corso (che mi risulta sospesa per una fase di riflessione del Sindacato) ma so bene che se la Banca ha veramente l’interesse ad introdurre la nuova articolazione dell’orario, troverà il modo, venendo incontro alle richieste dei rappresentanti dei lavoratori, di portare a casa il risultato.

E poi il Sindacato ha imparato negli anni che irrigidirsi su richieste aziendali non è mai producente, perché finisci per pagarla in qualche altro modo.

Un’ultima notazione.

Lo scoop di Carlotta Scozzari,  inspiegabilmente commentato, come giustamente hai sottolineato,  solo dai Sindacati autonomi, è stato ovviamente ripreso da giornali e media.

Ma avrai notato che già il giorno dopo la notizia era sparita, segno che dell’orario dei bancari non frega nulla a nessuno, se non ovviamente ai bancari stessi.

Forse avrà suscitato qualche incazzatura e sicuramente un po’ di invidia in altri lavoratori, quelli che operano in settori meno protetti, quelli in cui l’orario di lavoro è spesso deciso dal “padrone”, quelli in cui il week end è un miraggio.

Ma questa è un’altra storia.

Grazie per l’attenzione, e un abbraccio.

Umberto Baldo


Caro Umberto,
in premessa vorrei ricordare che tutti possono scrivere e tutte le lettere verranno, come tutti i commenti sotto i post vengono pubblicati.
Che dire in risposta alla tua lettera.
Hai – come sempre centrato – le argomentazioni cardini di questa vicenda: l’informativa, riduzione per tutti, maggiore flessibilità, difficoltà del sindacato a rapportarsi con i propri iscritti, assenza completa di alcuni sindacati da questa vicenda.
Caro Umberto,
non so come finirà questa trattativa, mi auguro che si giunga ad un accordo – non facile – ma che sarebbe trainante e innovativo per tutto il settore.
Non concordo con te quando affermi che la notizia di questa trattativa non è stata poi ripresa dai media. Intanto Sileoni è stato intervistato da tantissimi giornali, radio e televisioni su questo tema. Se vai su google ci sono tantissime pagine di media e blog che parlano di questa vicenda.
E’ evidente – e qui concordo con te – che solo i settori “ricchi” come quello del credito e pochi altri – si possono permettere questi accordi. E che i problemi veri per i settori industriali saranno altri in questo autunno-inverno difficilissimo.
Per quanto riguarda i campi di applicazione. Nell’articolo A Banca Intesa Sanpaolo si discute della settimana lavorativa su quattro giorni: ci sarà l’accordo con il sindacato? avevo parlato delle criticità per poter applicare a tutti i dipendenti questa norma. Lo ribadisco: chi lavora in rete ha maggiori difficoltà di vedersi applicate le normative sull’orario e sulla sua distribuzione a causa degli orari rigidi delle filiali. Lo è sttao per lo smart working, lo è per la riduzione delle giornate lavorative settimanali.
Vedremo cosa partorirà questa trattativa.
Dal nostro osservatorio privilegiato non perderemo nessun passaggio.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)