Ve lo ricordate Ali il Comico?
Ma sì!
Al secolo faceva Muhammad Saʿīd al-Ṣaḥḥāf, ed era un politico diplomatico iracheno diventato famoso in quanto divenne l’anchor man della TV irakena ai tempi della Seconda Guerra del Golfo.<
Raggiunse l’apogeo della “comicità”, conquistando di diritto il soprannome per cui è diventato famoso, quando stava facendo un servizio da una delle piazze principali di Bagdad, e mentre sosteneva che gli invasori, americani e alleati, erano stati inchiodati a centinaia di chilometri dalla pronta reazione delle forze nazionali, alle sue spalle passò un panzer statunitense, con tanto di bandiera a stelle e strisce, e un marines stravaccato sulla torretta, che si fumava, tranquillo e soddisfatto un sigaro.
Una scena analoga l’ho rivista poco fa, sentendo il Capo dei servizi segreti esteri di Mosca, Serghei Naryshkin, scandire nel corso di una intervista televisiva: “Non penso che ci sia stato un complotto di qualche tipo. Ahimè, le persone hanno questa caratteristica: prima o poi la vita finisce e loro muoiono. Sì, Navalny è morto di morte naturale“.
E sì, caro Naryshkin, lo sappiamo tutti che “la vita è di per di se stessa una sindrome naturalmente infausta”, ma certo che se uno lo fai passeggiare all’alba senza cappotto, a 40 gradi sotto zero, in un gulag situato oltre il circolo polare artico, le possibilità che lasci prematuramente questo mondo aumentano di molto.
Beh, si dirà, così è quando l’informazione è prona al potere dei tiranni, e Putin è senz’altro un tiranno.
Come sappiamo tutti che la falsificazione delle informazioni oltre il limite del ridicolo, è una caratteristica delle dittature, di quei Paesi ove non esiste la libertà di stampa.
Ma a questo livello siamo alle comiche, alla parodia di uno Stato che i burattini di Putin stanno ridicolizzando di fronte al mondo.
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