I miei amici ucraini – come tanti – sono tornati a casa, nonostante i russi e le bombe

profughi ucraini che tornano a casa – foto tratta dal web

Oggi “Repubblica” pubblica un articolo dal titolo Profughi che tornano in Ucraina: “Meglio combattere per il mio Paese che vivere di elemosina in Italia”. L’articolo racconta di ucraini che dopo aver abbandonato la loro terra ritornano a casa per combattere o per cercare una nuova sistemazione visto che le loro case sono state distrutte dalla guerra e dai russi in particolare.
D’altra parte questo fenomeno era già stato segnalato dalle agenzie umanitarie – soprattutto quelle che agiscono in Polonia – dove hanno notato che da alcuni giorni sono più le uscite che le entrate nel territorio polacco.

Sono a conoscenza di questo fatto.

Nell’articolo del 24 febbraio dal titolo Io sto con Tania, Sofia, Zatla e… io sto con l’Ucraina ho raccontato dei primi giorni di guerra dei miei amici ucraini, delle donne e bimbi rifugiati in Polonia e gli uomini a casa a combattere o a difendere la propria città.

Ebbene queste famiglie sono rimaste in Polonia solo tre settimane. Il tempo per recuperare un po’ di forze, per cercare di tranquillizzare le bimbe e i bimbi che facevano fatica a dormire.

Ma quello che per loro poteva essere una “quasi vacanza”, (la mia amica Tania che non sta ferma nemmeno un secondo, cucinava per tutti i rifugiati), non poteva continuare, Troppa la nostalgia della propria terra e della propria casa.

A metà marzo ci hanno chiamato: torniamo a casa!!! Qui stiamo bene ma è meglio tornare a casa. A nulla sono valse le mie informazioni – all’epoca ancora nulla si sapeva di Bucha, delle uccisioni dei civili e degli stupri da parte dei russi – sulla pericolosità di un ritorno alle proprie abitazioni. Niente da fare.
Gli uomini hanno bisogno di noi, la nostra casa l’apriamo agli sfollati di Mariupol e Kiev“, queste le risposte.

Tania mi ha detto che la scena più struggente è stato quando la sua nipotina ha rivisto i suoi giochi, li ha toccati uno ad uno, in una morsa d’amore e di rabbia fortissima. Ecco, pensiamo – noi che in Italia discutiamo se bisogna abbassare o alzare la temperatura di un grado nelle nostre case – allo choc di questi bimbi che vedono con i loro occhi la guerra, la morte, la depravazione umana.

Non ho il coraggio di riportare cosa dice quel “buono a nulla” e “io sono io e voi non siete un cazzo” del Prof. Orsini o delle proposte di parte della Lega e del M5S di cedere il Donbass, la Crimea e altri territori ucraini ai russi a Tania ed agli altri miei amici ucraini. Spero non vedano la televisione italiana.

Comunque da metà marzo sono a casa. Hanno ripreso la vita – sotto le bombe – ma hanno ripreso a vivere come cittadini di una nazione democratica attaccata da un folle, nella propria casa, nella propria città.

Che coraggio, questi uomini e donne ucraine, che coraggio nel difendere la propria Patria.


La pagina IL MIO DIARIO DI UNA GUERRA VISSUTA DAVANTI AD UNO SCHERMO sulla guerra in Ucraina è sempre aggiornata – almeno una volta al giorno – con considerazioni, notizie e quanto altro.

L’articolo Ma quanto è complicato aderire a UnipolMove? è stato aggiornato al 20/4. L’odissea continua

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)