Pioggia di utili nelle banche. Giorgetti, tutti vogliono MPS: demagogia o illusione? Le prime 300 assunzioni nella banca senese


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Nel post del 7 febbraio Altro che Festival di Sanremo, il vero Festival sono gli utili delle banche avevo già evidenziato gli utili “monstre” realizzati dalle banche italiane.

Nel momento di scrivere quell’articolo erano stati approvati solo alcuni dei bilanci delle maggiori banche italiane e mi ero riservato di tornare sull’argomento, quando gli uffici studi dei principali sindacati italiani avrebbero riassunto i dati.

Invece – con grande anticipo – il Sole 24 Ore di oggi – con un articolo a firma di Alessandro Graziani (nella foto) – ci pone già una prima raccolta complessiva di dati. Graziani afferma che per il 2023 le banche italiane hanno fatto per utili per 22,5 (+64%) miliardi e per quest’anno è atteso il bis e che i ricavi da commissioni sono attesi in ripresa nella seconda parte dell’anno.
Nell’articolo Graziani afferma che: “Per le prime cinque grandi e medie banche italiane quotate in Borsa il 2023 è stato l’anno dei record storici per i profitti netti: 21,1 miliardi di euro (+64% rispetto ai 12,8 miliardi del 2022). Un dato aggregato a cui hanno contribuito gli 8,6 miliardi di utile netto di UniCredit, i 7,7 miliardi di Intesa Sanpaolo, i 2,05 miliardi di Mps, gli 1,5 miliardi di Bper e 1,26 di BancoBpm. Ampliando lo sguardo ai conti delle banche commerciali di stazza medio-piccola che hanno annunciato i conti finora, il saldo complessivo sale a 22,5 miliardi considerando gli utili di Popolare Sondrio (461 milioni) e Credem (562 mlioni) e a quelli delle più piccole ma redditizie Banco Desio (240 milioni) e Banca Ifis (160).A cui si aggiunge, anche se a livello simbolico più che quantitativo, il ritorno al profitto della ex Popolare di Bari (9,87 milioni). L’exploit dei profitti, alimentato in gran parte dalla crescita del margine di interesse che ha beneficiato, i margini d’interesse dovrebbero mantenersi su valori vicini a quelli dell’intero 2023. L’exploit dei profitti alimentato in gran parte dalla crescita del margine di interesse del rialzo dei tassi deciso da Bce, ha determinato – soprattutto per le 2 grandi banche – un incremento inatteso delle cedole e dei buy back azionari. A coronare l’anno d’oro delle banche italiane, è poi arrivato anche lo “storico” ritorno al dividendo di Mps dopo 13 anni di digiuno per gli azionisti“.

Vorrei fare una prima analisi. Sembrano spariti i problemi dei crediti deteriorati – in gergo NPL e UTP – non si parla più di credit crunch, i banchieri parlano solo di come retribuire gli azionisti, i soldi nei conti conti non vengono remunerati, le commissioni – cioè le spese che noi semplice cittadini paghiamo sui servizi bancari – sono destinate ad aumentare, il governo non ha voluto forzare sulla tassa dell’extra profitto. Quindi tutto bene “madame la marchesa?”
Continuerà così?

Ma veniamo a quanto detto dal Ministro del MEFGiancarlo Giorgetti (nella foto) – ieri durante un’audizione al Senato: “Tutti ora vogliono MPS“.
Bene, sarà vero?
Intanto prendo atto con grande soddisfazione che il Monte dei Paschi di Siena dopo 13 anni sia tornato all’utile e destini oltre 300 milioni come remunerazione ai propri azionisti, Fondazione compresa.

E’ stata una grande impresa quella di Lovaglio (nella foto) di riportare la banca senese all’utile. Tanto di capello, “chapeau” se vogliamo dirla alla francese. Non era facile, non era affatto scontato.

Ieri – sempre a Siena – è stato raggiunto un primo risultato da parte del sindacato: l’assunzione di 300 lavoratrici e lavoratori a fronte degli oltre 4.000 che sono usciti nel corso di questi travagliati anni.
D’altra parte lo avevo scritto più volte sul mio blog – ricordo anche l’intervista a Intervista a Maurizio Montigiani, Associazione dipendenti – azionisti del Monte dei Paschi di Siena del 27 novembre 2023 – che la situazione degli organici in MPS stava diventando davvero al limite della sopportabilità: chiusura di filiali con il conseguente spostamento di personale, trasferimento di personale dalla Direzione Generale alle agenzie, difficoltà di gestione del personale.

Quindi bene, un buon inizio e come afferma l’amico Carlo Magni (nella foto), segretario responsabile Uilca del gruppo e banca Mps, che “oltre ad alleviare le condizioni di lavoro dei colleghi, l’accordo restituisce, unitamente agli ambiziosi risultati reddituali certificati, una prospettiva di solidità e una serenità per il futuro della Banca, che mancavano da tempo“.

Ma torniamo alle affermazioni di Giorgetti.
Davvero tutti vogliono MPS? Certo, il Ministro ne saprà più di me – vedo, però, nelle sue parole molta demagogia.

E non è un caso che ieri anche altri esponenti della Lega – in primis il senatore Claudio Borghi (nella foto) – in uno dei suoi innumerevoli tweet giornalieri (circa 50/60 e noi lo paghiamo per fare il senatore e non l’influencer) lanciava lodi per le assunzioni, dimenticando che queste sono ancora parziali rispetto ai numeri concordati.
E allora chi vuole MPS?
Orcel – ceo di Unicredit – ha dichiarato più e più volte – che intende fare operazioni di M&A solo se creano valore e senza costi; Castagna – amministratore delegato di BancoBPM – esclude categoricamente l’interessamento della banca di Piazza Meda, Montani – amministratore delegato di BPER – è ancora alle prese con le problematiche conseguenti all’inglobamento di Carige ed è ancora in bilico per la sua riconferma, Carlo Cimbri – Presidentissimo Unipol – sembra più interessato al futuro di Pop.Sondrio e di BPER, piuttosto che interessarsi della banca senese.

Seconda mia valutazione. Ora – lo ripeto per l’ennesima volta – se MPS è stata risanata, nessuno vieta che la banca possa riprendere un proprio percorso di rilancio e crescita restando da sola.
Chi lo vieta?
Se il governo Meloni vuol fare fare cassa per rientrare nei canoni del nuovo Patto di Stabilità, potrebbe mettere sul “tappeto” un’altra tranche di azioni in suo possesso e lasciare che il mercato faccia il proprio corso.

Non è un caso che ieri Giuseppe Castagna (nella foto) – con grande enfasi – ha dichiarato: “Il terzo polo bancario in Italia c’è già, è Banco Bpm. Con il nuovo piano strategico abbiamo intrapreso un percorso che, nelle nostre ambizioni, ci porterà da un lato a fissare una struttura di conto economico che sostenga la sistematica creazione di valore per tutti gli stakeholder, dall’altro a consolidare la nostra posizione di terzo polo bancario“.

Discorso chiuso? No assolutamente, però …


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

3 Risposte a “Pioggia di utili nelle banche. Giorgetti, tutti vogliono MPS: demagogia o illusione? Le prime 300 assunzioni nella banca senese”

  1. Carissimo,
    ho letto. Siamo davvero al limite della provocazione e dell’arroganza padronale. Erano anni che non leggevo considerazioni aziendali di questo genere. Davvero preoccupante il clima sindacale che vivete in Unipol.
    Sarà in grado il sindacato di ribattere?

  2. Visti i precedenti ne dubito fortemente. Anche il tono del comunicato mi sembra molto rassegnato.

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