Questa mattina moltissimi giornali riportano ampi stralci dell’intervista rilasciata da Andrea Orcel – ceo di Unicredit – al giornale tedesco Handelsblatt.
Cosa ha detto – in pratica – Orcel? Cose molto semplici e lineari:
– “una crescita della quota di mercato in Germania sarebbe un bene per il gruppo“
– “fusioni e acquisizioni possono essere un acceleratore della crescita e creare valore aggiunto per l’istituto a determinate condizioni“
– “Il mio grande obiettivo è diversificare ulteriormente i nostri flussi d’ entrate per diventare una banca
europea a tutti gli effetti“
– i contatti con Commerzbank: “Non c’è stata una comunicazione più stretta su questo“
– sull’uscita dal mercato russo: “Siamo alla ricerca di opzioni per un’uscita fin dal primo giorno di guerra. Abbiamo esaminato una serie di opzioni, ma i limiti stanno aumentando poiché il numero
di società sanzionate continua a crescere“
Direi che le parole del “Ronaldo dei banchieri” – visto le ultime scarse perfomance del giocatore che gioca nel Manchester proporrei di cambiargli nome, non so il Mbappè dei banchieri – rappresentano verità assolute.
Ma c’è un ma. Ho scritto più volte sul mio blog che esiste una serie di giornalista – che si definiscono esperti di economia – che non vedono l’ora che qualcuno pronunci la parola fusione e quando nessuno la pronuncia – pur di scrivere un pezzo – Io inventano o fanno “voli pindarici”.
Io li chiamo giornalisti-fusionisti che si contrappongono ai giornalisti-seri.
Perchè questa filippica? Perchè in alcuni articoli – non faccio nè nomi nè cognomi – qualche giornalista-fusionista ha visto (ma che lenti grandi hanno questi giornalisti) nelle parole di Orcel un nuovo interessamento a MPS e BancoBPM se non addirittura a BPER e ipotizzando addirittura qualche operazione a tre o a quattro.
Farebbero bene a rileggere le ultime dichiarazioni di Orcel: “Le acquisizioni sono al momento difficili per due motivi, l’oscillazione del corso azionario delle banche, e queste oscillazioni non procedono sempre in modo parallelo. Inoltre, nessuno può prevedere quanto saranno forti le conseguenze della guerra in Ucraina“.
Come dargli torto.
Nel frattempo Matteo Salvini – un altro che di banche se ne intende – ha dichiarato – ma siamo in campagna elettorale e cazzate vengono sparate a più non posso – che si augura che MPS possa diventare il terzo polo bancario italiano e aiutare le PMI. A parte il fatto che di questo auspicio se ne parla da anni e i tanti aumenti di capitale non sono riusciti a guarire il grande malato, è noto che #salviniportasfiga e quindi se fossi in Lovaglio toccherei … ferro, visto che si trova a Londra per cercare finanziatori per l’aumento di capitale.
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