Lavori in corso: MPS alla ricerca dei “partner titubanti” e Intesa Sanpaolo sulla riduzione dell’orario settimanale

immagine tratta dal web

Si lavora alacremente in Monte dei Paschi di Siena e in Intesa Sanpaolo per raggiungere due obiettivi completamenti diversi e lontani: nella banca senese si lavora per la sopravvivenza e per far andare in porto l’aumento di capitale e in ISP si lavora all’accordo per ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni.

Cominciamo, naturalmente, dal Monte dei Paschi di Siena.

Leggendo le notizie delle agenzie di stampa, sembra di essere su una giostra: accordo vicino, accordo lontano, si farà l’aumento, non si fa, occorre il piano B, ecc., peggio delle montagne russe di Gardaland.
Anche le notizie di oggi non sono tranquillizzanti.
Ieri sera il cda di MPS non è riuscito a chiudere con il consorzio di banche che deve garantire – oltre il 64% dello Stato – l’aumento di capitale.

Luigi Lovaglio – ad MPS

Lovaglio sta lavorando – dicono i bene informati – giorno e notte per arrivare a trovare “sostenitori” per l’aumento di capitale, le cifre ballano ancora e gli accordi devono essere ancora firmati.
Si spera che nella giornata o nottata di oggi si possa arrivare ad una soluzione definitiva anche perchè la dead line del 17 ottobre – data di inizio dell’operazione di aumenti di capitale – si sta avvicinando rapidamente.


Per quanto riguarda la trattativa in corso – a parte l’ottima visualizzazione dell’articolo di ieri A Banca Intesa Sanpaolo si discute della settimana lavorativa su quattro giorni: ci sarà l’accordo con il sindacato? favorita anche da molti silenzi sindacali, ad esclusione di Fabi e Fisac/Cgil – dalle notizie che ricavo dalla stampa è che c’è un grande interesse dei media per questa trattativa, dall’altra si registra uno stop o quanto meno una pausa di riflessione da parte del sindacato.

Emilio Contrasto – Unisin – foto tratta dal web

Queste riflessioni sono state annunciate dai due leader dei sindacati autonomi: Sileoni per la Fabi e Contrasto per Unisin.
I problemi sul tappeto sono quelli che avevo già sottolineato ieri: garanzie per il giorno di recupero, allargamento a tutti della possibilità della settimana “cortissima”, buono pasto, costi e flessibilità.
La proposta aziendale è stata definita inaccettabile da parte sindacale che riportiamo nei punti salienti, come da comunicato sindacale:
• crea ulteriori differenze tra i Colleghi di Rete e quelli di Governance;
• il 4×9, come il lavoro flessibile, sono modalità lavorative compatibili con l’attività delle filiali, se non già da oggi potranno esserlo nell’immediato futuro in tutte le realtà e comunque, essendo volontarie e prevedendo una valutazione aziendale ad hoc per ogni singola richiesta, non giustifica l’esclusione a priori di alcune categorie professionali!
• In una platea di oltre 70mila persone non si devono introdurre elementi divisi ma lavorare per l’inclusione, ferma la specificità delle varie attività.

Come si può evincere le posizioni sono ancora lontane ma le trattative servono proprio ad avvicinare le parti.

Infine una considerazione polemica.
Le uniche dichiarazioni riportate dai giornali sono quelle di Sileoni (Fabi) e Contrasto (Unisin) che si sono esposti su questa vicenda.
E il sindacato confederale dov’è, visto che quello dell’orario di lavoro è una materia tipicamente confederale?


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)