Il Ministro Franco in Commissione Banche! Altra audizione, altro giro, altra corsa. Nessun veto sulle banche straniere

di Umberto Baldo e Massimo Masi

Il Ministro Franco – foto tratta dal web

Premessa
Stamattina leggendo la rassegna stampa – o per meglio dire le segnalazioni di articoli che alcune anime buone mi comunicano – avevo pensato di scrivere un articolo sull’audizione di ieri del Ministro Franco. Poi in mattinata – più veloce della luce è arrivato il post di Umberto Baldo. Quindi ho pensato di scrivere questo articolo prendendo le sue giuste considerazioni allargando un po’ l’orizzonte con quanto pubblicato da alcuni giornali on line che ormai rappresentano più il gossip finanziario che la realtà.


Poco meno di un mese fa, il 29 marzo, commentavo in un blog dal titolo “Daniele Franco. Mps ed il Principe azzurro che non c’è”, l’audizione del Ministro del Tesoro Daniele Franco avanti le Commissioni riunite di inchiesta sul sistema bancario e finanziario di Camera e Senato.
Velatamente sottintendendo la sostanziale ininfluenza e inutilità di dette audizioni, scrivevo queste parole: “Ma cosa volete, i Parlamentari che ormai non hanno altra funzione reale se non quella di andare a schiacciare il pulsante quando il Governo pone la fiducia, avranno pur diritto ad avere qualche momento in cui sentirsi importanti? Evidentemente la ricca prebenda che incassano mensilmente, unitamente al resto di benefit, non sono del tutto appaganti per i nostri “onorevoli”, per cui volete toglierli la soddisfazione di convocare un Ministro, illudendosi di metterlo in croce a suon di domande?
Appare chiaro che i nostri Parlamentari, legittimamente intendiamoci, non la pensano così, e martedì 26 aprile è andata in scena un’altra audizione.
Indovinate con chi?
Ma ancora con il Ministro Franco, e oltretutto sugli stessi temi che erano stati trattati nella precedente audizione di un mese fa.
Può essere che il motto della Commissione d’inchiesta sia “repetita iuvant!”
Questa volta non ho dovuto basarmi sulle cronache giornalistiche, perchè su YouTube ho trovato il filmato completo dell’audizione stessa, e me lo sono sciroppato per tutta la sua durata, esattamente 1 ora, 47 minuti e 36 secondi.
Voglio iniziare con qualche nota di colore.
Uno potrebbe pensare che un Ministro del calibro e dell’esperienza di Daniele Franco ad un’audizione del genere vada con uno o al massimo due accompagnatori.
Invece a inizio riunione la Presidente Carla Ruocco ha elencato, ringraziandoli per la loro presenza, le persone che erano al seguito del Ministro, e cioè:
Dott. Stefano Cappiello, Direttore Direzione V Dipartimento del Tesoro
Dott. Filippo Giansante, Direttore Direzione VII Dipartimento del Tesoro
Dott.ssa Luisa Carpinelli, Consigliera del Ministro
Dott. Lorenzo Salvia, Portavoce del Ministro
Gen. Mario Salerno, Aiutante di campo
Dott. Silvio D’Amico, Dirigente Ufficio II del Tesoro Direzione V Dott. Vincenzo Testa,Consulente dipartimento del Tesoro direzione V
Antonio Malaschini Consigliere

Una bella task force, non trovate?
Non vi nascondo che, fra tutti, mi ha colpito la presenza del Generale Salerno, aiutante di campo!
Neanche si prevedesse uno scontro a fuoco con i Commissari!
Per completezza di informazione sono anche andato a vedermi la composizione della Commissione, e quindi vi riporto i nomi dei Parlamentari, senza distinguere fra senatorie e deputati, e senza riportare il partito di appartenenza ( che se proprio vi interessa lo potere trovare in Rete):
Ruocco Carla (Presidente), D‘Ettore Felice Maurizio, Laus Mauro Antonio Donato, Foti Tommaso, Bagnai Alberto, Buccarella Maurizio, Calderoli Roberto, Castiello Francesco, De Bartoldi Andrea, Dell’Oglio Gianmauro, Di Piazza Stanislao, Ferrazzi Andrea, Ferro Massimo, Lannutti Elio, Marino Mauro Maria, Paragone Gianluigi, Pellegrini Marco, Perosino Marco, Pesco Daniele, Quagliariello Gaetano, Rivolta Erica, Schifani Renato, Steger Dieter, Buonpane Giuseppe, Buratti Umberto, Centemero Giulio, Cestari Emanuele, Coin Dimitri, D’Alessando Camillo, Fassina Stefano, Maniero Alvise, Martino Antonio, Pagano Ubaldo, Raduzzi Raphael, Rizzone Marco, Tabacci Bruno, Vazio Franco, Zanettin Pierantonio, Zanichelli Davide, Zennaro Antonio.
Dopo aver visto il parterre dei partecipanti vediamo i contenuti dell’audizione, che è bene ricordare aveva come oggetto le problematiche del Monte dei Paschi e della Banca Popolare di Bari.
Dopo una breve introduzione sul Sistema bancario italiano, che secondo il Ministro anche in questo periodo travagliato presenta indicatori di solvibilità e di redditività in linea con l’Europa, calandosi nella realtà delle due banche in difficoltà, in linea generale ha detto che l’uscita dello Stato da queste aziende deve avvenire in modo sostenibile.
In particolare sulla situazione di Mps, Franco ha osservato che la Banca presenta una maggiore debolezza rispetto ad analoghe aziende italiane; che quest’anno è prevista una chiusura in perdita, mentre il ritorno all’utile dovrebbe avvenire nel 2023.
Proseguendo nell’esposizione, ma rispondendo anche a domande dei commissari, il Ministro ha confermato che l’aumento di capitale “va realizzato nel 2022”, e solo dopo tale operazione, di cui ovviamente si terrà conto nel determinare il valore di vendita, e dopo l’avvio delle iniziative di contenimento dei costi e miglioramento dell’efficienza definite dal piano industriale, il Ministero valuterà l’uscita dalla Banca.
Sul come Franco ha detto che «Il Mef, come investitore paziente, deve prestare la massima attenzione affinché i piani e le strategie ed eventualmente l’uscita dello Stato avvenga in modo sostenibile per aziende e per sistema economico».
Nessun ripensamento, nessun cedimento a qualsiasi ipotesi stand alone, chiaramente scartata con queste parole: “La presenza dello Stato nella partecipazione delle banche deve essere temporanea, e non deve alterare la concorrenza, deve cedere la proprietà in un lasso di tempo concordato”.
Franco ha inoltre ribadito che “I tempi di dismissione di Mps dipenderanno dai progressi del Piano, obiettivo è salvaguardare i livelli occupazionali, tutelare il marchio e salvaguardare il legame di Mps con il proprio territorio. La dimissione deve assicurare un futuro a Mps. Obiettivo del Mef è conseguire una congrua dilazione che sia un margine di tempo adeguato per effettuare l’ operazione di dismissione della partecipazione di Stato”.
Fermo il Ministro anche nella posizione che la ricapitalizzazione deve avvenire sul mercato, quindi con l’intervento determinante di soggetti privati.
Sulla questione dei movimenti di Banche straniere sul nostro sistema (leggi da ultimo Crédit Agricole su Bpm) sollevato da un Commissario, il Ministro dopo aver osservato che “ci muoviamo in un contesto europeo integrato, ha sottolineato che è importante che vi siano operatori stranieri che operano in Italia, ma che vi siano anche operatori italiani che operano all’estero. Avere una pluralità di soggetti, anche stranieri, può rappresentare un aspetto positivo, perchè aumenta l’offerta dei servizi e contribuisce a contenere i costi. L’importante è che rimangano centri decisionali in Italia, e che simmetricamente le nostre aziende siano presenti all’estero“. Sembrerebbe di capire che, almeno in teoria, per Franco non ci sarebbero problemi ad un eventuale ingresso di una banca straniera in Mps.
L’importante per il Tesoro è “non svendere”, e sulla questione dell’eventuale terzo o quarto polo bancario, che secondo lui aiuterebbe a mantenere un adeguato livello di concorrenza, il Ministro ha detto chiaramente che spetta ai privati eventualmente interessati farsi avanti.
A questo punto mi sembra di avervi detto tutto!
Immagino che qualcuno di voi stia pensando; ma di fatto sono le stesse cose che ci siamo sentiti dire a fine marzo, nella penultima audizione avanti alla stessa Commissione bicamerale!
Non posso che essere pienamente d’accordo con voi, ma il problema non è nostro, semmai dei nostri parlamentari che per sentirsi importanti sembra che ogni tanto abbiano bisogno di sentirsi ripetere le solite manfrine.
Alla prossima audizione!


Quindi, caro Umberto, hai bene interpretato il Franco pensiero, a differenza di quanto scritto – ad esempio – da Start Magazine – che in un articolo a firma Francis Walsingham (boh?) invece si celebrava una santa alleanza fra le banche italiane contro “lo straniero cattivo” e avrebbero recapitato questo forte messaggio al Ministro Franco.
Delle due l’una: o il messaggio non è arrivato e si è perso nei meandri della burocrazia (vedi anche gli incartamenti del processo a carico dei genitori di Renzi, miracolosamente smarriti) oppure – cosa che mi apre più ovvia dalle dichiarazioni di Franco – non c’è nessun ostacolo a questa EVENTUALE operazione tra Credit Agricole e BancoBPM.
E ripeto eventuale.

Francis Walsingham – immagine tratta dal we

D’altra parte caro Umberto quanto scritto dal fantomatico Francis Walsingham (Francis Walsingham è noto per essere stato uno dei maggiori diplomatici dell’epoca di Elisabetta I Tudor: a lui si deve una linea politica pervicacemente antispagnola, con la quale dimostrò di essere uno fra i primi a comprendere il potenziale della flotta inglese come strumento di potenza militare mondiale) fa il paio a quanto affermato da esponenti di vari settori che sanno cosa c’è sotto a questa operazione ma non lo dicono. E anche questa dichiarazione fa pendant con l’articolo su La Verità – Affari di Cirino Pomicino che ci ha raccontato come sono andate le cose, dopo anni, al Monte di Paschi di Siena, scrivendo cose ovvie e risapute.
Insomma sempre più articoli di gossip e meno articoli di sostanza.
Quindi per il momento non si vede nessuna santa alleanza all’orizzonte ma un continuo monitoraggio della situazione bancaria anche alla luce di quanto sta avvenendo nel mondo politico ed economico (leggasi guerra in Ucraina) e sugli aspetti delle novità sul terreno delle Assicurazioni (vedi mio articolo di ieri Bancassurance è il nuovo modello della finanza bancaria e assicurativa italiana?), come mi ha confidato uno dei pochi amici banchieri con il quale mi sento.
Sempre nell’articolo di Start Magazine si parla della questione BNL.
Sono ormai fuori da troppo tempo dal giro sindacale per poter parlare di questa questione dei permessi sindacali. Ai miei tempi – e di questo ne sono certo, conservo le carte – l’utilizzo delle cedole da parte dei sindacalisti BNL della mia ex sigla erano controllate e giustificate e certamente nessuno guazzava nell’oro per la loro scarsità.
Per quanto riguarda poi la critica al sindacato interno per non aver fatto accordi sull’esternalizzazione sono proprio d’accordo con i sindacati interni. Se non c’è la volontà della controparte di trovare soluzioni è meglio rivolgersi alla Magistratura e se i sindacati interni – mi sembra anche appoggiati dai nazionali – non hanno stipulato un accordo credo che le ragioni siano evidenti.
In ultimo, altra imprecisione da parte del “diplomatico di Elisabetta 1“: … il congresso della Uilca si svolgerà entro l’estate … ha scritto, invece si svolgerà nel primo autunno (26-29 settembre così mi risulta consultando il sito) dato che l’estate – nell’emisfero boreale – inizia il 21 giugno e termina il 23 settembre!


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)