Via, non facciamo le vergini violate!

di Umberto Baldo

foto tratta dal web

Credo che nessuno abbia descritto in parole semplici il meccanismo del Superbonus 110% meglio di Stefano Feltri, direttore del quotidiano Il Domani, nel corso della puntata di Omnibus del 14 settembre scorso. 

Ecco le sue parole (fonte Il Tempo): “Il Superbonus funziona in modo che se io e Armando Siri andiamo al ristorante il conto lo mandiamo a Giuseppe Provenzano. Chiaramente ordiniamo champagne e aragoste e lui paga tutto. Questo è il meccanismo del superbonus, grazie che sostiene l’edilizia, anche la formulazione di un bonus ristorante sosterrebbe la ristorazione, ma sarebbe comunque uno spreco. E si generano anche frodi, è come se io e Siri mandassimo il conto del ristorante a Provenzano senza aver mangiato niente. Conte ha deciso di cercare i voti della lobby dell’edilizia e di intestarsi il più grande spreco di soldi pubblici della storia della Repubblica, oltre 35 miliardi che hanno finanziato 244mila interventi, quindi pochissimi, solo il 15% sono condomini, il resto case private. A Roma  i grandi imprenditori hanno rifatto tutte le facciate con i bonus edilizi, non esattamente il tipo di uso che si doveva fare delle tasse”

Troppo è stato scritto su questa misura che è stata ed è ancora uno dei provvedimenti bandiera del Movimento 5 Stelle, che non vale la pena ritornarci su. 

Basti dire che, a mio avviso, si tratta di uno dei più fulgidi esempi di cosa comporti l’improvvisazione al potere, in termini di danni per i contribuenti, e qui mi fermo. 

Come noto, a fronte delle truffe colossali denunciate dal Ministero dell’Economia, e suffragate dai sequestri miliardari effettuati dalla Guardia di Finanza, il Governo Draghi aveva posto dei paletti piuttosto consistenti al “mercato” dei crediti fiscali, fissando anche il principio della responsabilità solidale fra cedenti e cessionari. Poiché era inevitabile che i cessionari più attivi fossero le Banche, queste a fronte delle normative restrittive, avevano reagito bloccando di fatto gli acquisti dei crediti fiscali delle imprese di costruzione, molte della quali sono andate in crisi di liquidità. 

Ha voglia adesso Giuseppe Conte a dire che il M5S non ha mai affermato di voler bloccare il Decreto Aiuti, e di aver semplicemente proposto un emendamento che proponeva di “cancellare ogni responsabilità per la cessione dei crediti legati al Superbonus”. 

Lo ha fatto ben conscio che in Aula quasi sicuramente lo avrebbero votato tutti i Partiti, anche contro il volere del Governo: perché la misura è popolare, e nessuno si poteva permettere di bocciarla a dieci giorni dalle elezioni. 

Com’era prevedibile si è arrivati al compromesso imposto dei Partiti, che Draghi ha dovuto accettare “obtorto collo”, che circoscrive la responsabilità in solido per la cessione dei crediti fiscali “asseverati” ai casi di dolo o colpa grave (mentre per le detrazioni antecedenti alle misure antifrode si potrà ricorrere a una asseverazione “ora per allora”). 

Non mi ha quindi stupito la nota con cui il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli ed il Direttore Generale  Giovanni Sabatini hanno commentato: “L’approvazione dell’emendamento al decreto legge Aiuti bis in tema di cessione dei crediti è un passo in avanti e può contribuire a riavviare il mercato dei bonus”. Ma con la chiosa: “È ora importante che l’Agenzia delle Entrate adegui il contenuto della Circolare dello scorso giugno, in modo che si creino le condizioni più favorevoli”

Immagino, ma potrebbe essere una mia interpretazione malevola, che ciò voglia dire: Vogliamo vedere scritta nero su bianco anche da parte dall’Agenzia delle Entrate l’esclusione di ogni nostra responsabilità in caso di acquisto di crediti frutto di truffe o malversazioni

Non c’è alcun dubbio che questa modifica parlamentare possa riavviare il mercato dei crediti di imposta, con le Banche come soggetti attivi, ma cosa volete, mi rimane inevasa questa serie di domande. 

Ma dov’erano le Banche quando sono state messe in atto tutte le truffe scoperte dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza?

Possibile che le Banche, solitamente molto attente nella concessione di un prestito ad un cittadino comune, si siano lasciate prendere la mano quando davanti si sono trovate imprese edilizie? 

Possibile che gli Istituti di credito non si si siano accorti che negli ultimi due anni in Italia sono nate dal nulla 30mila imprese edili, con un trend di crescita che non può avere altra spiegazione se non quella di sfruttare il Superbonus 110%? 

Possibile che non abbiano mai letto le denunce, gli allarmi lanciati dall’Ance (Associazione dei costruttori edili)? 

Per fare un solo esempio il 28 novembre 2021 il Presidente dell’Ance veneziana Giovanni Salmistrari metteva in guardia chi doveva restaurare casa, evidenziando che “i raggiri si nascondono dietro vari comportamenti: da chi incassa l’anticipo e poi scappa a chi, per accreditarsi, addirittura arriva a modificare con photoshop le facciate di edifici per presentare i risultati di un lavoro fatto a regola d’arte e che invece non corrisponde al vero”. 

Ma Salmistrari andava ben oltre, dicendo che: «Bisogna vedere innanzitutto l’anno in cui è stata costituita la società. Se qualche impresa è “nata” nel 2020, allora vuol dire che si è costituita solo per i bonus. Oltre a questo, capire l’organico medio e magari dare una telefonata alle associazioni di categoria per verificare che siano imprese serie. Non che chi non sia iscritto non lo sia, ma almeno è una sicurezza in più. Nell’ultimo anno in Veneto sono nate oltre mille imprese di costruzioni, la maggior parte senza alcun dipendente». Questa prassi, su cui l’Ance sta vigilando, ha “costretto” il Governo al “decreto antifrodi” del 12 novembre”. 

Possibile che, prima di acquistare un credito fiscale, gli Uffici preposti di una Banca non abbiamo effettuato almeno una visura camerale per vedere chi era il cedente, ed in particolare se si trattava di un’impresa nata da pochi mesi, magari con un capitale sociale irrisorio, e magari solo con un paio di dipendenti impegnati nel settore amministrativo? 

Possibile che nessuno nelle Banche si sia reso conto che in termini percentuali il maggior numero di nuove imprese edili si è avuto nelle regioni Meridionali, Campania, Lazio, Sicilia, Puglia? 

Via ragazzi, qui non si tratta di voler fare di ogni erba un fascio, e sicuramente ci sono state Banche che (parole dell’Agenzia delle Entrate) : “hanno agito proattivamente con dettagliate check list (reperibili sui siti internet istituzionali), al fine di acquisire comunque documentazione volta a verificare la spettanza del credito, a prescindere dal posizionamento della catena di cessione (primo cedente oppure cessionario intermedio), servendosi anche di società di revisione esterne, ed evitando in tal modo di acquistare crediti per i quali sono emersi problemi relativi alla normativa antiriciclaggio (mancanza di permessi edilizi, progetti, certificazioni, relazioni asseverate, bonifici bancari, fatture, ecc.)”. Ovvero, hanno controllato, per proprio conto, in assenza di controlli”

Ma almeno si abbia il coraggio di dire che così non si sono comportati tutti gli Istituti, tutti i cessionari, altrimenti non si spiegherebbero i 2,3 miliardi di euro di sequestri preventivi per truffe legate ai bonus edilizi, mentre l’Agenzia delle entrate stima che la quota di crediti inesistenti già ceduta sia pari a 4,4 miliardi su un totale di 38,4 miliardi. 

Diciamo che è andata così perché la legge era stata scritta con i piedi, e si è creduto bene di approfittare del fatto che “tanto paga Pantalone”. 


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)