Smart working in UnipolSai? Mission impossible…

Sede Unipol – Bologna – mia foto

Questo è uno degli articoli più letti del mio blog. Un aggiornamento di questo post lo trovate qui Unipol: utili, aumento delle polizze, partecipazione con Musk, ma lo smart working rimane “mission impossible”


Tante sono le cose che sembrano impossibili da applicare in Italia. Fra queste c’è – sicuramente – lo smart working nel gruppo Unipol.
Mi sono già occupato moltissime volte di questo argomento, ma ormai questa saga ha superato quella di Tom Cruise nella serie dei film Mission impossible.

Cosa è successo dal 5 gennaio, giorno dell’ultimo articolo su questo argomento?
Intanto il risveglio del sindacato.
Il giorno 11 gennaio le organizzazioni sindacali hanno scritto perfino al Presidente del Consiglio Mario Draghi e per conoscenza ai ministri Orlando e Brunetta per chiedere un intervento diretto per perorare la causa dello smart working.
Non sappiamo se Super Mario Draghi ha avuto il tempo o la voglia di rispondere alle Organizzazioni sindacali. Resta – comunque – l’atto formale di messa in stato di accusa di una delle principali assicurazioni del nostro Paese.
Vale la pena di ricordare anche un’altra iniziativa datata 14 gennaio 2022 da parte degli RLS (Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza) del Gruppo Unipol .
In quella data gli RLS hanno scritto ai rappresentanti dell’Azienda le criticità del divieto di lavorare in smart working. Da notare la conclusione della lettera dei Rappresentanti della Sicurezza: Riteniamo che l’obbligo di espletare la mansione lavorativa in presenza per l’intera settimana non sia in alcun modo compatibile con la logica della piena tutela della salute dei dipendenti, né della prevenzione del contagio sia all’interno degli uffici che durante il tragitto casa/lavoro. (1)

Un’altra notizia sullo stato della vertenza nel Gruppo Unipol ci è fornita dall’agenzia di stampa Dire (2). L’agenzia di stampa comunica che anche l’ausl di Bologna si è mossa. “La Fisac-Cgil di Unisalute infatti ha informato i suoi iscritti che “a seguito della segnalazione inviata dalle Organizzazioni sindacali, giovedì scorso, 13 gennaio, ha avuto luogo l’ispezione degli incaricati dell’Ausl” di Bologna. I funzionari dell’Azienda hanno chiesto di avere entro nel giro di pochi giorni tutta una serie di documenti (verbale di costituzione del Comitato Covid-19 delle società; documento sul funzionamento dell’impianto di ventilazione e ricircolo dell’aria; prospetto e registro di controllo sui filtri dell’aria; contratto delle pulizie ordinarie e straordinarie; verbali o registri di sanificazione straordinaria a seguito dei casi Covid-19 riferiti all’ultima settimana; procedure di sanificazione a seguito di casi di positività Covid-19). E ora la Cgil attende il ‘verdetto’ dell’Ausl.

Ecco – come al solito – la mia chiusa di questo post non è diverso dagli altri.
Ma perché e per quali motivazioni Carlo Cimbri è voluto arrivare a questo scontro totale nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei sindacati e degli RLS? Perchè?

Inoltre mi sovviene un’altra domanda. Perchè così poco risalto sui siti nazionali dei sindacati confederali di categoria (ad esclusione in parte della Fisac/Cgil) e il silenzio dei sindacati CGIL CISL UIL?
Credo ne parlerò nella prossima puntata.

Da Mission Impossible: “Mio caro Hunt, questa è Missione Impossibile, non missione difficile….Difficile sarebbe uno scherzo per lei!”

Note a piè pagina
(1) questa lettera è stata rintracciata sul sito www.fisac-cgil.it
(2) Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

2 Risposte a “Smart working in UnipolSai? Mission impossible…”

  1. La ragione per cui l’Ad di Unipolsai non ha “concesso” lo SW è principalmente perché, a differenza di quello che comunemente si richiede, il gruppo dirigente , formato a immagine e somiglianza del numero 1, ha una cultura aziendale antiquata, per la quale basta una riverniciata di verde e di sociale (non costa niente piantare due alberelli o sbandierare qualche iniziativa sociale) e si è pronti per la photo e “net” opportunity da vendere ad una stampa compiacente (del resto Unipolsai fa tanta pubblicità e l’Ad è nel cda del Corriere..). Da condividere la Sua perplessità sul silenzio della triplice… nulla di nuovo, però…i dipendenti Unipolsai hanno avuto modo di rilevare, nel corso del tempo, una certa “magnanimità” sindacale da Roma verso i vertici del gruppo bolognese, al punto , direi di vanificare le, pur limitate lotte svolte. La situazione è anche figlia dei limiti del sindacato interno, che non ha mai inteso portare l’iniziativa su di un piano più moderno, legato maggiormente alla contestazione pubblica e sistematica delle contraddizioni del gruppo dirigente, limitandosi alla liturgia dello sciopero (che, infatti, non ha avuto il successo sperato…43 % di adesioni)….

    1. Caro Paolo, ho letto attentamente il tuo commento e – purtroppo – condivido molte delle tue analisi. D’altra parte, oggi, su twitter qualcuno ha scritto: Buongiorno Massimo, è molto semplice.. All’azienda non interessa lo smart working e ritiene di aver messo in sicurezza i luoghi di lavoro. E’ così e basta. Magari in futuro cambieranno le cose, ma al momento il ‘lavoro agile’ è totalmente fuori discussione. Questo ti dimostra fino a dove è arrivata l’incrostazione aziendale. E questa è stata la mia risposta: Peccato che Unipol sia l’unico gruppo assicurativo che non applichi l’accordo sullo smart working. Certo l’accordo non è vincolante ma … ci sono troppe zone d’ombra e verità non dette come quella della scarsa produttività!! E ancora – non pago – il mio interlocutore ha scritto: Non ci sono lati oscuri. Si vogliono i lavoratori negli uffici. Nel mio lavoro la presenza quotidiana è praticamente inutile. Sarebbero sufficienti uno o due giorni alla settimana. In futuro forse cambieranno le cose, ma adesso è totalmente fuori discussione. Come vedi… Sul ruolo del sindacato in UnipolSai tornerò nei prossimi giorni, ne puoi stare ben certo, soprattutto su quello nazionale!!! E che i giornali non siano attenti … ti sei già dato la risposta!!!

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