Brunetta e Cimbri, gli Hiroo Onoda dello smart working

Cimbri e Brunetta – foto tratte dal web – composizione mia

Nell’articolo del 22 novembre 2021 dal titolo La differenza tra … Carlo Cimbri e Renato Brunetta avevo messo come fattore comune l’idiosincrasia nei confronti dello smart working.

Hiroo Onoda – foto tratta dal web

Intanto chi è Hiroo Onoda? Ce lo spiega Wikipedia: Hiroo Onoda (小野田 寛郎 Onoda Hiroo; Kainan, 19 marzo 1922 – Tokyo, 16 gennaio 2014) è stato un militare giapponese, noto perché, dopo quasi 30 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, nel 1974, nella giungla sull’isola filippina di Lubang, venne arrestato perché si rifiutava di credere che la guerra fosse finita.

Ecco, Cimbri e Brunetta non credono che la lotta alla pandemia (ieri oltre 170.000 casi di positività al Covid) si può combattere con lo smart working e continuano – isolati – nella loro battaglia contro questo strumento di lavoro.

Se a Brunetta le Organizzazioni sindacali del Pubblico Impiego – stavolta unite anche con i sindacati autonomi – hanno chiesto attraverso lettere, interviste e quanto altro il ritorno allo smart working, in UnipolSai – dopo gli scioperi locali che hanno visto i lavoratori protestare fino alla fine del mese di dicembre – ora tutto tace. O così sembra visto che da alcuni giorni non ci sono più comunicati sindacali. Spero che dopo la Befana – con il ritorno di tutti i sindacalisti dalle ferie – la vertenza possa essere ripresa con ancora più forza.

Perchè considero Cimbri e Brunetta gli Hiroo Onoda dello smart working?

Paola Angeletti coo IntesaSanpaolo – foto tratta dal web

Perchè ieri su Repubblica.it e sul giornale cartaceo è apparsa un’intervista interessantissima a Paola Angeletti, Chief operating officer di Intesa Sanpaolo, nella quale la Dirigente afferma che «la produttività non è mai calata, in alcuni momenti anzi aumentata», come è stato possibile «tenere uniti tutti, non chiudere mai le filiali grazie a rotazioni e appuntamenti, imparare a pianificare meglio le riunioni, lavorare ancora di più per obiettivi, dotare tutti dei migliori dispositivi, tutelando la salute delle persone e la sicurezza dei dati». La dottoressa Angeletti cita alcuni dati: “65 mila dipendenti su 75 mila in Italia al lavoro da remoto e 78 mila su 95 mila nel mondo.”
E anche sul tema della produttività e dei controlli, temi tanto cari a Brunetta e Cimbri, Paola Angeletti afferma: Chi pensa allo smart working come anticamera alle esternalizzazioni «sbaglia, lavorare da casa significa non lavorare o lavorare meno: non è così». Anzi «chi lo fa non rischia il posto, all’azienda è necessaria ogni persona purché sia messa in condizione di esprimere il meglio, di essere produttiva».

Concezioni completamente diverse su come vedere il lavoro da casa, le innovazioni tecnologiche, la svolta digitale.

E non dimentichiamo – anzi è primario in questo periodo – la salvaguardia della salute.

Mi auguro che oggi il Consiglio dei Ministri bacchetti Brunetta e lo convinca ad essere un uomo del 2022 e no del medio evo. E spero che anche Carlo Cimbri, riveda la propria posizione.

Tornerò sull’argomento! Troppo interessante!!!

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

6 Risposte a “Brunetta e Cimbri, gli Hiroo Onoda dello smart working”

  1. Dopo comunicazioni come la seguente:

    https://www.fisac-cgil.it/116073/unipol-covid-situazione-critica

    ci si chiede per quale motivo l’amministrazione di UnipolSai si senta costretta a correre rischi simili (tra i sindacati si ipotizza che questo abbia a che fare con la nuova sede amministrativa di UnipolSai, che dovrebbe essere inaugurata proprio in questi mesi a Milano), considerato anche l’aumento dei contagi all’interno dell’azienda (ed interi uffici che sono in malattia o costretti a lavorare da remoto a causa della quarantena).
    Purtroppo sempre all’interno dei sindacati ci si domanda anche come mai le varie iniziative sindacali siano portate avanti in modo così blando…
    Ancora più peculiare è lo scarsissimo risalto dato dalla stampa nazionale alle notizie riguardanti questa situazione.

    1. Faccio fatica a capire le motivazioni di questo “accanimento”. Non ci sono scusanti nè economiche nè organizzative. La produttività aumenta, le banche lo fanno! Perchè Unipolsai è così diversa? Me lo chiedo e cerco di dare una risposta nel prossimo articolo che sto scrivendo.

  2. Giuseppe Trecroci
    Caro Massimo Masi sposo in pieno la tua analisi e condivido il post, di sicuro però la normativa non aiuta, con un pò di coraggio si potrebbe mettere un bello stop a certe resistenze..

  3. Caro Giuseppe, sono in attesa di conoscere il testo della lettera che Brunetta e Orlando invieranno alle aziende private e pubbliche sull’applicazione dello smart working. Intanto IntesaSanpaolo e altre banche si sono mosse prima… senza bisogno di ulteriore normativa

  4. Infatti! Non ho riportato questa notizia perché scrivo solo su cose che conosco e di cui sono certo. Ma se questa notizia è accertata occorrerà fare altre valutazioni. Grazie della segnalazione

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