La recensione de “Un giorno ti racconterò” di Dora Esposito

Conosco Dora Esposito da sempre. Da sempre nel senso virtuale – ovviamente – ma la seguo su tutti i social (Facebook, twitter rintracciabile con @doraebasta, instagram) ed è fra le poche “amiche imperdibili”.

Dora Esposito (quando aveva i capelli lunghi) (foto tratta dal web)

Certo, mi sarei immaginato – un giorno – che portasse a regime tutte le cr…, cioè tutte le cose giuste che scrive quotidianamente in un libro.

Mai – però – mi sarei aspettato un libro così intimo (nel senso di lettura interna) che mi ha ricordato – non me ne voglia il Maestro Antonioni – in qualche suo film soprattutto sull’introspezione dei personaggi e sull’incomunicabilità.

Questa foto testimonia che il libro me lo sono comprato e nessuno mi ha pagato per questa recensione (foto mia)

Certo – il mio giudizio – può essere condizionato dal fatto che nel libro ritrovo molti dei post che Dora ha scritto. E’ iniziata in me una gara per scoprire quello che è autobiografico con quello di fantasia, dei personaggi vari di questo libro. Da Giulia, la protagonista, alla fantomatica Yasmeen, ai martoriati personaggi maschili (nel senso di quasi insopportabilità) Samuel, Jeo ed infine il misterioso Luca.

Dora se la cava bene, anzi benissimo, a confondere la sua vita con quella di Giulia.

E’ un libro che fa riflettere, che parla al proprio io, che invita a seguire le indicazioni del cuore e non quelle dell’istinto o del sesso.

Quando scrivo una recensione non mi piace “spoilerare” troppo perchè la trama deve essere vissuta dal lettore, altrimenti è meglio leggere la Gazzetta dello Sport.

Per concludere, un parere e consiglio a Dora: bene la prima. L’aspetto alla seconda opera che è sempre quella più difficile per uno scrittore. A meno che Dora non voglia tornare a scrivere aforismi per i diari. Nel prossimo libro, più dialoghi, aiutano la lettura.

Consiglio davvero la lettura di questo libro. Ogni tanto riflettere sui perchè e sulle scelte della vita non fa male, anche ad un appassionato di “noir” come me.

Infine cara Dora “amica virtuale” mi sembra che ti abbia fatto fin troppi complimenti visto che sui social mi tratti malissimo dicendo che alla mia età non mi resta altro che guardare i lavori dei cantieri, il cosiddetto “umarel”.

Da Altedo è tutto a voi Castellamare di Stabia


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)