I primi effetti della digitalizzazione: il caso Ing. E le altre banche che faranno?

Insegna Banca Ing (foto tratta dal web)

Chi parlava degli effetti pericolosi della digitalizzazione veniva, fino a pochi giorni, fa guardato con sospetto. Si pensava a colui che non vuole il progresso, a chi propugna la decrescita felice, al ritorno al passato. Mentre i fautori di questo processo erano i precursori della nuova strada che porta ad un miglioramento della vita digitale e non solo.

Oggi, anzi da una settimana, cominciamo a vedere quali saranno gli effetti della digitalizzazione nelle banche italiane.

Per fortuna qualche giornale (Il Sole 24 ore, Investire Oggi, Start Magazine e il corriere.it) stanno piano piano portando alla ribalta quanto sta accadendo.

Ma andiamo per ordine.

Intanto scoppia il caso dei tassi negativi. Fineco avverte la propria clientela che verranno chiusi i conti con la giacenza di oltre 100.000 euro. O si investe nei prodotti della banca o si chiude il conto. Il motivo è spiegato nella lettera che è stata inviata a tutti correntisti ed è legato alla politica monetaria espansiva della Bce, che sta tenendo i tassi Euribor in negativo, senza prospettive di risalita. Naturalmente questa situazione ha attivato immediatamente l’Antitrust per verificare se esistono pratiche scorrette.

Filiale di Fineco (immagine tratta dal web)

Poi arriva la notizia del Gruppo bancario olandese ING, quello del conto arancio tanto per avere un quadro di riferimento anche pubblicitario, che avverte la propria clientela che dal 1° luglio cesserà il prelievo dai propri ATM (Bancomat) e che i tassi promessi verranno ribassati.

E’ la fine del cash, cioè della moneta cartacea?

E’ presto per dirlo ma, naturalmente, questa mossa comporterà dei processi di emulazione anche in altre banche con la caratteristica similare a quella olandese.

In pratica il messaggio che invia ING è:
1) non è più conveniente lavorare sul contante
2) rafforzamento canali digitali
3) ribaltamento dei costi sull’uso del bancomat sulla clientela
4) risparmi sul personale in quanto anche le aree cash nelle filiali verranno chiuse

Si apre una nuova fase nel rapporto con la clientela?

Se questo portasse ad un aumento dell’uso del denaro elettronico sarei d’accordo. Il problema è che, secondo me, si scaveranno ancora maggiori solchi tra la clientela vip e il “people” cioè coloro che non hanno grandi mezzi finanziari.

Verranno, perciò, aumentati i costi dei servizi bancari (già in questi giorni sembra che molte banche comincino ad inviare lettere con le nuove tariffe). E’ evidente che un prelievo in contante presso un’altra banca avrà un costo, visto che oggi i prelievi effettuati presso la banca ove si ha il conto è zero. Ma se molte banche usciranno da Bancomat spa i costi aumenteranno per tutti.

Ma cos’è Bancomat spa?

Ce lo spiega benissimo Fernando Soto nel suo articolo apparso su Star Magazine: Bancomat Spa è la società che gestisce da oltre 30 anni i circuiti di prelievo e pagamento Bancomat e PagoBancomat e le relative carte che si usano per effettuare pagamenti su Pos e agli sportelli automatici, ovvero gli Atm. Il suo capitale sociale è distribuito tra 125 soggetti tra cui i principali sono Intesa Sanpaolo (25%), Unicredit (19% circa), Iccrea Banca (11,5% circa), Banco Bpm (7,6% circa) e Monte dei Paschi (7,5% circa). Come previsto dallo statuto, nessun socio detiene il controllo del consorzio, né singolarmente, né insieme. Per quel che riguarda il mercato, Bancomat S.p.A. copre circa l’80% ed è leader assoluto del mercato dei pagamenti con carta di debito in Italia.

Immagine tratta dal web

E veniamo ora ai riflessi sull’occupazione nelle banche dopo queste notizie e le volontà da parte di alcune banche.

Da tempo il sindacato ho posto sul tappeto delle trattative con ABI, prima nel rinnovo del contratto, ora nei rapporti con i Gruppi bancari e oggi nuovamente a livello centrale, la richiesta che la digitalizzazione non riduca ancora di più i costi e che porti ad un’automatica riduzione dell’occupazione. Devo dire con sincerità che tranne alcune pesanti dichiarazioni di Lando Maria Sileoni della Fabi su questo argomento, gli altri sindacati si sono limitati ad una generica affermazione “di gestione contrattuale della digitalizzazione“.

Io credo che occorra fare molto di più che di generiche affermazioni. Si tratta, secondo il mio modesto parere, di ridisegnare il ruolo della società nei confronti del sistema bancario (si all’aumento della tecnologia, ma teniamo conto degli anziani, delle zone non raggiunte dalla banda larga, ecc) e occorre rivedere gli assetti contrattuali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori bancari.

Ho affermato nell’articolo di ieri che nei prossimi anni il ruolo delle banche anche grazie al PNRR sarà fondamentale. La mia speranza è che le banche non lavorino solo per aumentare i loro profitti (e quelli dei loro manager) ma che si lavori per il Paese e per la buona occupazione nel settore del credito. Ecco perchè credo, anzi ci ho sempre creduto, dell’importanza della formazione permanente. Se il cash sarà sempre meno usato, occorrerà modificare la destinazione lavorativa e le relative conoscenze degli addetti. Operazione non facile e non indolore, ma alla portata del sindacato bancario.

Ritornerò, certamente, su questo tema prossimamente.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)