Chiusura delle filiali: un problema per la società e per il sindacato! Che fare?

parte prima

Foto tratta dal web

Mi sono occupato più volte – su questo blog – del gravissimo problema della continua chiusura delle filiali bancarie.
Veramente ho affrontato la questione anche quando ricoprivo la carica di Segretario generale Uilca anche se – fino al 2019 – il problema era limitato soprattutto nei comuni del Sud Italia.

A partire da quell’anno, l’arrivo della pandemia e la presentazione dei nuovi piani industriali da parte delle banche, ha portato ad una accelerazione del fenomeno.

Recentemente ho letto una studio First/Cisl che riporta i seguenti dati:
1) il personale bancario ha subito nel corso dello scorso anno una riduzione di circa 8300 dipendenti
2) sono stati chiusi oltre 1600 sportelli (-11,6%).
3) Nel periodo 2015-2021 i comuni serviti da almeno uno sportello bancario si sono ridotti da 5727 a 4903. In questo contesto è da segnalare la diversa strategia delle Bcc, che hanno mantenuto la loro presenza, risultando come unico sportello in 705 comuni (da 578).
Analoghi dati sono stati riportati anche da altri studi apparsi sui siti di varie Organizzazioni sindacali.

A questi dati andranno aggiunti anche le intenzioni contenute nei Piani Industriali di IntesaSanpaolo, Unicredit, BancoBpm appena presentati che contengono ulteriori riduzioni di personale (anche se il 50% delle uscite verrà coperto da nuove assunzioni) e tantissime chiusure di filiali.

Immagine tratta dal web

Le motivazioni della chiusura degli sportelli da parte delle banche sono note:
a) risparmi sui costi dei locali (affitti + costi generali)
b) aumento dell’utilizzo dei servizi bancari on line
c) risparmi sui costi di assistenza (in questo caso vanno compresi anche le chiusure dei bancomat

Naturalmente con questa politica delle banche vengono privilegiati i risparmi sui bilanci ma non viene assolutamente considerato lo scopo anche sociale – oltre che economico – dei problemi che comportano in molti comuni italiani, le chiusure degli sportelli.

Abbiamo assistito in questi mesi a prese di posizioni di partiti, Movimenti, a proteste degli Enti Locali, delle Regioni. Ma le banche non si sono fatte , naturalmente, impietosire da queste prese di posizione.

Al coro delle proteste – non poteva mancare – si è aggiunto anche il grido d’allarme delle Organizzazioni sindacali del settore. Ho letto in questo periodo tantissime dichiarazioni di leader sindacali nazionali e aziendali su questo tema sia durante la presentazione dei piani industriali (vedi Unicredit e IntesaSanpaolo) che in comunicati stampa.

Quello che manca – a mio modesto parere – sono le proposte per uscire da questa situazione.

Provo a fornirne alcune:

  • nell’articolo Le filiali condivise: una risoluzione al problema della desertificazione? del 15 settembre 2021 parlai della proposta già in vigenza in alcuni paesi europei – soprattutto quelli del nord- della condivisione dei locali fra più banche per limitare i costi senza, però, eliminare il servizio bancario. Un esperimento in Italia è stato attuato dalla Sparkasse (banca di Bolzano) che ha aperto una filiale condivisa a Vicenza con Alperia (provider energetico);
  • contrattare nei Piani Industriali non solo le uscite e le assunzioni ma anche il modello di banca e di servizio alla clientela, realizzando anche apposite vertenze;
  • chiedere appositi incontri con Banca d’Italia, Governo e Conferenza delle Regioni (il Presidente Fedriga e Bonaccini mi sembrano molto attenti a questo problema delle desertificazione degli sportelli bancari)
  • inserire questo problema nelle richieste sindacali per il prossimo rinnovo del Contratto di Lavoro
  • predisporre un convegno nazionale unitario su questo problema invitando tutti i soggetti politici e imprenditoriali interessati al problema

Mi fermo qui. Non voglio insegnare niente a nessuno. Mi sono solo permesso di suggerire iniziative per contrastare questo fenomeno che sta creando grandi disagi nei piccoli Comuni e fra la popolazione più anziana.


Nella seconda parte dell’articolo tratterò i riflessi sulle Organizzazioni di queste continue e costanti chiusure delle filiali.

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)