Carige si sposa

di Umberto Baldo

Foto tratta dal web – mia elaborazione

Credo che il nostro sistema bancario non possa più definirsi la “foresta pietrificata”, anzi!
In questo periodo sta mostrando un notevole dinamicità, a quel risiko da anni invocato sta subendo un’accelerazione insperata.
Di per sé è un’ottima notizia, perchè al di là dell’inconsistente retorica delle banche dei territori, espressione vuota di significato ma particolarmente cara a coloro che in realtà si oppongono a qualsiasi aggregazione, oggi servono Gruppi bancari di grandi dimensioni, in grado di stare su un mercato sempre più dinamico, e di giocare alla pari con le grandi Banche straniere.<br>E’ inutile girarci attorno.
Quello in atto nel nostro Paese è uno scontro di posizionamento, che ha come fine il ridisegno del sistema, finalizzato alla creazione dei tre poli di cui si vagheggia da tempo.
Intesa San Paolo sembra saldamente ancorata al primo posto di questa classifica, che non è virtuale.
Alle spalle al momento c’è ancora Unicredit, che però viene incalzato da altri Gruppi che mirano al ruolo di secondo gruppo nazionale, per cui deve necessariamente pensare ad ingrandirsi ancora, ed in questa logica vanno lette le voci di un interessamento (ma la settimana fa si parlava addirittura di Opa) per Banco Bpm.
Se questa operazione non dovesse andare a buon fine, ad Orcel non resterebbe che riprendere in mano il dossier Mps, ma credo che lo farà solo se e quando il nuovo Ad Luigi Lovaglio avrà fatto il suo lavoro di alleggerimento della Rete e del Personale e di sistemazione dell’ Information Technology.
Al momento può solo incalzare Bpm, anche se non escludo che il Cda di Unicredit decida di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” lanciando quell’Opa in tempi ravvicinati.
Al momento, al di là delle parole, scontate, di Giuseppe Castagna, non vedo questa Bpm lanciata sulla strada di possibili acquisizioni.
Il terzo incomodo, quello che mira a imporsi come terzo Polo italico, ma in questo modo insidiando l’attuale posizionamento di Unicredit se Orcel rimarrà inerte, è il Gruppo Bper Banca, che ha alle spalle il gigante assicurativo Unipol.
E la Banca modenese proprio ieri ha reso noto di aver raggiunto con il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi un accordo per rilevare l’80% del capitale di Carige, attualmente detenuto dal Fondo stesso.
A quanto è dato sapere, i valori dell’operazione restano quelli già delineati nell’offerta preliminare dello scorso 10 gennaio: Carige verrà pagata un euro (ormai assunto come valore di una banca in difficoltà), previa ricapitalizzazione a carico del FITD per 530 milioni.
Seguirà l’Opa degli emiliani sul restante 20% del capitale a 0,8 euro per azione, prezzo a cui si è già allineato il titolo a Piazza Affari.
Si è vista una certa fretta da parte di Bper nel chiudere questa operazione, forse perchè si temeva un eventuale rilancio da parte dei francesi di Credit Agricole.
La due diligence ha occupato solo un paio di settimane, ma c’è da dire che Bper aveva un “cavallo di Troia” in Piero Montani, che era stato alla guida di Carige fino a poco tempo fa, e che quindi la reale situazione della banca ligure la conosceva bene.
Tecnicamente l’operazione dovrà essere portata a termine entro il prossimo 30 giugno, per consentire a Bper di avvalersi degli incentivi fiscali del governo: si tratta di circa 350-370 milioni che, in aggiunta ai 530 iniettati dal Fitd, dovrebbero permettere di coprire i costi di ristrutturazione e integrazione, assicurare a Modena neutralità patrimoniale, e cosa da non trascurare un miglioramento dell’asset quality , con un significativo accrescimento della redditività dal 2023.
A giochi fatti, grazie all’ingresso di attivi per 22 miliardi, di 800mila clienti, di 12 miliardi di impieghi, e di 380 filiali, Bper consoliderà la sua posizione di quarto Gruppo italiano, estendendo la sua presenza anche in Liguria e nel nord della Toscana.
Fossi Andrea Orcel io però non sarei tranquillo!
Perchè la Banca guidata da Montani, e sostenuta da Carlo Cimbri, è al momento la banca più dinamica del panorama italiano, e dopo aver acquisito circa 600 sportelli da Ubi (a seguito di un accordo con Carlo Messina), non ha mai nascosto un suo spiccato interesse per la Popolare di Sondrio, di cui Unipol detiene il 9% del capitale.
Se questo “interesse” dovesse trasformarsi in qualcosa di più, e con questo intendo la volontà di acquisire l’Istituto di Sondrio, allora il traguardo di secondo Gruppo italiano potrebbe essere meno lontano.
Non ci resta che attendere l’eventuale risposta di Orcel!
In ogni caso l’operazione di Bper va valutata positivamente perchè mette fine alla vicenda Carige, che si trascinava ormai da troppo tempo, e consente al sistema bancario, ad al Governo, di concentrarsi su altre situazioni critiche, e mi riferisco ovviamente alla Popolare di Bari ed al Monte dei Paschi.

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)