Le candidature alle elezioni politiche e la Uil

foto tratta dal web

Nell’articolo del 22 agosto dal titolo Perché i magistrati, i presidenti di associazioni, gli industriali si possono candidare e gli ex sindacalisti no? E intanto nella UIL … avevo affrontato diversi aspetti della questione candidature partendo dalla domanda se era logico e possibile candidare Susanna Camusso e Annamaria Furlan alle elezioni del prossimo 25 settembre.
Avevo poi posto alcuni questioni che avevo riscontrato leggendo post di sindacalisti ed ex sindacalisti della Uil.

Paolo Pirani – segretario generale Uiltec – foto tratta dal web

A quell’articolo mi ha risposto in maniera chiara ed esauriente Paolo Pirani attuale segretario generale Uiltec ed ex segretario confederale.
Con Paolo – che ringrazio pubblicamente – ho sempre avuto un buonisimo rapporto anche se qualche volta abbiamo discusso su temi politici che ci vedevano su fronti diversi.
Inoltre non posso dimenticare che il padre di Paolo è – penso di non offendere la sua memoria – Mario Pirani – grande giornalista – del quale credo di aver letto quasi tutti i suoi articoli.
Fatta questa doverosa premessa, riprendo le 5 questioni che avevo sintetizzato nei post:

1) Letta ha fatto un errore a non candidare nessuno della UIL
2) meglio così perché i migliori ce li teniamo
3) Ma Letta ha chiesto un nome alla Uil?
4) E’ stata una scelta dell’attuale segreteria non candidare nessuno?
5) La Uil deve stare lontano dai partiti

La risposta di Paolo e’ stata la seguente: Da quello che mi risulta Letta ha interpellato anche la uil per una candidatura. si è ritenuto non opportuno impegnare l’organizzazione su questa proposta credo opportunamente. Il tema è stato anche discusso in esecutivo nazionale registrando un consenso generale anche per le distanze programmatiche tra le posizioni dell’organizzazione e i temi al centro della campagna elettorale da parte delle diverse forze politiche. il problema resta aperto ma non sarà risolto con questa campagna elettorale.

Quindi ritengo che la risposta ai punti 1 e 3) Letta ha chiesto un nome alla Uil, fornita da Pirani risulta che il leader del Pd non si è dimenticato del sindacato di Via Lucullo. Anche il punto 4 sembra trovare una risposta: la scelta è stata della segreteria della Uil avallata anche dall’Esecutivo Nazionale.

Ecco, allora tutta la discussione si pone sul punto 5. Paolo afferma che non sono state avanzate candidature per le distanze programmatiche tra le posizioni dell’organizzazione e i temi al centro della campagna elettorale da parte delle diverse forze politiche. il problema resta aperto ma non sarà risolto con questa campagna elettorale.

Legittimo, faccio però le seguenti considerazioni:

  1. non credo che sia Cgil che Cisl concordino al 100% con il programma del PD – mi sembra anzi che Landini abbia una posizione molto più a sinistra del partito di Letta – ma hanno indicato i nominativi di Camusso e Furlan
  2. Ho l’impressione che con questa mossa – legittima per l’amor di Dio – potrebbe determinare una evidente e clamorosa rottura con il PD
  3. L’autonomia partitica di un sindacato non si dimostra con le candidature ma con le politiche sociali che vengono attuate dalle confederazioni e dalle categorie
  4. Infine la cosa che ritengo più grave. Se non conoscessi personalmente e da molti anni Paolo, la sua affermazione di grande lontananza dai programmi – la si potrebbe intendere come invito – per gli iscritti alla Uil – di non votare per nessuno o di votare per i meno peggio. Va da sé e io l’ho sempre sostenuto che gli iscritti al sindacato votano con la loro testa e non si fanno influenzare dal sindacato di appartenenza (vedi i dati elezione del 2018 sul voto operaio a favore della Lega) ma i dirigenti dovrebbero avere un’idea sociale e politica di un certo tipo.

Conclude Paolo che la “il problema resta aperto ma non sarà risolto con questa campagna elettorale.” Anche in questo caso mi domando cosa farà il sindacato nei prossimi mesi dopo le elezioni.

Ad esempio:

  1. sarà ritrovata l’unitarietà con la Cisl?
  2. A ottobre la Cgil farà una sua iniziativa, senza Uil e senza Cisl. Che fine farà l’unitarietà?
  3. In caso di vittoria del centro destra e Meloni primo Ministro il sindacato come si comporterà?
  4. Poichè presumo che in caso di vittoria del centro-destra saranno privilegiati i sindacati autonomi e l’Ugl questa posizione di distanza dall’eventuale opposizione come sarà gestita?
  5. Non aver nessun deputato o senatore in questa legislatura lascerà a Cgil Cisl spazi di interventi legislativi che saranno negati alla Uil?

Infine concludo con una provocazione riservata più ai quadri Uil che al resto.
Preso come assunto quello che scrive Paolo e cioè che il programma della Uil e’ molto distante da quello presentato dai vari partiti, allora aveva ragione il compianto Pietro Larizza a fare un partito – sindacato o un sindacato – partito?


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)