La presa per il c…. delle grandi navi a Venezia

di Umberto Baldo

grandi navi a Venezia (foto tratta dal web)

Non si contano le volte in cui vi ho detto che quando sento i nostri Demostene annunciare “faremo questo, faremo quello….”, con i media a far loro da cassa di risonanza, mi viene da ridere (per non piangere s’intende!).

Perchè vedete l’Italia è il Paese in cui più di ogni altro si tocca con mano che veramente “fra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare!”.

Il nostro è un Paese “lento”, flemmatico, in cui più che agire conta parlare,  e mi riferisco in particolare alle opere pubbliche ed in generale agli interventi dello Stato, relativamente ai quali il  fattore tempo sembra non contare.

Anni, lustri, decenni, scorrono inesorabili dal momento in cui viene annunciato un intervento od un’opera pubblica, a quello della concreta realizzazione.

Anni per capire cosa fare, anni per elaborare un progetto, anni per decidere sui ricorsi alla Magistratura che ormai fanno parte integrante dell’iter, anni per fare i lavori, sperando poi che tutto vada bene (eventualità peraltro alquanto rara, fra Comitati per il NO, problemi idro geologici, infiltrazioni della criminalità, inchieste per corruzione, e quant’altro).

Il risultato di questa “ignavia istituzionalizzata” è che se si confrontano i tempi di realizzazione di una qualsiasi opera nel nostro Paese, non dico con quelli della Cina, ma con quelli di qualunque altro Stato europeo, c’è solamente da seppellirsi per la vergogna.

Per non restare nell’astratto, vediamo un problema di cui si parla da decenni, quello del transito delle grandi navi da crociera per il bacino di San Marco a Venezia.

Non ho certo intenzione di intrattenervi sulla storia di questa “farsa di Stato”.

Se siete interessati, in Rete potete trovare tanta, ma tanto roba.

Mi limito a ricordare solo l’ultimo passaggio della “saga”.

Quello di settembre 2019, quando sembrava che il Governo avesse deciso di bloccare da subito il passaggio dei giganti del mare per il bacino di San Marco.

E se chiudete gli occhi, e tornate a quei mesi, e soprattutto a quegli annunci, sicuramente allora avrete capito anche voi, come chi scrive, che l’Esecutivo aveva decretato lo stop alle grandi navi.

Ma quando mai! 

In Italia bisogna andare sempre a leggere le carte, e le carte dicono che il decreto, poi convertito in legge,  non conteneva affatto decisioni vincolanti, ma solo l’indicazione di avviare un bando, un concorso di idee per trovare la soluzione migliore.

Il bando nei giorni scorsi è stato effettivamente pubblicato dall’Autorità  di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, e prevede che “il concorso di idee sia atto alla raccolta di proposte ideative e progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi alla realizzazione e gestione di punti di attracco per crociere e container fuori dalle acque protette della Laguna con l’obiettivo di contemperare lo svolgimento dell’attività crocieristica nel territorio di Venezia e della sua Laguna, e salvaguardare l’unicità e le eccellenze del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale del suo territorio”.

Vaste programme, ma siamo o non siamo un Paese di geni?

Quando i Demostene a Roma non sanno che pesci pigliare, quando non sanno come destreggiarsi fra le istanze contrapposte che provengono dal territorio (Comitati No grandi navi, lavoratori della Stazione marittima, ecc.), cosa pensano?

Ma facciamo un bel concorso di idee!  Chissà che magari qualcuno non riesca a toglierci le castagne dal fuoco!

Ottenendo così anche il risultato, a mio avviso cercato, di dare l’ennesimo calcio alla lattina.

Perchè basta guardare l’iter previsto per capire che, se va bene, se ne parlerà fra anni ed anni.

Ma vediamo meglio!

La prima fase del bando si concluderà entro il 31 dicembre del 2021, e prevede la presentazione delle proposte.

All’inizio del 2022 l’Autorità portuale dovrebbe nominare una commissione composta da cinque esperti, che selezionerà le prime tre proposte per la seconda fase, in cui dovranno essere elaborati nuovi progetti più approfonditi dal punto di vista tecnico ed economico.

La fine della seconda fase è prevista il 31 dicembre 2022, ed entro il 30 giugno 2023 dovrà essere nominato il progetto vincitore.

Se tutto sarà andato bene, se i tempi saranno stati rispettati, e già questo sarebbe un miracolo nella Repubblica di Pulcinella, solo dal 1° luglio 2023 si potrà iniziare con la progettazione definitiva e poi esecutiva, la valutazione di impatto ambientale, il bando di gara per la costruzione, gli eventuali ricorsi, e infine………. i cantieri.

Io a occhio e croce direi una ventina d’anni, se non di più!!!

Come a fronte di una tale “presa per il culo” i media abbiano potuto titolare nel 2019 “Stop alle grandi navi in laguna”, lo sa Iddio!

Dum Romae consulitur….. bestioni lunghi 400 metri, larghi più di 40, con stazze da transatlantici, dopo la pausa Covid hanno ricominciato  a transitare imperterriti davanti al Palazzo Ducale.

Non so se qualcuno di voi  abbia mia visto questi passaggi, ma vi assicuro che è una cosa scioccante

Improvvisamente tutto lo spazio davanti ai vostri occhi viene riempito dalla sagoma gigantesca ed incombente della nave, e vi ponete automaticamente la domanda: ma cosa succederebbe in caso di una manovra sbagliata, di un  incidente?

Non sono un esperto, ma mi sembra evidente che la soluzione proposta di raggiungere l’attuale stazione marittima scavando il canale Vittorio Emanuele, e quindi facendo entrare le grandi navi dalla bocca di Malamocco, rappresenta pur sempre una soluzione raffazzonata, che rischia di alterare per sempre un ambiente naturale unico come la laguna di Venezia.

E’ chiaro che il problema lo si risolve in via definitiva solo portando gli approdi fuori dalla laguna, approntando delle piattaforme attrezzate in mare, da cui portare i turisti in città con mezzi ecologici.

Ma questa soluzione semplice, anche di facile realizzazione tutto sommato, si scontra con gli enormi interessi economici e speculativi che gravitano attorno alla crocieristica, con le posizioni di Istituzioni e Partiti subordinate agli interessi di lobbies molto potenti e radicate, con la logica bottegaia dei commercianti che vendono le loro cianfrusaglie fatte in Cina, con certe ottusità delle Soprintendenze, e,……. cosa da non trascurare, con la mentalità “levantina” dei veneziani.

Al riguardo ricordo che, quando ero impegnato in politica, un amico consigliere comunale, veneziano doc, un giorno mi disse: “caro Umberto, il problema dei problemi è che se poni un problema a tre veneziani, dopo lunghe e accese discussioni, di soluzioni te ne verranno proposte quattro!”

Bene, mettete in un frullatore tutti gli elementi cui vi ho accennato, agitate per bene, e alla fine otterrete il solito “bidone” all’italiana, avallato da tutti i Governi che si sono succeduti in questi ultimi decenni.

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)